Il Tamigi ha ripreso a vivere ripopolandosi di specie che avevano abbandonato le acque del fiume londinese. Tutto merito della politica ecologica e ambientale voluta dai governi britannici degli ultimi anni. Una situazione del tutto diversa da quella che coinvolge i corsi d'acqua italiani. Questi ultimi, infatti, rischiano di diventare nient'altro che ecosistemi avvelenati.
Cinquant'anni fa il Tamigi veniva segnalato come un fiume “biologicamente morto”, condizione che ha causato la scomparsa della flora e della fauna tipica del corso d'acqua. Oggi, dopo aver avviato una determinata politica ecologica e ambientale, il fiume si è ripopolato di salmoni, lontre, sogliole e foche sparute. Sono ricomparsi anche i cavallucci marini che a causa delle acque velenose del Tamigi avevano migrato verso altri lidi insieme alle altre specie.
Ma non è solo l'Old Father Thames – nome con cui i londinesi chiamano il Tamigi – a rinascere, secondo l'ultimo rapporto dell'Environment Agency (l'ente statale che gestisce i corsi d'acqua britannici) altri fiumi del Regno Unito stanno riprendendo vita. Questo è il frutto di un lungo lavoro, iniziato dalla Thatcher e proseguito fino ad oggi, che ha puntato molto sulla qualità dell'acqua attraverso l'introduzione di depuratori che hanno trattato gli scarichi fognari e una legislazione dura verso i responsabili dell'inquinamento.
In Italia, invece, secondo il rapporto realizzato dal Wwf, i nostri fiumi sono fogne a cielo aperto, inquinati da scarichi velenosi a causa di un malfuzionamento dei depuratori. Tutte condizioni ideali per l'estinzione delle specie che vi abitano. L'88% dei pesci di acqua dolce, infatti, è a rischio così come due terzi degli uccelli e dei mammiferi che vivono lungo i torrenti. "I nostri fiumi stanno morendo" denuncia il Wwf. "L'autorità nazionale di bacino – accusano gli ambientalisti – non è mai nata, ed è stata sacrificata nel nome del federalismo, indebolendo così i controlli".
29 corsi d'acqua sono stati al centro dell'indagine in tutte le regioni d'Italia dalla Sicilia al Piemonte: cemento, rifiuti e scarichi stanno minacciando la loro biodiversità. Sull'Agri, in Basilicata, sono stati individuati 74 sbarramenti e 26 depositi di rifiuti, lungo l'Adda aumentano i cantieri, scarichi abusivi sono stati individuati nell'alto Tevere, l'Aniene a causa di depuratori inattivi è inquinato, nel Po la biodiversità è stata intaccata...
Insomma, mentre quest'anno il Tamigi ha vinto il Thiess River Prize, riconoscimento internazionale che premia i progetti di recupero dei corsi d'acqua, ospitando più di 125 specie di pesci, in Italia, se non si cambia rotta i fiumi saranno presto solo veleni, rifiuti e liquami.