Se politica e imprese a parole sono sostenibili, green e vogliono salvare il pianeta, come mai la situazione peggiora?

Oggi tutti si riempiono la bocca della parola "sostenibilità" e "ambientalismo", persino chi non solo ha inquinato finora, ma continua bellamente a farlo per non perdere un euro di profitto. Come uscire dal circolo vizioso?

Se politica e imprese a parole sono sostenibili, green e vogliono salvare il pianeta, come mai la situazione peggiora?

Fino a ieri l’ambiente era considerato meno di zero e gli ambientalisti venivano ritenuti poveri scemi che facevano le Cassandre; oggi improvvisamente, a parole, sono tutti diventati sostenibili, tutti sono per il cambiamento, tutti sono green e tutti stanno salvando il pianeta. Qualsiasi politico, qualsiasi impresa ormai infila queste parole nei suoi discorsi o pubblicità. Ma utilizzate da coloro che sono i maggiori responsabili della catastrofe, sono parole vuote e insignificanti perché la situazione non sta migliorando di un millimetro e si sta aggravando sempre di più. 

Il già blando e insufficiente accordo di Parigi sulla riduzione delle emissioni di gas serra non è nemmeno vicino all’obiettivo. I consumi energetici e la produzione illimitata di merci crescono, le emissioni non calano, anzi aumentano. Se non c’è un reale miglioramento, come mai ci prendono costantemente e pervicacemente in giro? Il perché è presto detto, si vorrebbe mantenere la capra della crescita e i cavoli dell’ambiente, cioè tutti quelli che hanno governato, sfruttato, approfittato, inquinato a più non posso, ora vorrebbero con un colpo di bacchetta magica, fare profitti e avere potere come e più di prima, facendo solo un po’ di “green washing” e con quello abbindolare i gonzi che gli credono.

E così ogni politico si trasforma in green e qualsiasi ditta si inventa una stupidaggine minima, fosse solo perché il packaging è fatto per l’uno per cento di plastica riciclata e automaticamente diventa una azienda green e sostenibile. Tanto questi termini non vogliono dire nulla e non ci sono parametri per determinare chi è veramente sostenibile e chi no. La Ferrari consuma un paio di gocce in meno? Automaticamente è green. La Maserati vuole fare un bolide elettrico? Anche lei è senz’altro green. Elon Musk vende dei carri armati elettrici dai costi stellari e per la cui costruzione servono risorse che devastano mezza Africa? E’ senza dubbio green. Addirittura la moda, che è quanto di più superfluo e legato al continuo cambio di vestiti (altrimenti non sarebbe moda) e conseguente spreco di risorse, si spertica in green di qua e green di là.

Oltre quindi a inventarsi balle colossali pur di vendere o mantenere potere, si procrastina sempre, pensando che la natura ci aspetti e che alle multinazionali dei combustibili fossili, chimiche, alimentari, farmaceutiche gli si dia tutto il tempo di “cambiare”, senza che perdano un solo euro di profitto. Cioè quindi che praticamente cambino in qualche centinaio di anni.

E in questo costante procrastinare l’improcrastinabile, l’Unione Europea fissa al 2050 l’ennesimo lontanissimo traguardo in cui dovremmo azzerare le emissioni, quando ci potremmo arrivare tranquillamente in una decina di anni. Proseguendo così al 2050 il pianeta sarà un inferno, altro che green, sostenibile e pulito. L’unico sistema green e sostenibile è quello che mette al primo posto ambiente e persone. Invece quello che accade e per cui la situazione non può migliorare, è che viene prima il profitto, gli azionisti e poi, forse l’ambiente e le persone.

Stessa cosa per la politica: prima vengono il potere e i voti, poi forse l’ambiente e le persone. In questo modo il cambiamento necessario e urgente non avverrà mai, né ora, né al 2030 o al 2050 che sia. E’ infatti fisicamente impossibile far convivere un pianeta dalle risorse finite con un sistema predatorio e produttore di rifiuti come quello della crescita e del profitto sempre e comunque.

Nessuna politica, nessuna impresa che non cambi radicalmente obiettivi, modo di pensare e agire e lo faccia immediatamente, perché immediatamente si può fare, salverà un bel nulla. Siamo in mano a gente senza scrupoli che ci porterà a fondo per la loro brama di potere e soldi. Unica possibilità che abbiamo è creare da subito zone liberate, in città e campagna che si auto organizzino in maniera completamente differente: dal lavoro all’economia, dall’ambiente alla salute, dall’educazione all’alimentazione, dall’energia alla finanza e costruiscano una società dove persona e ambiente siano al centro, poi viene tutto il resto, ma nei fatti, non nei vuoti slogan. E quando si faranno questi cambiamenti, inevitabilmente politica e imprenditoria seguiranno, se non altro perché non vorranno perdere clienti ed elettori Non si può fare, è utopia, è difficile? Allora auguri a chi ancora si illude che un sistema suicida lo salvi.

 

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