Incertezza su tutti i fronti in materia di incentivi alle fonti alternative. Gli schemi dei decreti per le rinnovabili elettriche, approvati ad aprile, viaggiano ancora tra le stanze ministeriali, dopo le richieste di modifica avanzate dalle Regioni e due richiami della Commissione europea. Quanto alle rinnovabili termiche, il nuovo meccanismo dovrebbe entrare in vigore il 1 gennaio 2013, ma è anch'esso in via di lavorazione.
A circa tre mesi dal varo, i decreti per i sussidi alle rinnovabili elettriche - il Quinto Conto Energia per il fotovoltaico e quello per le fonti diverse dal fotovoltaico (idroelettrico, geotermico, eolico, biomasse, biogas) – restano prigionieri delle divergenze tra il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, che difende la versione governativa dei testi, e il ministro dell'Ambiente Corrado Clini, che spinge per accogliere le richieste di modifica presentate dalle Regioni.
Richieste 'imprescindibili' per procedere all'approvazione, hanno chiarito i rappresentanti territoriali, a cominciare dai tempi per il passaggio al nuovo sistema – la soglia di 6 miliardi di spesa per gli incentivi, che vale come scadenza dell'attuale sistema secondo l'Esecutivo, è, per le Regioni, tanto prossima quanto prematura.
La prima richiesta, quindi, è quella di ritardare l'entrata in vigore del Quinto Conto Energia per il fotovoltaico, che secondo le Regioni dovrebbe partire solo dopo aver superato da 30 giorni la spesa di 6 miliardi. Altri punti, l'aumento del tetto di spesa - non 500 milioni di euro all'anno, come proposto dal Governo, ma 749 milioni annui – e delle tariffe per gli impianti sotto i 20 kW.
La Conferenza delle Regioni chiede poi di esentare dall'applicazione delle nuove regole gli impianti collocati nelle aree colpite dagli eventi sismici di maggio e giugno e di escludere dal registro gli impianti sotto i 100 kWp, quelli a concentrazione, gli impianti integrati con caratteristiche innovative e quelli delle amministrazioni pubbliche. Infine, le amministrazioni chiedono il riconoscimento di bonus, cumulabili tra loro, per la sostituzione dell'eternit e per gli impianti made in Europe.
Quanto spazio per le modifiche ci sia non è ancora chiaro: durante un'audizione alla Commissione Ambiente della Camera, Passera si è detto disponibile a garantire “un intervallo di tempo sufficientemente ampio a partire dal raggiungimento della soglia dei 6 miliardi" per l'entrata in vigore del Quinto Conto Energia. Anche riguardo alle soglie per l'iscrizione al registro il ministro promette più flessibilità, oltre a una semplificazione delle procedure, in risposta questa volta alle raccomandazioni della Commissione europea, secondo cui eccesso burocratico e instabilità del quadro normativo di riferimento rischiano di scoraggiare gli investimenti.
Quanto all'importo delle tariffe, se Passera assicura che i livelli di aiuto saranno alla fine superiori alla media Ue, dall'altra parte, l'Autorità per l'energia elettrica e il gas spinge per tagliare ancora: secondo il presidente Guido Bortoni, senza “un ridimensionamento dei futuri incentivi elettrici”, il governo non potrà assicurare fondi alle rinnovabili termiche e agli interventi per l'efficienza energetica.
Sul termico, d'altra parte, solo poche anticipazioni, nonostante l'entrata in vigore sia prevista per il 1 gennaio 2013. In cantiere ci sarebbe un Conto Energia Termico, con una dotazione di circa 700 milioni di euro all'anno, rivolto a singoli, condomini, pubbliche amministrazioni e imprese.
Tra le misure finanziabili rientrerebbero, oltre ai pannelli solari termici, la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale con pompe di calore elettriche o a gas, anche geotermiche, e con generatori di calore a biomassa, e degli scaldacqua elettrici con quelli a pompa di calore. Ma se i sussidi per le pompe di calore a gas ed elettriche sarebbero rivolti sia ai soggetti pubblici che a quelli privati, gli aiuti per l'installazione di generatori a condensazione sarebbero destinati solo alla Pa. Una scelta ingiustificata per gli operatori del settore, che criticano anche la decisione di vincolare al ricorso alle fonti rinnovabili i soli edifici nuovi o sottoposti a ristrutturazioni rilevanti, rinunciando a stimolare, anche per piccoli passi, la riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare esistente.
L'importante, al momento, è comunque uscire dall'incertezza. Considerando che il ritardo nell'adozione di un quadro normativo stabile sta già frenando gli investimenti: secondo l'ultimo rapporto dell'ESTIF, la Federazione europea delle industrie del solare termico, se in Europa il comparto risulta in crescita dal 2008, in Italia le installazioni sono scese del 15% nel solo 2011.
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