Animali di tutti i tipi scompaiono a velocità impressionante, sterminati dalla bestia più feroce mai apparsa sulla terra: l’uomo. Un numero spropositato di uccelli, pesci, mammiferi, fino agli insetti, tutto viene spazzato via dalla "civiltà" che avanza. E sembra che più si vive circondati da un mondo artificiale, più si sia portati alla distruzione di tutto ciò che non è artificiale, quindi il vivente.
L’uomo ha ingaggiato una guerra senza quartiere contro il simile e non simile a lui. Alla fine gli unici esseri viventi superstiti saranno gli animali cosiddetti di compagnia, ormai surrogati dei figli perché meno pretenziosi, più ubbidienti e forse anche meno costosi. Dico forse, perchè per i piccoli amici pelosetti si spendono ormai cifre da capogiro. E così con l’estinzione degli animali e il relativo suicidio dell’umanità, il mondo sarà popolato da cani e gatti che erediteranno la terra o quel che ne rimarrà.
Nonostante si proceda rapidamente verso la sesta estinzione di massa, la caccia non si ferma e si continua a sparare imperterriti come se nulla fosse. Si spara sempre e comunque anche dopo mesi di siccità e incendi come due estati fa, si spara anche se ormai c’è ben poco a cui sparare avendo già sterminato il possibile e l’impossibile.
Niente ferma questa pratica che chiamare sport è un oltraggio a chi lo sport lo pratica per davvero. Si spara nei modi più feroci contro i pochi uccelli rimasti utilizzando metodi che vanno oltre il sadismo, si utilizzano fucili potentissimi, si usano richiami vivi, si costruiscono ardite costruzioni di legno fra gli alberi per farci posare gli uccelli in modo da sparare ancora più facilmente nascosti dentro a postazioni di caccia mimetizzate modello Vietnam. E per poter mangiare qualcosa (ammesso che il motivo della caccia sia questo) bisogna ammazzare tanti a tali uccelli da fare stragi, visto che levando piume e ossa, a meno che non si abbatta uno struzzo, rimane poco e niente.
Non si caccia poi di certo per sopravvivenza o per guadagnare qualcosa perché con tutto quello che costano licenze, fucili, cartucce, abbigliamenti, megaSuv, gabbie, cani da caccia, si dovrebbero ogni volta abbattere intere mandrie di bisonti per rientrare dei costi altissimi che necessita la caccia.
Si parla tanto di ambiente, di salvaguardia della biodiversità ma un passo necessario da fare sarebbe quantomeno limitare fortemente la caccia e non viene mai fatto, nemmeno accennato dalla politica. La lobby della caccia sembra essere quasi più potente di quella dei combustibili fossili. Prima al governo c’era Salvini che avrebbe volentieri fatto cacciare per 365 giorni l’anno anche nei parchi e nei giardini delle città. Ora al governo c’è il PD che non tocca l’argomento perché si illude che tanti elettori cacciatori lo votino ancora perché radicati nelle famose ex regioni rosse che hanno grandi tradizioni di caccia.
Ma così come per gli operai, da tempo i cacciatori non votano più il PD; invece votano proprio il Salvini della situazione, che dà loro più garanzie di poter continuare a giocare alla guerra imperterriti. Infatti le famose regioni rosse stanno diventando sempre più nere. E sarebbe ora che il PD si convincesse che ci sono molti più amanti dell’ambiente piuttosto che cacciatori, per la maggior parte ormai persone anziane con la mano pericolosamente malferma per cui a fine stagione di caccia immancabilmente si contano morti e feriti. Anche fosse solo per calcolo elettorale, al PD converrebbe finalmente stare dalla parte dell’ambiente e non solo limitarsi ad annunciare, a parole, di volerlo tutelare. E servirebbe cercare di frenare veramente l’estinzione di massa, magari cominciando proprio con il salvaguardare l’incolumità delle persone vittime ogni anno dei cacciatori!
Se è vero che ai cacciatori piace tanto la natura (dicono persino di tutelarla), allora lascino il fucile e diventino guardie forestali o protettori dei boschi così da dimostrare che fanno sul serio. L’unica cosa da fare se si ama la natura è proteggerla, di certo non sterminarla lasciando cadaveri, cartucce e rifiuti ovunque.