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La rivoluzione delle biciclette a Londra, nuovi modi di vivere la città
di
Dario Lo Scalzo 28-06-2012
Salute, ambiente, risparmio, maggiore socialità, migliore qualità della vita. A partire dal 2010 il sindaco di Londra, Boris Johnson, è impegnato nella promozione della mobilità su due ruote. Nella capitale inglese il bike sharing è divenuto così il tentativo di costruire una nuova maniera di vivere la città.
Quello che sta accadendo negli ultimi anni nella capitale inglese non è fantascienza ma l’impensabile che si traduce in realtà. È la dimostrazione che quando si è di fronte alla convergenza delle potenzialità e delle diversità con il fine ultimo del benessere collettivo ogni ostacolo può essere sormontabile e in breve tempo anche le barriere culturali e comportamentali possono essere modificate e sgretolate.
Parliamo di salute, ambiente, risparmio, maggiore vivibilità, migliore qualità della vita e di tanto altro. E tutto ciò sta dentro ad un’idea pensata e portata avanti coerentemente dal 2010 dal sindaco di Londra, il 'conservatore' Boris Johnson insieme a tanti altri collaboratori e supporter, tra i quali i numerosi cittadini-ciclisti del Regno Unito, si stima siano 20 milioni.
L’idea è quella del 'bike sharing' con il quale Londra negli ultimi anni si è dotata di 400 stazioni di noleggio pubblico e di 8mila bici pubbliche. Una campagna, finanziata anche da una banca privata, in favore delle due ruote ed un formidabile piano realizzato con milioni di sterline investite dal governo per portare avanti una vera e propria rivoluzione; la rivoluzione della bicicletta nel mondo londinese.
Dall’idea alla sfida e così, in vista dei Giochi Olimpici del prossimo agosto, il bike sharing è ben presto divenuto il tentativo, sembrerebbe riuscito, di costruire una nuova maniera di vivere e l’opportunità da cogliere per cambiare in positivo i comportamenti consolidati della gente.
Sono stati migliorati i collegamenti per Londra con itinerari ciclabili che dalla periferia londinese portano verso il centro. Sono state create delle corsie preferenziali nonché le Cycle Superhighways, delle autostrade riservate alle due ruote (strade segnalate in blu), sono state realizzate delle piste pedonali e ciclabili (strade verdi) e ancora itinerari protetti (strade gialle) e piste alternative fuoristrada (strade marroni).
Un sistema ed una rete di 15 mappe guidate del Comune di Londra che permetteranno ai turisti, ai londinesi e agli appassionati sportivi di partecipare ed assistere ai differenti eventi olimpici a colpi di pedale.
Tali itinerari e piste diventeranno permanenti dopo i Giochi Olimpici di quest’estate per tendere a una nuova maniera di vivere la capitale. Nell’ideazione dei circuiti ciclabili non si è di certo dimenticato di coprire i luoghi cult di London, i locali, i ristoranti, i pub ed altri punti di ritrovo alla moda.
Insomma dalla periferia al cuore della City, dai canali ai parchi, dai mercati ai pub si snoda una rete ciclabile lunga 75km.
E che dire del nuovo sistema di semafori londinese che attribuisce automaticamente agli incroci la precedenza ai ciclisti? La precedenza al mezzo eco, ulteriore incentivo e premio per chi preferisce la bicicletta. E delle strutture collaterali che continuano a nascere per facilitare il crescere della nuova salutare ed ecologica vita su due ruote? Le sedi lavorative, gli uffici ed altri luoghi pubblici si dotano sempre più di docce e spogliatoi per evitare ogni tipo di disagio al cittadino-ciclista oltre che per incentivarlo sempre maggiormente all’utilizzo delle due ruote.
La rivoluzione della bicicletta apre le porte alle nostre future vite, quelle di nuovi cittadini, coscienti, consapevoli e sensibili ad un progresso sociale differente. Tale rivolta potrebbe rappresentare la soluzione vincente a tanti problemi che tuttora difficilmente il cittadino europeo riesce a vedere e a cogliere.
L’utilizzo della bici - ovviamente accompagnato da efficaci piani pubblici, da strutture adeguate, da campagne educative e formative - schiude le porte a un diverso vivere favorendo la riduzione del consumo dei carburanti (che, tra l’altro, farebbe un gran bene non solo all’ambiente ma anche alle nostre tasche), la conseguente riduzione di automobili e moto per i centri urbani con la diminuzione del traffico, dell’inquinamento acustico, dello stress e del nervosismo generalizzato della gente. Effetti benefici verrebbero da una maggiore socialità ed empatia tra la gente così come significativi potrebbero essere i giovamenti legati alla prevenzione di certe malattie e più in generale allo stato di salute del cittadino occidentale che, secondo recenti dati, si fa sempre più obeso e sedentario.
Ne trarrebbero forte impulso lo stile di vita, la salute, l’umore della gente e, contestualmente, si darebbe respiro all’ambiente. Indirettamente si potrebbe persino incidere su problematiche che non viviamo sotto casa come il fenomeno del land grabbing legato alla produzione di biocarburanti per i trasporti del mondo 'civilizzato'.
Attenzione, non possiamo attendere una bacchetta magica trasformatrice di abitudini e stili di vita consolidati, occorre impegnarsi e giocare il ruolo di cittadini abbandonando per una volta quello di consumatore a tutti i costi affibbiatoci ad arte. Occorre contribuire personalmente e richiedere che si favorisca e si inneschi questo tipo di cambiamento. Occorre trovare i nostri Boris Johnson, ma prima di tutto bisogna maturare in consapevolezza affinché si possano gettare le basi e le condizioni per modificare realmente i comportamenti, le 'inquinanti' comodità acquisite dall’uomo moderno, e affinché il senso civico e il senso di civiltà possano costituire i pilastri di un nuovo essere e di un nuovo divenire.
Commenti
Macche' 4200! Sono 570 le "docking stations"! Comunque pedalare per londra non e' troppo piacevole: in una delle citta' piu' inquinate d'europa in mezzo al traffico e' un esperienza che definirei "tossica". Siamo ancora molto lontani dal modello olandese. Apprezzo lo sforzo di boris ma il traffico automobilistico andrebbe scoraggiato.
Mario Bramoso, 28-06-2012 12:28
Ciao Mario, grazie tante della precisazione in merito al numero di docking stations. In effetti era un refuso, c'è uno zero di troppo. Abbiamo provveduto alla correzione. Per il resto si è forse lontani dal modello olandese, le dimensioni sono diverse, occorre più tempo, ma la via percorsa non è male, tempo al tempo ;-) grazie 1000 per la segnalazione ed il contributo.
Dario, 29-06-2012 07:29
io ho abitato a lungo a londra, e sin dal 1971 ho iniziato ad usare la bici, come erano pesanti, è verissimo il problema del traffico ma adesso boris ha fatto veramente una rivoluzione diminuendo il traffico a motore e aumentando notevolmente quello a pedali.
ho avuto la fortuna di abitare a amsterdam come a copenaghen ma sapete dove si va da quasi sempre meglio in bici? a new york!
sembra incredibile ma è vero, ovvio mancano i grandi numeri olandesi o danesi ma si viaggia sicuri e le piste ciclabili sono ovunque, ancora poco diffuso il bike sharing
forza boris che sei forte..
salvaiciclisti arezzo, 18-08-2012 10:18
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