di
Marco Cedolin
19-07-2012
"Una nuova guerra imperialista, dopo quella che un anno fa ha straziato la Libia, sembra sul punto di esplodere, questa volta in Siria". Il copione è lo stesso? Il conflitto è creato ad hoc con lo zampino della Nato? Chi trarrà beneficio da questa nuova carneficina? Cosa stanno raccontando i media? La Siria vista da lontano, con gli occhi di Marco Cedolin.
È trascorso poco più di un anno dalla sanguinosa guerra imperialista che ha straziato la Libia di Gheddafi, provocando decine di migliaia di vittime civili, la distruzione delle principali città e l'annientamento di una florida economia, e già una nuova guerra imperialista sembra sul punto di esplodere, questa volta in Siria, come sempre ad opera dei colonizzatori statunitensi e dei loro servi europei, coalizzati sotto la bandiera insanguinata della Nato.
Il copione è in tutto e per tutto identico a quello di un anno fa (e di altre operazioni analoghe precedenti) e dimostra come la banda di criminali che governa per conto terzi le 'democrazie' occidentali non brilli sicuramente in fantasia.
Un presidente, questa volta Assad, demonizzato dai media come tiranno sanguinario e un governo legittimamente in carica impropriamente definito regime...
Un'opposizione interna costruita a tavolino e foraggiata attraverso l'invio di briganti, mercenari e truppe speciali dei paesi Nato, unitamente a copiosi rifornimenti di armi e mezzi. Con lo scopo precipuo di creare attentati terroristici, conflitti armati e stragi, al fine di gettare il paese nel caos e costruire i presupposti necessari a rappresentare un teatro di guerra civile in realtà inesistente.
Le solite stantie rappresentazioni filmiche, portate avanti con la compiacenza delle associazioni a libro paga Nato, come Amnesty international e la Croce Rossa, e dei pennivendoli di ogni estrazione e colore, che dispensano filmati falsi, immagini taroccate con photoshop e notizie destituite di ogni fondamento, sempre accreditate da qualche anonima fonte 'ribelle'.
A far nascere il mito consunto di fantomatiche stragi di civili, fosse comuni, bombardamenti sulle persone inermi, passando attraverso l'immarcescibile spettro delle ferali armi chimiche, con le quali il 'regime' si appresterebbe a gasare la popolazione.
Come corollario a tanto impegno profuso nella sceneggiatura, rimane immutato anche il copione della diplomazia. Sanzioni a raffica contro il 'cattivo' Assad, espulsione dei diplomatici siriani e reiterati appelli al governo legittimo, affinché si dimetta e lasci spazio alla 'democrazia' come sempre declinata sotto forma della banda di briganti al soldo della Nato.
Con in questo caso la nota di colore determinata dal presidente turco Erdogan che cogliendo l'opportunità di scalare qualche posizione nella lista di gradimento del padrone statunitense è arrivato ad inscenare un incidente diplomatico, incentrato intorno al presunto abbattimento di un caccia turco risalente alla seconda guerra mondiale.
Insomma la sensazione è esattamente quella di essere ritornati ad un anno fa e che ad impedire finora lo scatenarsi di una nuova 'Odissea all'alba' sia stato solamente il veto della Russia e della Cina, fortemente contrarie allo scatenamento di una tempesta di 'bombe umanitarie'.
Se Russia e Cina resteranno ferme sulle loro decisioni, é probabile che gli americani ed i propri servi si vedano costretti a giocare tutte le proprie carte nella costruzione di una guerra civile fra le truppe siriane di Assad, sostenute dalla stragrande maggioranza della popolazione, e le bande di briganti al soldo della Nato.
Ma se la guerra 'incivile' non avesse successo, si profila all'orizzonte lo spettro di un conflitto di ben altra portata che potrebbe risultare di grande utilità per il capitalismo occidentale ormai giunto al collasso e sul punto d'implodere rovinosamente su se stesso.
Articolo tratto da Il Corrosivo
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