Se cambiassimo la nostra vita in meglio e tutelassimo l’ambiente, ci sarebbero così tanti disagi e malattie?

Le società nord occidentali del mondo e i ceti benestanti dei paesi che imitano l’Occidente hanno raggiunto livelli di opulenza e ricchezza impressionanti; non c’è periodo storico passato in cui si siano avute così tante sicurezze dal punto di vista materiale. Ma il fatto che queste sicurezze derivino da uno sfruttamento indiscriminato di ambiente e persone, poco o niente importa a chi le ha.

Se cambiassimo la nostra vita in meglio e tutelassimo l’ambiente, ci sarebbero così tanti disagi e  malattie?

Le società nord occidentali del mondo e i ceti benestanti dei paesi che imitano l’Occidente hanno raggiunto livelli di opulenza e ricchezza impressionanti; non c’è periodo storico passato in cui si siano avute così tante sicurezze dal punto di vista materiale. Ma il fatto che queste sicurezze derivino da uno sfruttamento indiscriminato di ambiente e persone, poco o niente importa a chi le ha. Eppure, malgrado tanto benessere materiale, la gente sta male ed è piena di malattie, del corpo e della psiche.
Proviamo a considerare la condizione media di una persona benestante che vive inserita nella società di un paese nella parte nord occidentale del mondo o di quei paesi che ci imitano.

Nella stragrande maggioranza dei casi fa un lavoro che non ama o che addirittura odia, vive in città malsane, mangia cibo malsano, beve acqua malsana, respira aria malsana, è bombardato da elettrosmog che non lascia scampo da nessuna parte, vive in un mondo artificiale e lontano dalla natura, ha sempre meno relazioni con il prossimo e vive in simbiosi con la protesi artificiale chiamata telefono cellulare (o lampada di Aladino tascabile); i single aumentano, quindi di conseguenza anche la relativa solitudine, si fanno meno figli e ciò vuol dire che si ha una popolazione sempre più anziana, che a sua volta per ovvi motivi è sempre più sola. In una situazione simile, si finisce per isolarsi in un mondo fatto di realtà virtuale, si corre dalla mattina alla sera, si è bombardati da infiniti stimoli e si è costantemente sotto stress.

Una persona che vive in questo contesto quante probabilità avrà di ammalarsi anche gravemente o di avere grandi problemi esistenziali, depressione, stress, che poi contribuiscono a innescare innumerevoli patologie? Direi, a occhio, forse il 99% di probabilità di ammalarsi dell’infinita sequela di malanni moderni, psicologici e fisici.

Ora proviamo a immaginare una situazione completamente diversa e che effetti avrebbe. Si può fare un lavoro che non solo piace ma che ha senso, che è utile e non è nocivo per se stessi, né gli altri e l’ambiente. Si può lavorare il giusto tempo, non più di 25/30 ore a settimana, poiché, se si vive dignitosamente e si prendono le distanze dal consumismo, non serve guadagnare tanto per comprarsi chissà cosa. Di certo si può non finire a lavorare in contesti che producono inquinamento e/o prodotti o servizi superflui o dannosi (ambiti che rappresentano oggi purtroppo la stragrande maggioranza). Si può vivere a stretto contatto con la natura e godere di attività che ce la fanno apprezzare; mangiare cibo sano, bere acqua sana, respirare aria sana; avere relazioni dirette e frequenti con gli altri, vivere all’interno di un concetto di comunità e non di separazione; non vivere isolati e non avere il cellulare come unico elemento di relazione; e non dover correre a destra e sinistra in una città impazzita e satura di inquinamento di ogni tipo.

Ci si potrebbe impegnare in attività oltre il lavoro, che siano belle e arricchenti, attività culturali, gioco, danza, musica, teatro, canto, scrittura, poesia, sport; incontrare con gli altri non per spendere soldi ma per condividere lavoro, esperienze e pensieri e festeggiare spesso con loro. Ci si può poi coltivare i propri alimenti, costruire manufatti e autoprodurre il più possibile, riscoprendo la magica bellezza del creare. Si può ridurre l’esigenza del denaro abbassando drasticamente gli sprechi e le spese, a parità di comfort o addirittura con più comfort, quindi riducendo le spese e di conseguenza anche il tempo di lavoro occorso. E ancora, fare scelte diverse consente di avere il supporto degli altri in qualsiasi momento ci sia bisogno; di far vivere i propri figli in contesti più sani; di costruire luoghi e progetti di comunità in un’ottica di ecovicinato dove il supporto, lo scambio e il reciproco aiuto siano la base dell’esistenza in cui avere un ruolo e un riconoscimento ben definito nella comunità, che non dipenda per forza dal curriculum che si può esibire. Pensare insieme agli altri come ridurre al minimo il possibile sfruttamento di ambiente e persone, chiedendosi sempre quanto impattano i nostri gesti quotidiani sul mondo.
Facendo una vita del genere e vivendo in contesti simili, con questi valori, che fanno bene alla salute del corpo e della psiche, quante malattie fisiche e psicologiche si potrebbero evitare? Quanti dei rimedi di tutti i tipi, per i malanni della modernità sarebbero inutili e superflui? E conseguentemente quanto soldi si risparmierebbero? Forse è il caso di farci un pensierino di lavorare sulle cause e non solo e sempre sugli effetti.

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ESSERE NORMALMENTE SPECIALI. Vivere bene risparmiando soldi, tempo, lavoro, stress e tutelando ambiente e persone

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Pensi che per cambiare servano necessariamente tanti soldi?
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Vorresti costruire una progettualità individuale o insieme agli altri e non sai da dove iniziare e chi coinvolgere?
Credi di non essere all’altezza delle tue aspirazioni e pensi di non saper fare niente altro se non quello che hai sempre fatto?
Dubiti delle tue qualità e capacità perché non sei mai stato ascoltato o valorizzato?
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L’autore: Paolo Ermani

Ha vissuto e sperimentato l’alternativa in pratica in Italia e in paesi esteri. Ha tenuto negli ultimi trentacinque anni centinaia fra corsi di formazione, eventi pubblici, consulenze in cui ha trasmesso a migliaia di persone la possibilità di un cambiamento concreto e benefico per se stessi e per il mondo che ci circonda. È formatore, agricoltore, scrittore, facilitatore, consulente, motivatore per progetti di pianificazione energetica, ambientale e lavorativa. Propone soluzioni a livello sociale, economico e lavorativo per la costruzione di società che tendano alla prosperità, al benessere, al miglioramento della qualità della vita e alla tutela della natura.  Presidente dell’associazione di promozione sociale non profit PAEA attiva da venticinque anni, è tra i fondatori del giornale web Il Cambiamento e del progetto Ufficio di Scollocamento. Ha scritto centinaia di articoli per il giornale web Il Cambiamento e i libri Il nemico artificiale, Pensare come le montagne con Valerio Pignatta, Ufficio di scollocamento con Simone Perotti, Solo la crisi ci può salvare con Andrea Strozzi, L’Italia verso le emissioni zero, L’orto auto-irrigante con Alessandro Ronca.

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