di
Alessandra Profilio
07-06-2012
“Mancano 9 giorni all'inizio del Vertice Mondiale sulla sostenibilità di Rio+20 e il silenzio dei media main stream sull'argomento diventa via via sempre più assordante”. È quanto denuncia la Rete Italiana per la Giustizia Ambientale e Sociale (Rigas), insieme a Cgil e FSNI, che ha organizzato una giornata di denuncia contro il bavaglio dell'informazione pubblica sul summit sulla Terra.
Mancano ormai pochi giorni al summit sulla Terra che si terrà a Rio de Janeiro dal 20 al 22 giugno prossimi. La Conferenza delle Nazioni Unite è stata denominata Rio+20 in quanto si svolge a 20 anni di distanza dal Vertice della Terra UNCED tenutosi nella città brasiliana nel 1992.
A Rio sono attesi 100 capi di stato e di governo e 50.000 delegati che prenderanno parte ai lavori di questa riunione fondamentale per segnare le sorti del nostro futuro. Sebbene si tratti di un appuntamento importante per affrontare le questioni inerenti la crisi ambientale, in pochi ne parlano.
“Mancano 9 giorni all'inizio del Vertice Mondiale sulla sostenibilità di Rio+20 e il silenzio dei media main stream sull'argomento diventa via via sempre più assordante”. È quanto denuncia la Rete Italiana per la Giustizia Ambientale e Sociale (Rigas), insieme a Cgil e FSNI, che ha organizzato una giornata di denuncia contro il bavaglio dell'informazione pubblica sul Vertice Rio+20. Il flash mob di denuncia si terrà domani, venerdì 8 giugno, alle 11.30 a Roma, in via Mazzini, davanti alla sede Rai.
“A Rio – riferisce Rigas - c'è in gioco c'è il futuro del pianeta, il futuro delle generazioni che verranno. Con alle spalle 20 anni di fallimento della governance, c'è più che mai bisogno di creare una diffusa coscienza sull'urgenza e la non rimandabilità di certi temi”.
“Riteniamo che l'informazione abbia il dovere di occuparsi adeguatamente e in maniera corretta delle importanti questioni inerenti la crisi ambientale, portando a conoscenza della cittadinanza la gravità della situazione attuale, il dibattito in corso nel mondo, gli appuntamenti e le proposte avanzate tanto dai governi quanto dalle organizzazioni sociali e contribuendo in tal modo a stimolare processi di consapevolezza e di cittadinanza attiva”.
Il passaggio alle fonti di energia rinnovabili, la trasformazione del modello alimentare attuale in quello dell’agroecologia, la salvaguardia dell’acqua, la trasformazione del tessuto produttivo entro parametri di sostenibilità: questi alcuni degli argomenti che saranno discussi al vertice di Rio+20.
A pochi giorni dall'inizio del vertice, intanto, quattro studi pubblicati sulla rivista Nature sostengono che la Terra è vicina al punto di svolta che potrebbe portare il nostro Pianeta al collasso. Secondo i ricercatori guidati dall'università della California a Berkeley, a causa delle pressioni dell'uomo e dei cambiamenti climatici, la Terra è estremamente vicina ad un punto che potrebbe portare il pianeta ad uno stato irreversibile. La preoccupazione è che si potrebbe arrivare alla distruzione degli ecosistemi vegetali e animali, con conseguenze anche sull'acqua e i rifornimenti alimentari.
Gli esponenti dell'Organizzazione Internazionale per la Conservazione ritengono che il summit di Rio rappresenti una seconda opportunità per salvare il pianeta. Come sottolineano gli esperti, infatti, il Brasile custodisce circa il 70% della biodiversità mondiale e rappresenta una delle poche economie non toccate dalla crisi.