“Scorie radioattive. Chi sa trema, ma in silenzio” è un libro scritto da Andrea Bertaglio con la collaborazione di Maurizio Pallante. Dopo le inquietanti rivelazioni di questa inchiesta, i due autori cercano di dare risposte e soluzioni alternative alle brutture generate da un sistema focalizzato solamente sulla crescita dei consumi e dell’economia.
Uscito nelle scorse settimane ma assolutamente di attualità, il libro-inchiesta Scorie radioattive evidenzia le tremende conseguenze dell’uso di sostanze radioattive. Ad un anno esatto dal terribile tsunami dell’11 marzo 2011, l’attenzione del mondo è concentrata sulla tragedia di Fukushima, ma la centrale nucleare giapponese rappresenta solo la punta dell’iceberg, e non è che una piccola porzione degli esiti nefasti che le radiazioni hanno prodotto, stanno producendo e ancora per centinaia di migliaia di anni produrranno in tutto il pianeta.
Questo libro, decisamente 'no nuke' ma non per questo pregno di retorica o di ideologizzazione dei problemi trattati, è diviso in tre parti. Nella prima si ricorda appunto quanto è accaduto un anno fa nella centrale giapponese, ma anche quanto sia acceso il dibattito sull’energia nucleare in diverse nazioni del mondo: dalla Cina all’India, dagli Stati Uniti all’Europa (Francia inclusa), ci sono sempre più persone che non vogliono vedere compromesso il proprio futuro per l’illusione di pagare un po’ di meno una bolletta della luce.
Nella seconda parte ci si focalizza invece sull’Italia, dove ci sono treni carichi di scorie nucleari che vanno su e giù per l’Europa, rifiuti radioattivi stipati a pochi metri da fiumi ed importanti falde acquifere, depositi e scarichi di sostanze radioattive senza nessun controllo; ma anche basi militari con dozzine di testate nucleari e poligoni in cui, in Sardegna, si testano armi all’uranio impoverito, portando ben il 65% dei pastori delle zone circostanti ad avere la leucemia. Nella terza ed ultima parte, invece, si cercano delle soluzioni per uscire da un sistema, quello della crescita infinita, che non può che portarci ad avere problemi.
In questo volume è interessante notare come in Italia, nonostante la clamorosa vittoria del no al rilancio del nucleare ai referendum del giugno 2011, la popolazione sia esposta – spesso senza esserne consapevole – a una serie di pericoli a causa della presenza di materiale radioattivo in diverse aree del Paese. Dalle centrali nucleari dismesse ai depositi di rifiuti radioattivi, dalle basi americane in cui sono depositate dozzine di testate nucleari ai poligoni Interforze dell’Aeronautica Militare concentrati in Sardegna, fino ad arrivare alle questioni legate al Tav in Valle di Susa, i motivi per cui non ci si dovrebbe sentire troppo tranquilli, né rassicurati dalle informazioni ufficiali, sono numerosi.
Lungi dalla volontà di creare inutili allarmismi, i due autori cercano di tracciare un breve percorso che ci faccia riflettere, anche e soprattutto attraverso le testimonianze e le esperienze di esperti di fama internazionale (Luigi Sertorio, Massimo Zucchetti, Giulietto Chiesa ed altri), su quanto sta accadendo attorno a noi. Per potere poi agire di conseguenza, liberandoci al più presto di situazioni spesso francamente inaccettabili.
“La politica e l’informazione ci distraggono dalle vere situazioni di allarme, generando paure assai meno fondate”, scrivono Bertaglio e Pallante: “Dovremmo essere terrorizzati, ad esempio, all’idea di prendere un aereo o una metropolitana a causa del terrorismo, ma non al pensiero di avere depositi di rifiuti radioattivi in zone a rischio alluvione o sismico, o addirittura a cielo aperto nella quasi assenza di controlli; e neppure all’idea che il nostro Paese, denuclearizzato sia a livello civile che militare, ospiti armamenti stranieri che, potenzialmente, sono centinaia di volte più distruttivi delle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki”.
Le situazioni riportate in questo libro, dai problemi legati alle scorie radioattive alla presenza militare americana nel nostro Paese, sono dovute o si possono ricollegare direttamente o indirettamente all’anacronistica convinzione che sia necessaria una crescita economica e industriale illimitata per sostenere il Paese. Ma non si può pensare di consumare una quantità infinita di risorse quando la loro disponibilità è invece limitata.
In Scorie radioattive, dunque, si sottolinea il fatto che solo senza il nucleare ci si potrà svegliare prima dall’incantesimo della crescita illimitata, e che “la costante necessità del nostro sistema economico di avere sempre più energia a disposizione, e risorse da utilizzare (e sprecare) produce guerre che rendono necessarie le armi e le basi militari presenti sul nostro territorio”. Ci si pone così una domanda che porta ad una semplice riflessione: “Che cos’è il nucleare se non il continuo tentativo di portarci a consumare sempre più energia, invece di risparmiarla o usarla in modo più efficiente?”.
“Questo libro non è un manuale tecnico-scientifico, ma un saggio di taglio giornalistico che vi darà le indicazioni per potere approfondire gli argomenti trattati con altre letture”, ricordano gli autori, “è un tentativo di offrire un primo approccio a temi di fondamentale importanza per la nostra vita e la nostra salute, spesso sconosciuti (e taciuti di proposito)”, ma anche “uno spunto di riflessione per iniziare a comportarsi in modo differente”. Se non altro perché la crisi sociale, ambientale ed economica che stiamo vivendo in questo momento storico, che lo si voglia o no, ci stanno già imponendo di farlo.