Una volta che ci siamo allontanati dalla natura e che abbiamo abbandonato il concetto di comunità, le due relazioni che ci tengono spiritualmente in vita cioè gli altri e la natura, non si poteva che scivolare verso una realtà virtuale alla quale si è arrivati partendo dalla televisione fino a quello che abbiamo oggi.
Provate anche solo come esperimento a diminuire la vostra virtualità, a usare molto meno il cellulare, a non frequentare i social, a non far parte delle mille chat, a non rispondere a qualsiasi messaggio su whatsapp. Se lo farete, lentamente ma inesorabilmente, sparirete dalla relazione (virtuale) di quasi chiunque conosciate (probabilmente anche i parenti). Non avendo più lo strumento virtuale per contattarvi, automaticamente verrete cancellati, il che non può che essere una normale conseguenza, dato che in un mondo virtuale che è nato per sostituire quello reale, se all’improvviso non ci sei più, è come se non esistessi, anche se poi si continua a vivere normalmente e a esistere in carne ed ossa.
Forse non ci si rende abbastanza conto del paradosso a cui siamo arrivati, per cui esisti solo se sei virtuale. Ne possiamo forse dedurre che tutta l’umanità che ci ha preceduto fino all’epoca del virtuale non è esistita? Ci si chiede infatti come abbiano potuto sopravvivere le persone del passato senza essere virtuali. Come abbiano potuto intrattenere qualsiasi tipo di rapporto fra di loro senza la virtualità. Sarà anche per questo che riteniamo arretrato tutto quello che è venuto prima di noi? E quindi proprio perché viene dal mondo reale, non conta.
Ma tutta questa virtualità è davvero un progresso? Ci fa davvero bene? Più le persone sono connesse e più sono sole, le città sono piene di single, di figli non se ne fanno più, gli hikikomori aumentano, ai giovani viene riscontrata ogni tipo di patologia collegata all’uso dei dispositivi virtuali, per non parlare dei danni da elettrosmog ma quella, ormai lo abbiamo imparato bene, è
salute che non interessa tutelare. Che dire poi degli anziani che senza comunità, amicizie salde e reali, con il virtuale ci fanno ben poco, se non aumentare il senso di solitudine e disperazione. Se per caso viene perso un cellulare, si rischia il suicidio e i suicidi ci sono davvero per il dilagante bullismo sui social, per un commento sull’estetica a questo o quel ragazzino o ragazzina, abituati fin quasi da neonati a intraprendere una gara virtuale con il mondo a chi è più “cool”. E a misurare la propria esistenza in base ai like che ottengono, quindi per quello che appaiono e non per quello che sono, ottimo mezzo per renderli deboli e dipendenti.
Preso atto di tutto ciò, provate un'astinenza dal virtuale per un periodo e vedete per chi effettivamente esistete nella realtà vera e per chi no. Ma siate preparati, perché potrebbe essere molto interessante e istruttivo ritrovarsi vivi, vegeti e in piena forma nella realtà ma abbandonati da quelli che sembravano tanto vicini e presenti nella virtualità.
In fondo è quello che i venditori di realtà virtuali vogliono da noi e che per noi hanno preparato così bene: fare in modo che se per caso voleste ritornare alla realtà, alle relazioni non virtuali e alla natura, sareste dissuasi subito, perché correreste il rischio di ritrovarvi da soli. Ma come dice il proverbio: meglio soli che male accompagnati. Anche se poi una volta che ritornerete alla realtà, non vi ritroverete soli perché ritroverete la migliore compagnia, quella con se stessi che è l’ottimale inizio per poi avere quella vera relazione con chi ancora non è perso nella realtà virtuale. E fortunatamente sono ancora tanti e ancora di più lo saranno, dato che l’illusione della realtà virtuale finirà, per quanti soldi, ricerche e lavoro quotidiano di decine di migliaia di persone i padroni del mondo possano investire per farci dimenticare la nostra essenza e farci diventare docili e obbedienti automi.