di
Daniela Sciarra
22-03-2011
Sicurezza e sostenibilità economica e ambientale. Non stiamo parlando né di Ogm né di transgenico, bensì di metodi di produzione e tecniche di miglioramento genetico dove non si incrociano geni appartenenti a specie diverse e dove gli obiettivi sono la qualità e la sicurezza delle produzioni alimentari.
Negli scorsi giorni, la Commissione Agricoltura del Parlamento europeo ha approvato con un’ampia maggioranza (22 voti a favore e 21 contro), una richiesta della Commissione europea di rivedere la soglia per l’etichettatura di tracce OGM nelle sementi convenzionali.
“Si tratta di una decisione grave e preoccupante, che per altro segna una forte spaccatura all’interno della stessa Commissione Agricoltura – commenta Andrea Ferrante, presidente nazionale AIAB – le sementi devono essere semplicemente OGM free. Non esiste soglia di contaminazione che tenga”.
Gli Ogm - secondo una nota di Aiab – sono come il nucleare: una tecnologia vecchia e sorpassata. A distanza di circa 20 anni dai primi studi in materia, sono soltanto quattro i prodotti Ogm che oggi sono presenti sul mercato e che hanno due sole modifiche genetiche: una per la resistenza agli insetti e la seconda per la tolleranza agli erbicidi.
Gli insuccessi degli Ogm sono evidenti anche per chi da tempo considera che il miglioramento genetico è raggiungibile con altre tecniche, più economiche, efficienti e meno invasive.
Tra le nuove frontiere del biotech, secondo la Fondazione dei Diritti Genetici (FdG), c’è la Mas, acronimo di Marker assisted selection (selezione assistita da marcatori). Questa tecnologia, che poi così recente non è perché è praticata con diversi successi in Italia da diversi anni, permette di agevolare i processi di selezione naturale delle migliore caratteristiche delle colture, coltivate dagli agricoltori e piccoli produttori.
La marker assisted selection produce miglioramenti produttivi in piante incrociando geni della stessa specie ed evita così l’insorgenza di rischi che il transgenico, invece, incrociando i geni di diverse specie, non riesce ad evitare. Diversamente dagli ogm, la Mas non genera nessun problema di contaminazione ambientale, i costi sono inferiori e infine le varietà ottenute non sono coperte da brevetto industriale.
Ma allora perché le decisioni politiche vanno nella direzione opposta rispetto alle scelte dei cittadini consumatori e dei produttori? Le coltivazioni biotech – sottolinea la Coldiretti - continuano a calare perché non riescono a trovare un mercato, vista la persistente contrarietà dei consumatori ad acquistare prodotti geneticamente modificati.
A questo riguardo è opportuno ricordare che, in Europa sono scesi del 3% i terreni seminati con organismi geneticamente modificati nel 2010, a conferma della crescente diffidenza nei confronti di questa tecnologia che gli agricoltori europei stanno abbandonando.
In particolare, la superficie Ogm in Europa si è ridotta a 91.643 ettari dei quali 91.193 coltivati a mais bt e 450 con patata Amflora da seme autorizzata, proprio lo scorso anno, dall’Unione Europea. Questo secondo i dati del rapporto annuale 2010 dell’International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications (ISAAA).
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