di
Debora Billi
25-11-2010
Avrebbe dovuto produrre energia pulita, invece smaltiva rifiuti di varia natura, ma soprattutto contenenti concentrazioni di sostanze inquinanti non consentiti dalla normativa vigente. Sotto sequestro stavolta ci è finita la centrale a biomasse Riso Scotti Energia di Pavia, durante un'operazione coordinata dalla procura dalla Repubblica di Pavia.
Doveva produrre energia pulita, invece smaltiva rifiuti non consentiti. La centrale a biomasse Riso Scotti Energia di Pavia è stata messa sotto sequestro mercoledì mattina, durante l'operazione 'dirty energy', coordinata dalla procura della Repubblica di Pavia.
La Riso Scotti Energia, società di proprietà della Riso Scotti, era destinata, in principio, allo smaltimento, attraverso una centrale a biomasse, della lolla del riso, un sottoprodotto della lavorazione industriale impiegato come ottimo combustibile. In seguito, grazie a un'evoluzione della normativa, l'impianto era autorizzato a smaltire anche rifiuti speciali non pericolosi.
Secondo le indagini condotte dal Corpo forestale, nell'impianto, insieme alla lolla, si bruciavano anche rifiuti di varia natura (tra cui legno, plastiche, imballaggi e fanghi di depurazione di acque reflue) con concentrazioni di inquinanti (soprattutto metalli pesanti) superiori ai limiti consentiti dalla legge. Un traffico di 40.000 tonnellate di rifiuti urbani e industriali non regolarmente trattati, provenienti da impianti di smaltimento.
Un giro d'affari che, secondo le prime stime, si aggira intorno ai 30 milioni di euro, grazie anche agli incentivi statali che questo genere di impianti riceve.
Dal blog di Debora Billi
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