di
Dario Lo Scalzo
19-01-2012
Strade bloccate, supermercati vuoti, scorte di benzina terminate. La protesta portata avanti in Sicilia dal Movimento dei Forconi comincia a delinearsi come previsto. Dopo la terza giornata di mobilitazione aumenta il coinvolgimento dei siciliani e parte l’effetto-domino in Calabria.
Al risveglio del quarto giorno di protesta la fotografia è quella di una regione in ginocchio. Eppure, non si tratta di una fotografia in bianco e nero, ma colorata dal grado di tolleranza dei cittadini che li rende positivi complici di ciò che accade. Così, sebbene da un lato i siciliani corrano a svuotare gli scaffali dei supermercati e subiscano notevoli disagi, dall’altro le ragioni della protesta vengono comprese, legittimate ed appoggiate con la speranza, anche da parte di chi non è attivo in prima persona, che possa essere fruttuosa.
La strategia del Movimento dei Forconi comincia a delinearsi per come previsto: le strade, le autostrade, alcuni porti ed i mercati sono bloccati così come alcuni snodi ferroviari con conseguenti ritardi e soppressioni di treni, i supermercati sono stati assaltati dalla paura della gente e svuotati, i distributori di benzina hanno dato fondo alle scorte rimanenti e gli stabilimenti petrolchimici chiusi. In tale scenario, i prezzi di alcuni beni di prima necessità volano al rialzo, i prodotti da export vanno in deperimento, trionfa, per una volta, il prodotto a 'km 0' e le questure hanno attivato le unità di stato di crisi.
Ci sono tutte le condizioni per attirare l’attenzione sulla protesta e 'nazionalizzare' le sue cause scaturenti soprattutto se si pensa, un esempio su tutti, che la Sicilia contribuisce per 1/3 alla produzione nazionale di benzina. Eppure, il Governo centrale, quello italiano, per intenderci, fa ancora orecchie da mercante (sarà perché in molti sono banchieri?) mentre solo dopo l’ennesima accesa dimostranza di protesta di ieri davanti l’Assemblea Regionale Siciliana (ARS), le orecchie le ha ben sturate il Governatore che stamattina, insieme ai Prefetti siciliani, riceverà una delegazione dei movimenti di protesta. Si tratta di una prima in senso assoluto quella di un governo siciliano che riceve alcune categorie lavorative senza la presenza e l’intermediazione dei sindacati.
Nel frattempo al grido “azzeriamo la classe politica e combattiamo il sistema corrotto”, i Forconi raccolgono le simpatie dei pescatori, degli artigiani, degli edili, quelle degli studenti che prevedono di scendere in piazza con uno sciopero regionale per venerdì prossimo, dei pensionati, di tante donne, di alcuni centri sociali e di altre categorie della società civile.
Dal punto di vista del Movimento il bilancio si fa ancor più positivo sia per il fatto che di giorno in giorno è aumentato il numero – ormai difficilmente quantificabile - di chi si affianca ai Forconi moltiplicando i presidi dislocati sul territorio, che continuano la loro opera di informazione della popolazione anche attraverso il volantinaggio, sia per il tanto atteso interessamento dei mass media che hanno infine cominciato a dare le prime informazioni al resto del paese sulla mobilitazione siciliana (stasera anche la trasmissione di Michele Santoro, Servizio pubblico, sarà in Sicilia).
Probabilmente la giornata di oggi con il vertice a Palazzo d’Orleans rappresenterà una cartina di tornasole, un momento decisivo per l’evoluzione della protesta e le sue prossime iniziative; secondo indiscrezioni, per questo incontro, adottando un approccio step by step, all’ordine del giorno vi sarebbero alcuni punti prioritari come la defiscalizzazione del carburante, un differente utilizzo dei fondi europei, il meccanismo di tracciatura e controllo dei prodotti e le procedure Serit-Equitalia. La tensione e le aspettative sono altissime.
Nell’attesa, la Sicilia è stata svegliata e scossa dal Movimento dei Forconi e adesso spetta alla popolazione decidere se cogliere questo assist attivandosi unitamente e liberamente o se delegare ad altri come spesso accaduto in passato.
Nel frattempo la protesta isolana diventa contagiosa e si estende oltre lo stretto, in Calabria, dove da ieri numerosi Tir hanno iniziato una mobilizzazione bloccando alcune strade statali, l’accesso ad alcune uscite autostradali, l’ingresso di alcune città e pianificando di creare disagi a Villa San Giovanni.
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