Nelle ultime ore due notizie relative all'inquinamento di territori minacciati da sostanze tossiche. Il Lago Massaciuccoli, vicino Lucca, infestato da un’alga 'killer', e poi il suolo del Petrolchimico di Mantova, contaminato dalle produzioni industriali. Ancora una volta a rischio c'è la salute dei cittadini.
Alghe tossiche nel Lago Massaciuccoli, in provincia di Lucca. A lanciare l’allarme è la Asl, in seguito ad un controllo dell’Arpat (Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana), tramite un documento in cui si parla di acqua contaminata e si mettono in guardia i frequentatori della zona circa i rischi cui vanno incontro. Irritazione cutanea da contatto, diarrea da ingestione, irritazione delle vie respiratorie e possibili difficoltà respiratorie.
Responsabile della contaminazione del lago è la microcistina, un’alga nutrita da azoto e scarichi fognari.
"Ci sono finanziamenti ministeriali che non sono stati ancora utilizzati e che potrebbero consentirci di procedere con il risanamento eliminando le sostanze nutrienti che ora favoriscono il proliferare delle alghe", queste le parole di Luca Lunardini, sindaco di Viareggio, il quale ha convocato un incontro con tutti gli enti interessati, ovvero i comuni che si affacciano sul lago, per discutere le misure da adottare per affrontare il problema.
Nel lago Massaciuccoli vige già il divieto di balneazione. Oggi, alla luce dei preoccupanti risultati delle analisi dell’Arpat, la Asl consiglia a tutti coloro che praticano canottaggio di indossare indumenti impermeabili per non entrare in contatto con l’acqua.
Ma delle ultime ora è anche un'altra notizia, quella del rischio per la salute dei residenti nei pressi del Petrolchimico che sorge a poche centinaia di metri dal centro della città di Mantova, Patrimonio dell'Unesco.
Lo riporta il quotidiano Terra: il suolo del Polo chimico risulta contaminato da sostanze di diretta derivazione delle produzioni industriali come metalli, benzene, toluene, etilbenzene, cilene, stirene, idrocarburi e diossine. La bonifica non parte, e la messa in sicurezza va molto a rilento. Intanto - scrive il quotidiano - il sottosuolo del Polo industriale è invaso da un lago di surnatante, un composto di oli, benzine e petrolio, che continua a espandersi. Ma è difficile accertare le responsabilità di quale, tra le decine di industrie che si sono succedute, quanto e quando l'abbia prodotto. L'assessore comunale ai Lavori pubblici, Giampaolo Benedini, denuncia: "Se queste sostanze arrivassero nel fiume Mincio sarebbe un disastro".
La situazione è talmente grave che c’è "una probabilità di ammalarsi di sarcoma per chi è residente nelle vicinanze del Petrolchimico di Mantova oltre 30 volte più elevata di chi ha abitato nel centro della città", come denuncia lo stesso Terra. Inoltre, secondo un’anticipazione, "il dato delle malformazioni nella provincia sarebbe il doppio più elevato rispetto a quello dell'Emilia-Romagna".
L'ennesimo caso in cui danneggiare un ecosistema coincide con seri rischi per la salute dei suoi abitanti.