Le storie possono muovere il mondo soprattutto quando sono storie di vita vissuta, esperienze di chi va avanti tra difficoltà, magari soffrendo ma senza arrendersi e cercando di cambiare ciò che di questa società e di questo mondo non piace. Attraverso la scrittura si può anche “cambiare”, modo di vivere, di sentire, di relazionarsi con gli altri. Gli esempi sono tanti, tanti gli scritti che si sono guadagnati il loro pezzetto di immortalità restando per sempre nel cuore delle generazioni e riuscendo ad essere motore di cambiamento nei loro autori. E’ una sorta di potere che sta nelle mani di chi scrive, perché scrivere è comunicare in un modo che non sparisce, che rimane, su cui si può riflettere, perché si parla anche con se stessi, non solo di se stessi. E quando si racconta la propria esperienza di cambiamento, di scelta sostenibile, allora non si sta solo praticando un “esercizio terapeutico” per se stessi ma lo si fa anche per gli altri.
Mauro l’ha fatto. Mauro Sandrini, fino a qualche anno fa dirigeva il servizio elearning di una università. «Il lavoro mi piaceva perchè coniugava due interessi che ho da sempre: l'innovazione da un lato e l'educazione dall'altro. Inoltre potevo farlo coniugando due aspetti che per me sono imprescindibili: l'umanizzazione degli strumenti tecnologici che adoperiamo. In quel contesto partecipavo a congressi internazionali e scrivevo saggi scientifici. Ma… c'era un grande "ma"» racconta Mauro. «Tutto quello che scrivevo era "interno" ai codici di comunicazione della comunità scientifica: preciso, asettico, lineare. I conti non mi tornavano, facevo fatica ad adattarmi. La cosa mi si è chiarita solo quando quell'esperienza di lavoro si è interrotta e con essa la possibilità di un lavoro all'università che era quanto avevo desiderato per anni. Eppure, dopo un periodo di crisi non facile, mi sono accorto che c'era qualcosa di più che non dipendeva dal lavoro che facevo nè per chi lo facevo. Questo "qualcosa" sono appunto questi due interessi che io continuamente tentavo, e tento, di coniugare: l'innovazione tecnologica e un utilizzo consapevole e umano degli strumenti. Era il momento in cui nel nostro paese si cominciava a ragionare di ebook e di libri digitali. Allora ho scritto un libro, "L'elogio degli e-book. Manifesto dell'autopubblicazione" . Un libro che per la prima volta non doveva rispettare nessun codice esterno, un libro scritto a partire da me, dalle mie passioni e interessi. I risultati sono stati stupefacenti. Ne ha parlato la stampa nazionale e una piccola comunità di persone ha cominciato a fare lo stesso dopo aver letto il libro: condividere la propria passione professionale attraverso la parola scritta senza dover chiedere nulla a nessuno. In totale libertà».
«Oggi se si ha una passione e se piace scrivere, si può raccontare quella passione senza che nessuno lo impedisca. E lo si può fare approfittando delle possibiltà della tecnologia, con gli ebook e il print on demand che permettono di far arrivare il libro digitale sugli scaffali delle librerie elettroniche di tutto il mondo e di spedirlo ai lettori che lo desiderano anche in versione cartacea. I critici si interrogano sulla qualità di questo processo, ma a me importa di più mettere l'accento sulla libertà. Neppure l'editoria tradizionale è in grado di garantire la qualità, gli esempi sono innumerevoli».
Catartico, ma può anche diventare una professione, un modo di comunicare se stessi agli altri. Un’idea, un’opportunità, una fantasia che si concretizza. Tentar non nuoce. «Raccontiamola allora la nostra storia, l’esperienza che abbiamo accumulato lungo le strade che abbiamo percorso. Un’esperienza che può essere utile ad altri, ma prima di tutto a noi stessi, per ripartire. Quando si ricomincia non lo si fa mai da zero, chi lo dice racconta una bugia».
E “ricominciare” è proprio l’obiettivo di Caro Futuro ti scrivo che si svolgerà a Roma il 7 e 8 febbraio: una due giorni di eventi dedicati a chi scrive.
Buona scrittura a tutti!