“La natura, insomma, non è l’àncora che tiene ferma una barca ma il mare stesso: tentare di chiuderla nelle tranquille baie di rigorosi sistemi scientifici o morali è impossibile”.
Anche se siamo abituati al ripetersi dei fenomeni naturali, al punto di averli tradotti nel linguaggio statico dei proverbi, non possiamo evitare di ammettere che il loro puntuale verificarsi non è certo. Le scoperte della fisica contemporanea hanno messo in crisi il nostro concetto di ‘natura’, e di ‘natura delle cose’. Per quanto ai nostri occhi non sembri, l’intelligenza dei fatti ci mostra complessità e casualità più interessanti e inquietanti della sicurezza che come esseri finiti cerchiamo di garantirci.
La natura, insomma, non è l’àncora che tiene ferma una barca ma il mare stesso: tentare di chiuderla nelle tranquille baie di rigorosi sistemi scientifici o morali è impossibile. Non lo hanno capito alcuni politici e uomini di fede che fanno appello a una presunta ‘naturalità’ per negare a quel che vive di prendere strade nuove e con diritto.
Dicono, questi difensori della specie, che non è ‘naturale’ il matrimonio tra omosessuali, e che una questione del genere non va risolta con le leggi dello Stato; che anzi questo Stato non possa lasciare alle persone la responsabilità della scelta migliore per se stesse, perché farlo significherebbe violare i criteri della natura, e l’abuso diventerebbe un abominio.
Le leggi di uno Stato laico, però, dovrebbero consentire ai cittadini di sviluppare il movimento dei corpi e dello spirito non in base a una rigida concezione della civiltà opposta alla natura (per cui norme, vincoli e restrizioni servano a impedire lo sbranamento reciproco e l’arbitrio del potere) ma piuttosto riconoscendo che la natura degli uomini coincide con la loro fluida, sorprendente, terribile, gioiosa evoluzione, che ne è essenza e destino.
E pure che le parole con cui la esprimono non sono definitive, per quanto tentino con sforzo e perizia di definire la realtà. Le parole sono piuttosto un territorio da inventare, allargare, abitare con i propri bisogni e bisogno di significato. Ciascun essere umano combatte per esse e insieme ad esse giorno dopo giorno; non lascia che un termine importante come ‘naturale’ passi nella conversazione senza che la sua pertinenza venga contestata e giocata contro chi chiede di veder riconosciuto nel proprio l’unico corretto vocabolario; oppone al tono assertivo e confortevole con cui si esprimono anche i proverbi l’ipotesi lieve e disarmante che una mattina -nonostante succeda al tramonto del sole infuocato- nevicherà.