Quella appena trascorsa è stata una notte di tensione per la Val di Susa dove i No Tav si sono dati appuntamento a un anno dallo sgombero del presidio da parte delle forze dell'ordine. Se i rappresentanti del movimento parlano di un'iniziativa riuscita, però, oggi agenzie e testate giornalistiche raccontano di scontri innescati proprio dai manifestanti.
Quella appena trascorsa è stata una notte di tensione per la Val di Susa dove i No Tav si sono dati appuntamento ad un anno dall'attacco delle forze dell'ordine al progetto della 'Libera Repubblica della Maddalena'.
Era l'alba del 27 giugno 2011 quando le forze dell'ordine sgomberarono il vasto presidio che da oltre un mese i manifestanti avevano allestito in località Maddalena di Chiomonte (oggi sede del cantiere) per impedire l'inizio degli scavi del tunnel geognostico, operazione preliminare alla costruzione della linea ad alta velocità Torino-Lione.
“Siamo ancora qui, nella lotta, attivi come sempre e così si riparte, da Chiomonte, dal campeggio No Tav”. È quanto si legge in una nota diffusa dal movimento No Tav per annunciare la 'passeggiata' nei boschi in Val Clarea organizzata per il primo anniversario di una delle date simbolo del movimento.
“Siamo ancora qui con le bandiere e con il cuore, con le mani e con i polmoni pronti a lavorare per il momento buono. Siamo pronti a resistere nel tempo, ci siamo attrezzati, alcune cose sono cambiate, altre no, non cambieranno mai”, conclude la nota dei No Tav.
Quella che doveva essere una 'passeggiata' è stata però di fatto una notte di scontri tra i manifestanti e le forze dell'ordine. Cosa è successo stanotte in Val di Susa?
“Più di cinquencento no tav – si legge sul sito del movimento - questa sera hanno raggiunto in due momenti la val Clarea radunandosi attorno alla baita ora recintata. Da lì si sono poi mossi in vari gruppi percorrendo i sentieri che costeggiano le recinzioni del cantiere. Cantiere oramai enorme che già da subito ha dimostrato le sue debolezze, difficoltoso da difendere per chi oggi vuole iniziare i lavori del tunnel geognostico. In almeno tre punti sono state tagliate in modo considerevole le recinzioni.
Immediata la risposta con idranti e gas lacrimegeni che non hanno però interrotto la pressione. Danneggiate anche due torri faro e numerose protezioni di cantiere. Dopo due ore di tagli e resistenza il movimento ha poi ripreso la via di Chiomonte e Giaglione. L’iniziativa, senza euforia fuoriluogo, è da considerarsi riuscita, nata domenica sera in una assemblea popolare nell’ottica di continuare il boicottaggio attivo del cantiere, continuando il programma di iniziative apertosi con gli studenti no tav e che proseguirà tutta l’estate, luglio, agosto e settembre”.
Se i rappresentanti del movimento parlano di un'iniziativa riuscita, ancora una volta oggi le agenzie e le testate giornalistiche raccontano di una notte di scontri innescati proprio dai manifestanti.
Secondo quanto riporta anche l'ANSA, i No Tav avrebbero ripreso l'offensiva contro il cantiere in Val di Susa con sassi, petardi, fuochi d'artificio e anche un paio di bombe carta.
Alcune centinaia di militanti (intorno ai 200, secondo fonti della Questura di Torino), una quarantina dei quali appartenenti all'ala "antagonista più dura", secondo testate e agenzie si sarebbero raccolti attorno alle recinzioni e, dai boschi, avrebbero scatenato la loro "azione di disturbo". Da qui, per rispondere agli attacchi in diversi punti, le forze dell'ordine avrebbero quindi utilizzato idranti e lacrimogeni. Negli scontri, tutti riportano - tranne il sito dei No Tav - un dirigente di polizia è stato colpito ad una spalla da una grossa pietra ed è rimasto contuso.
La serata, riferisce l'ANSA, sarebbe cominciata con la rumorosa e tradizionale “battitura” contro le reti, e con qualche slogan contro poliziotti e carabinieri. Un operaio del cantiere avvicinatosi alle barriere per sistemare un gruppo elettrogeno sarebbe stato bersagliato da un fitto lancio di petardi. Ci sarebbe stata a quel punto una escalation.
“Petardi e bombe carta scagliati contro i mezzi delle forze dell'ordine hanno innescato un paio di principi di incendio delle sterpaglie che però sono stati spenti immediatamente. I militanti, sotto il getto degli idranti, hanno quindi ripreso i sentieri tra i boschi e sono tornati al campeggio che sorge, nel territorio del comune di Chiomonte, nella spianata a poche decine di metri dalla strada d'accesso principale al cantiere” si legge sempre dall'Ansa.
Ancora una volta, per chi non era in Val di Susa, è difficile sapere cosa è successo esattamente, il resto è lasciato - purtroppo - all'immaginazione.
A.P., C.B.