di
Alessandra Profilio
16-01-2012
È scattata alle mezzanotte di oggi e si protrarrà sino al 20 gennaio la manifestazione di protesta annunciata sull’intero territorio siciliano dal Movimento dei Forconi, un’associazione di agricoltori, artigiani, allevatori e pastori costituitasi per lottare contro lo status quo e contro il potere costituito. A fermarsi sono anche gli autotrasportatori dell’Aias.
Indignazione e desiderio di cambiamento. È scattata alla mezzanotte di oggi e si protrarrà sino al 20 gennaio la manifestazione di protesta annunciata sull’intero territorio regionale dal Movimento dei Forconi, un’associazione di agricoltori, artigiani, allevatori e pastori costituitasi per lottare contro lo status quo e contro il potere costituito. Gli autotrasportatori dell’Aias hanno aderito alla protesta e si fermeranno. Al blocco dei trasporti in Sicilia hanno aderito anche gli autotrasportatori calabresi. L'intenzione dei manifestanti è quella di fermare pacificamente l’intera Sicilia bloccando i punti cruciali del trasporto regionale: dai porti alle autostrade e le vie di scorrimento veloce in ogni parte della regione.
“Noi stiamo soffrendo di più rispetto al resto d'Italia – ha spiegato il presidente dell'Aias Giuseppe Richichi – perché siamo periferici. Abbiamo più volte chiesto l'intervento dello Stato in maniera da non allontanarci ulteriormente dall'Europa, ma non siamo stati ascoltati. Il nostro è uno sciopero spontaneo che non vuole produrre un eccessivo caos e che ci auguriamo vedrà l'adesione di tutti i siciliani. Ma è necessario perché ormai siamo con le spalle al muro”.
“Noi non vogliamo danneggiare nessuno. Ci fermiamo solo per il bene della Sicilia”, ha aggiunto Richichi. “Siamo stanchi - spiega il leader del Movimento dei Forconi, Mariano Ferro - perché questa terra potrebbe essere ricca e invece continuiamo tutti a soffrire. Abbiamo chiesto al governo, a tutti i governi, di ascoltarci: nulla. Adesso speriamo che con questa protesta abbiano un pizzico di attenzione nei nostri confronti”.
Più di centomila manifestanti tra agricoltori, artigiani, commercianti, professionisti stanno bloccando l'isola per assicurare reddito alle proprie aziende e alle proprie famiglie ridotte al fallimento. I manifestanti contestano l'operato dell'attuale governatore della Sicilia Raffaele Lombardo, accusato di non riuscire a controllare la grave situazione in cui versa la Regione, e del Governo italiano che non pone attenzione ai problemi della gente.
Attraverso questa protesta i siciliani chiedono al governo provvedimenti a sostegno dell'impresa e dei trasporti, la defiscalizzazione dei carburanti e dell’energia elettrica, l'utilizzo dei fondi europei per lo sviluppo per risolvere la crisi dell’agricoltura e il blocco delle procedure esecutive della Serit, l’agenzia siciliana di riscossione dei tributi.
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