Paff...bum. Ciao Lucio
di
Claudia Bruno
02-03-2012
Un saluto a Lucio Dalla, poeta e genio della musica italiana, sempre in anticipo sui tempi, amante della sperimentazione e attento a tematiche spesso poco considerate, deceduto ieri a causa di un infarto in Svizzera, dove era in tour.
“Ma perché piangi tanto?” mi ha chiesto il direttore dopo che avevo saputo la notizia. D’altra parte Lucio non era un parente, né un amico reale. Eppure niente, è successo così, che alla fine ho dovuto fermarmi un attimo tra lacrime e singhiozzi perché vedevo il monitor annacquato e non riuscivo a continuare le pubblicazioni.
La prima canzone che ho cercato è stata Paff bum. Poi Caruso. Poi Sylvie. Poi 4 marzo 1943. E così Anna e marco. Futura. Disperato erotico stomp. E poi ancora: La casa in riva al mare, Anna bell’anna, Piazza grande, Com’è profondo il mare, Tango, Sulla rotta di cristoforo colombo. Come ogni nerd che si rispetti ho composto la playlist per l’occasione insomma.
Va bene, Lucio non era un parente, nemmeno un amico reale.
Il fatto è che lui era davvero seduto sul sedile posteriore della uno bianca dei miei, precisamente tra me e mia sorella, quando noi quattro in pieno agosto attraversavamo il tavoliere delle puglie così, con i finestrini aperti per l’afa, e il portabagagli saturo. Lui era davvero lì con noi a disegnarci quelle storie cantate che sapevano di viaggi e libertà, amori insoliti e strana umanità. Il nastro girava e girava fino alla fine del lato, e arrivava sempre il momento in cui uno di noi diceva “alza, alza”.
Papà al volante, mamma sguardo fisso sui campi di grano, mia sorella che canta (in realtà mia sorella dice che non era ancora nata, ma secondo me già c’era e cantava). Chissà a cosa stanno pensando… io guardo fuori dal finestrino gli spazi sconfinati, il giallo e l’azzurro intensi che si scontrano all’orizzonte, e mentre penso che “tra un po’ rivedo nonna, chissà quanto è invecchiata da Pasqua” seduti sulle nuvole li riconosco: Anna, Marco, Sylvie, Caruso, Futura, la casa in riva al mare, il bambino in fasce, piazza grande, il mare, gesubambino, i marinai, la ragazzamadre. Tutti. proprio tutti. Lì, sulle nuvole impegnati a fare ognuno le sue cose, mentre a me scorre l’aria tra i capelli sulla fronte. E allora tiro un po’ su la manovella nera, e poi chiedo: “papà… ma che vuol dire pastfmbum?”.
Voglio dire, a me il fatto che Lucio se n’è andato mi ha ricordato tutto questo. Pezzi di esistenza completamente sommersi nella memoria. Come quando un vaso va in frantumi e ti ricordi di chi te l’ha regalato, e perché, e quando, e che sensazione hai provato in quel momento della tua vita. Una sensazione completamente smarrita. Una sensazione improvvisamente ritrovata mentre spazzi i cocci sul pavimento.
Ecco, è per questo che ho pianto così tanto.
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