Senza abbracci e contatto non c'è salute psichica: c'era bisogno che ce lo dicessero gli studi?

Ora anche gli psichiatri lo hanno ratificato... senza abbracci, contatti, carezze, relazioni, condivisione, convivialità non esiste salute psichica. Cioè, si impazzisce, si perde lucidità, si cade nella depressione. Perché proibire alle persone di toccarsi, abbracciarsi, accarezzarsi, avvicinarsi, finanche sorridersi è disumano.

Senza abbracci e contatto non c'è salute psichica: c'era bisogno che ce lo dicessero gli studi?

Ogni giorno, ogni festività, ogni ricorrenza, come già da oltre un anno, per tantissime persone è solitudine, senza il tocco di una mano, né un abbraccio o carezza o sorriso, né condivisione, relazione, risate, convivialità, spesso senza più natura né presenza.

E questo ci fa ammalare, nell'anima, nella psiche, nel cuore e di conseguenza anche nel corpo.

Ora questa emergenza la avvertono e la ratificano anche gli psichiatri, con studi che documentano (semmai ce ne fosse bisogno) quello che viene definito il fenomeno della 'fame di pelle', che vari studi scientifici. Il distanziamento, l'estraneità, l'isolamento, almentati anche da diffidenza, paura, senso di oppressione, rubano ogni contatto fisico, tutti i gesti di affetto.

"Il contatto fisico è rassicurante, perché è la modalità più arcaica per farci sentire al sicuro. Inoltre il senso di sicurezza e di appagamento che provoca, innesca modificazioni neurochimiche positive come l'aumento della produzione di ossitocina, l'ormone dell'attaccamento che ha un effetto 'tranquillizzante'", hanno spiegato Massimo di Giannatonio ed Enrico Zanalda, co-presidenti della Società Italiana di Psichiatria (SIP).

Uno studio in via di pubblicazione mostra che in America solo nel primo mese di lockdown si è generata una diffusa carenza di contatto fisico e abbracci che si è accompagnata ad un sovraccarico di depressione e ansia, e anche a senso di affaticamento e disturbi del sonno. Condotto da Tiffany Field della Università di Miami in Florida, lo studio ha coinvolto 260 adulti, il 60% dei quali ha riferito la carenza di contatto fisico affettuoso.

Un altro lavoro appena pubblicato sulla rivista Social Psychiatry and Psychiatric Epidemiology e coordinato da Debby Herbenick della Indiana University School of Public Health-Bloomington, mostra che i livelli di depressione e solitudine durante i primi mesi di restrizioni e chiusure sono risultati aumentati. Solo coloro che hanno mantenuto elevati livelli di contatto non virtuale ma fisico e alti livelli di connessione sociale presentavano un miglior stato di salute mentale.

Ci spegniamo, e anche velocemente; e scopriamo che a farci restare vivi è la nostra umanità, è la relazione con l'altro, è lo scambio, il contatto, l'emozione, le sensazioni.

Ciò di cui oggi siamo privati.

 

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