Siamo in troppi sul pianeta o pochi ad avere troppo?

Si sente dire spesso che sul pianeta siamo troppi, affermazione che circola non solo nei bar ma anche tra ... eminenti studiosi ed esperti di varia natura. Analisi di una banalità sconcertante: il problema non è quanti siamo, ma quanto consumiamo e che peso abbiamo sugli altri e sul pianeta.

Siamo in troppi sul pianeta o pochi ad avere troppo?

Ultimamente si sente dire spesso, in merito alla popolazione, che sul pianeta siamo troppi, cioè una frase simile a “non ci sono più le mezze stagioni”, affermazione ripetuta e sostenuta non solo dagli avventori dei bar ma anche da eminenti studiosi ed esperti di varia natura. Un'analisi del genere è di una banalità e inesattezza sconcertante perché presuppone che il problema sia il numero di persone che ci sono sulla terra e non invece, come è ovvio, i loro consumi, il loro peso sull’ambiente e quindi conseguentemente sugli altri. 

Infatti dire che siamo “troppi” è concettualmente sbagliato ma anche più o meno velatamente razzista,  perché chi lo afferma, mica si riferisce a lui, alla sua famiglia, al suo paese; certo che no, i troppi sono sempre gli altri. E chi sono questi altri? Forse gente con pelle molto scura o di altri paesi del sud del mondo dove magari fare figli è l’unica possibilità per avere una qualche possibilità contro la miseria e la fame?

E’ chiaro che si fa riferimento a quelli, che però non sono di certo il problema ma bensì le vittime del nostro sistema di consumo e che vengono additati pure come responsabili perché “troppi”.

Per valutare la problematica da un’ottica sensata e non razzista bisogna analizzare i consumi e la distribuzione delle ricchezze. Infatti, chi è di troppo al mondo fra l’1% più ricco che detiene più del doppio della ricchezza netta posseduta da 6,9 miliardi di persone? Chi è di troppo al mondo dove 2.153 miliardari detengono più ricchezza di 4,6 miliardi di persone, circa il 60% della popolazione globale? Chi è di troppo fra le 22 persone più facoltose al mondo che hanno una ricchezza superiore a tutte le donne africane?

Come afferma lo scienziato Stefano Mancuso: “Il pianeta potrebbe tranquillamente ospitare una popolazione umana molto più numerosa di quanto non sia oggi, e anche ampiamente superiore ai 10 miliardi di persone che si prevedono per il 2050 o giù di lì. Potrebbe appunto. Ma soltanto qualora l’umanità cambiasse radicalmente il proprio stile di vita, riducendo drasticamente l’uso di risorse non rinnovabili".

Il problema non è certo il numero di persone ma rappresentato dai loro consumi e da una ricchezza vergognosa, immorale, ingiusta, detenuta in poche mani. E la disparità è così ampia che se fossimo in un mondo dove non regnasse la follia, sarebbe da considerare illegale possedere una ricchezza così smodata di fronte a miliardi di persone che sono fra la miseria e la disperazione.

Vista la questione dalla giusta prospettiva, i “troppi” sono le persone viventi nei paesi opulenti e che con i loro consumi, sprechi e danni, stanno determinando il collasso del pianeta, non certo le popolazioni che vivono in condizioni disperate e che pesano sul pianeta come piume, mentre altri pesano come elefanti.  E se fossimo davvero interessati alla riduzione della popolazione, dovremmo ridurre i nostri consumi, renderli sostenibili, ridistribuire la colossale ricchezza in mano a pochissimi e dare benessere a tutti.

Automaticamente non appena le condizioni di vita migliorano, le persone riducono il numero dei figli, basta guardare all’Italia dove da anni la crescita della popolazione è lentissima, se non addirittura negativa.

Prima quindi di pronunciare frasi fatte e stupidaggini assortite, che però trovano terreno fertile nel dare la colpa sempre a qualcun’altro, forse è il caso di azionare il cervello e tenere conto dei parametri giusti e pertinenti.

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