di
Andrea Degl'Innocenti
20-06-2011
Malpensa è solo l'ultimo caso. Esistono molti studi che certificano ormai da anni l'insostenibilità dei maxi-scali, e l'impatto che essi hanno sulla salute dei cittadini e dell'ambiente circostante. Fra progetti di ulteriori espansioni e proteste veementi di sindaci, comitati e associazioni, forse qualcosa sta cambiando?
Diverse centinaia di aerei ogni giorno che ti passano sopra la testa, eppure non è di torcicollo che soffrono, e muoiono, gli abitanti che risiedono nei pressi dei grandi aeroporti d'Italia. L'inquinamento acustico è stato riconosciuto da diversi studi come causa di malattie respiratorie e gastriche, ipertensione e disturbi psichici. E poi ci sono tutti i danni causati dall'inquinamento ambientale: aumenti consistenti di ozono, idrocarburi, metalli pesanti e particolato sono stati più volte rilevati nelle zone aeroportuali.
L'ultimo caso è quello di Malpensa, che un'inchiesta del Fatto Quotidiano ha ricostruito in maniera accurata. L'aeroporto milanese è in procinto di espandersi; c'è un progetto ambizioso che mira a trasformarlo in uno snodo fondamentale per tutta la regione con la realizzazione di una terza pista. La situazione ambientale però, già adesso desta più di una preoccupazione e getta diverse ombre sull'opportunità di costruire ancora.
Già nel 1999 Umberto Quintavalle, proprietario di una terreno di 210 ettari nel parco del Ticino, aveva intentato una causa contro Sea – la s.p.a. che gestisce gli scali milanesi – accusandola di danno biologico, visto che le continue emissioni rilasciate dagli aerei in decollo avevano praticamente desertificato il suo territorio. Nel 2008 la sentenza ha dato ragione a Quintavalle, condannando Sea ad un risarcoimento di 5 milioni di euro.
Da allora si è aperto un fronte di indagine che ha portato a scoperte inquietanti: Arpa Lombardia, in seguito a numerose misurazioni ha riscontrato aumenti costanti e preoccupanti nei livelli di ozono, nanoparticelle e metalli pesanti. La Asl della provincia di Varese ha riscontrato un parallelo aumento della mortalità per malattie respiratorie di quasi il 55 per cento negli ultimi 12 anni, a fronte di aumenti, nelle zone adiacenti, che vanno dall'8 al 14 per cento; e in uno studio dell’Università Cattolica di Brescia si rilevano i livelli preoccupanti raggiunti da alcune sostanze cancerogene nella zona.
Nell'ottobre 2010 ecco che arriva una nota del ministero dell'Ambiente. Malpensa viene definito, senza mezzi termini, un “disastro ecologico”; in allegato una relazione del Corpo Forestale dello Stato del dipartimento di Varese, che ne attesta effetti devastanti sull'ambiente: morie degli uccelli, desertificazione dei boschi. La nota è rivolta a tutti gli enti con competenze aeroportuali, come i ministeri dei Trasporti e dell'Agricoltura, la Regione Lombardia e l'ente Parco del Ticino. Nessuno però la prende in considerazione: il titolo Sea – ipotizza Il Fatto – era in procinto di essere quotato in borsa ed una rivelazione del genere avrebbe danneggiato gravemente i suoi titoli.
Ma quello di Malpensa non è un caso isolato. I grandi aeroporti italiani sono da anni oggetto di studi sanitari e ambientali che ne dimostrano l'insostenibilità. Ciampino è stato oggetto dello studio 'Sera' sugli effetti del rumore Aeroportuale, istituito dal Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale su mandato dell'assessorato all'Ambiente della Regione Lazio e in collaborazione con le Amministrazioni comunali interessate. Lo studio, svolto con la collaborazione dell'Archivio di Farmaceutica della Regione Lazio, ha dimostrato un aumento considerevole del numero di prescrizioni di farmaci legati a malattie respiratorie e di medicine antidepressive. Ha inoltre rilevato un'associazione tra rumore aeroportuale, ipertensione e fastidio generato da rumore, detto annoyance.
Oltre al rumore poi, Ciampino rimane uno dei comuni con l'inquinamento atmosferico più elevato della regione, con le polveri sottili che superano i valori legali mediamente un giorno su quattro. Sebbene non siano stati effettuati studi a riguardo è probabile che anche questi fattori abbiano influenze sulla salute e la qualità della vita dei cittadini. Per questi motivi, lo scorso marzo, i sindaci delle zone adiacenti hanno chiesto al governo e all'Enac un intervento immediato.
E che dire poi di Fiumicino? Anche qui è in progetto un'espansione imminente, con costruzione della quarta quinta e sesta pista. Un colosso che incrementerebbe di parecchio il traffico aereo e l'inquinamento, e andreabbe a peggiorare una situazione anche adesso insostenibile. Il comitato Fuoripista ha denunciato che da un monitoraggio acustico effettuato nelle zone abitate e limitrofe all'aeroporto Leonardo da Vinci in collaborazione con Legambiente risulta un superamento costante dei limiti di rumore previsti per i centri abitati, con emissioni di decibel doppie rispetto ai limiti consentiti.
Insomma, in tutta Italia i mega-aeroporti causano ingenti danni ambientali e alla salute delle persone. Qualcosa forse sta cambiando, se è vero che il 2 marzo scorso il ministero della Salute ha finanziato con 550mila euro uno studio epidemiologico coordinato tra le Asl di Torino, Pisa, Verona, Milano per certificare l'impatto degli aeroporti italiani.