14 comuni della provincia di Salerno sono stati colpiti dall'emergenza idrica a seguito della rottura dell'acquedotto del Basso Sele causato da un ingrossamento del fiume per le forti piogge. Entro il 23 dicembre la situazione dovrebbe tornare alla normalità, questo l'impegno preso dalla Protezione Civile.
Ieri, a causa del maltempo che ha danneggiato la provincia di Salerno, il fiume Sele si è alzato di otto metri distruggendo uno dei piloni che sorreggono l'acquedotto del Basso Sele. Mezzo milione di persone è rimasto senza acqua. Sono 14 i comuni colpiti dall'emergenza idrica, dalla zona orientale di Salerno a Santa Maria di Castellabate nel Cilento, passando per Pontecagnano, Bellizzi, Montecorvino Pugliano, Battipaglia, Eboli, Campagna, Serre, Albanella, Montecorice, Ogliastro Cilento e Cicerale.
Scene di panico hanno dilagato ovunque, i supermercati sono stati assaliti dalle persone per rifornirsi di acqua minerale, le scuole sono state chiuse nonostante le rassicurazioni dell'Assessore provinciale alla Protezione civile, Antonio Fasolino: "Stiamo vagliando ogni possibile soluzione per garantire una distribuzione immediata di acqua non potabile con l'ausilio di autobotti per approvvigionare vari serbatoi comunali dei territori interessati dalla sospensione idrica".
Entro il 23 dicembre la situazione nei comuni rimasti a secco dovrebbe tornare alla normalità. Edoardo Cosenza, Assessore regionale ai lavori pubblici, è stato nominato commissario straordinario per l'emergenza e martedì verrà dichiarato lo stato di calamità per le aree del salernitano colpite dall'evento.
"Non abbiamo intenzione di perdere neppure un minuto per l’acquedotto del Sele. Credo di essere stato il primo a dire alla Camera che nel salernitano c’era una situazione molto grave - ha detto Bertolaso prima di dare il via ai lavori. Quando parliamo di fornitura idrica, parliamo di un bene essenziale, che non riguarda solo i privati ma anche ospedali e altre strutture pubbliche".
"Quello che sta succedendo nel salernitano - dichiara anche Michele Buonomo, presidente regionale di Legambiente - è il risultato di anni di negligenza, malgoverno e inefficienza con corsi d'acqua e valloni di scolo ridotti a discariche, cementificazione selvaggia, manutenzione ordinaria al lumicino. E a pagare sempre e solo i cittadini, l'ambiente ed il territorio. Bisogna intervenire subito a rischio un'intera economia, la salute dei cittadini, e la vita quotidiana di tante città". Secondo una prima stima, infatti, i danni nel settore agricolo sono di circa 100milioni di euro e 20mila sono i posti di lavoro persi per i prossimi mesi.
La situazione, dunque, sembra essere molto complicata. Realizzare il bypass che consentirà di collegare, con un secondo tubo esterno lungo tre chilometri, i due punti in cui l'acquedotto si è rotto non è una operazione semplice. Entro una settimana dovrebbero cominciare i lavori, Bertolaso - nel suo ultimo giorno in carica in qualità di capo della Protezione civile - ha garantito che ci saranno le necessarie deroghe per "procedere in modo spedito" nella realizzazione dei lavori. La richiesta di sollecitudine arriva anche dal sindaco di Salerno Vincenzo De Luca "A Salerno e nella piana del Sele dobbiamo fare le stesse cose che sono state fatte in Veneto, perché questa non è l’Africa. Dunque anche per noi servono tempi e finanziamenti straordinariamente rapidi, che ci consentano un intervento deciso e immediato".
Commenti