di
Alessandra Profilio
23-08-2011
Entro il 2050, quando la popolazione mondiale raggiungerà i nove miliardi di abitanti, occorrerà il doppio dell'acqua utilizzata oggi per garantire la sicurezza alimentare. Ad affermarlo è un rapporto del Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente (Unep). Il rapporto è stato pubblicato in occasione della Settimana internazionale dell'acqua iniziata il 21 agosto.
Entro il 2050, quando la popolazione mondiale raggiungerà i nove miliardi di abitanti, occorrerà il doppio dell'acqua utilizzata oggi per garantire la sicurezza alimentare. Ad affermarlo è un rapporto del Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente (Unep). Il rapporto è stato pubblicato in occasione della Settimana internazionale dell'acqua, organizzata dallo Stockholm International Water Institute, iniziata il 21 agosto.
La capitale svedese ospita per la World water week 2.500 esperti provenienti da 130 paesi e i rappresentanti di circa 200 organizzazioni internazionali. Al termine della Settimana verrà presentata una roadmap per tracciare un percorso verso un mondo in cui l'accesso all'acqua sia meno difficoltoso.
Come ha sottolineato l'indagine, attualmente 1,6 miliardi di persone vivono in zone già colpite dalla siccità e potranno rapidamente arrivare a due miliardi se tutto resterà come ora. Se rimangono le stesse attività agricole ed i regimi alimentari attuali e se continua a crescere l'urbanizzazione la quantità d'acqua necessaria per l'agricoltura, che oggi è di 7.130 chilometri cubici, aumenterà dal 70 al 90% per nutrire nove miliardi di persone entro il 2050.
Punto centrale dell'incontro a Stoccolma è l'approvvigionamento idrico delle grandi megalopoli Come ha spiegato nel discorso di apertura Gunilla Carlsson, ministro degli Aiuti internazionali della Svezia, nelle zone urbane 830 milioni di persone mancano dei servizi di base di approvvigionamento idrico. “Ciò, ha affermato il ministro, rappresenta la seconda causa di mortalità infantile e contribuisce alla mortalità delle madri. Di contro, le classi medie aumentano nelle città contribuendo a un aumento del consumo di acqua”.
È pertanto necessario rivedere le politiche di gestione dell'acqua, a partire dal nostro Paese. Come ha infatti spiegato Andrea Agapito, responsabile Acque di Wwf Italia, “siamo gli ultimi in Europa nell'applicazione della direttiva quadro Acque 2000/60/CE per la protezione delle acque superficiali e sotterranee, che attraverso una serie di misure ci avrebbe consentito di provare a raggiungere il buono stato ecologico dei corsi d'acqua entro il 2015”. “Attualmente – continua Agapito - lo Stato dà concessioni consentendo un prelievo di quantità d'acqua superiore rispetto a quella che i corsi d'acqua sono in grado di fornire”.