di
Matteo Marini
19-10-2012
In periodo di campagna elettorale, Roma si trasforma in una 'selva di carta' con manifesti elettorali affissi ovunque e in molti casi abusivamente. Strati multipli di carta che, una volta staccati, restano abbandonati per settimane sul ciglio delle strade della capitale.
La Selva di Carta, atto secondo. Quando, insieme a Francesco Mirabelli pensammo al soggetto della inchiesta sui cartelloni abusivi a Roma, ci parse doveroso affiancarci anche un secondo capitolo su un altro aspetto della 'selva di carta' che attanaglia la Capitale.
Parliamo dei manifesti elettorali che, in periodo elettorale e non, invadono panchine, pensiline degli autobus, cassonetti, spazi di affissione della città con situazioni anche paradossali di strati multipli di carta che si accumulano, coprendo la prima pubblicità che magari era 'regolare', aveva cioè la tassa di affissione pagata.
Parlando con Riccardo Magi, Segretario dei Radicali Roma, abbiamo scoperto inoltre che il Comune di Roma, da questa attività, incassa molto di meno agli altri capoluoghi italiani. A livello nazionale poi, siamo andati a vedere come – da diversi anni a questa parte – ogni qual volta vi era una campagna elettorale (e quindi un’affissione selvaggia maggiore), il Parlamento, con il consueto fare bipartisan, approvava una sanatoria per far pagare un quarto le multe che quasi tutti i partiti avrebbero dovuto corrispondere alle amministrazioni locali per aver affisso irregolarmente.
Cosa ha che fare tutto questo con l’ambiente, con la salvaguardia di una città? Ha molto a che fare, visto che – quando i 'multistrato' di manifesti abusivi vengono finalmente staccati – rimangono per settimane sul ciglio della strada, deturpando le nostre vie e dando un’immagine della Capitale d’Italia che non è certo di una metropoli 'pulita'.
La domanda che ci poniamo quindi è la seguente: sarà in grado una prossima amministrazione capitolina di mettere mano alla 'Selva di Carta'? O preferirà lasciare un intero business nelle mani della criminalità organizzata, lasciando soffocare la città più bella del mondo? Ai posteri l’ardua sentenza.
Ah, un’altra cosa: dimenticavo i ringraziamenti. Ringrazio Francesco Mirabelli, che mi ha affiancato in questo viaggio, curando in prima persona alcune interviste e prestandosi come voce narrante dell’inchiesta sui manifesti elettorali. Ringrazio Maurizio Manni che, con una maestrìa notevole, ha composto la colonna sonora perfetta per entrambe le inchieste. Ringrazio Beatrice Ricciardi per l’ottimo supporto nelle riprese.
Ultimo, ma non in termini di importanza, è il lato del montaggio per il quale mi sento di dedicare un ringraziamento speciale. Un grazie a Valeria Festino, per aver preso a cuore la “Selva di carta” e per, con un sapiente lavoro di montaggio durato mesi, averla trasformata in un grande prodotto giornalistico. Grazie davvero.
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