di
Francesco Bevilacqua
25-09-2013
Troppo spesso sappiamo solo una parte di quel che accade in paesi come la Siria, interessati da conflitti le cui complesse dinamiche vengono parzialmente considerate dalla macchina dell'informazione tradizionale. Che succede allora se il presidente Bashar al Assad, riconosciuto all'unanimità in Occidente come brutale dittatore, viene apertamente sostenuto da gruppi di cittadini siriani? Uno di loro, Rustam Chehayed, ha voluto raccontarci questa zona d'ombra.
È ancora guerra mediatica sull’eccidio di Ghouta del 21 agosto: cos’è successo veramente in quella periferia di Damasco? Sono state utilizzate armi chimiche? Quante persone hanno perso la vita e chi è il responsabile di tutte quelle morti? Sono questi interrogativi che necessitano di una risposta, a maggior ragione in questi giorni in cui il mondo segue col fiato sospeso le mosse strategiche delle parti in causa che si confrontano e si scontrano come in una partita a scacchi in merito all’eventualità di una guerra aperta. Rustam Chehayed è un cittadino siriano, è sostenitore del Presidente Assad e cura la pagina “Siriani d’Italia”, attraverso la quale diffonde notizie censurate o alterate dai media del mainstream. Gli abbiamo chiesto di esporci la sua posizione sulla vicenda e di raccontarci senza filtri ciò che sta succedendo oggi in Siria.
In Italia, come succede da sempre, le notizie arrivano in maniera distorta e frammentata. Com’è davvero la vita quotidiana oggi per i tuoi compatrioti?
I cittadini siriani cercano nel possibile di continuare a vivere la vita di tutti i giorni, anche se le difficoltà sono enormi. In primis, l’aumento dei prezzi ha influito molto sulla quotidianità delle persone, molte delle quali hanno perso il lavoro. Inoltre, la viabilità è seriamente compromessa per motivi di sicurezza, molte fabbriche private e pubbliche sono state distrutte o assaltate dai terroristi e la gente à esausta dopo quasi tre anni di conflitto, ma resiste e va avanti. In Italia l’informazione è di “regime” e, sin da marzo 2011, la copertura mediatica sulla Siria è stata menzognera e allineata con alcuni paesi alleati e partner commerciali come la Turchia, l’Arabia Saudita, il Qatar, i paesi dell’Unione Europea, gli Stati Uniti e Israele, per citare i più importanti.
È stata portata avanti una propaganda di guerra e sono stati deliberatamente demonizzati il Presidente e l’esercito siriani allo scopo di preparare l’opinione pubblica a un eventuale attacco umanitario – che sarebbe più corretto definire “disumanitario” – nei confronti del popolo siriano. Di fatto, una guerra per procura è già in corso da parecchio tempo e l’Italia, facendo parte del gruppo di contatto “Amici della Siria”, che di amico non ha quasi nulla, partecipa attivamente ai crimini dell’occidente e dei monarchi del Golfo ai danni del popolo siriano, oltre a concorrere al sostegno militare, logistico, finanziario e mediatico che questi paesi forniscono ai terroristi di ogni genere e nazionalità, armati, addestrati e introdotti in Siria con l’aiuto dei servizi segreti dei Governi che ho menzionato. I cittadini siriani ne sono coscienti e, ciononostante, continuano a vivere resistendo a questa cospirazione internazionale criminale nei loro confronti .
Qual è la tua opinione riguardo la presidenza di Assad? Il popolo della Siria era soddisfatto della sua politica quando la situazione era ancora pacifica, fino a un paio di anni fa?
Il Presidente Assad è una persona molto amata in Siria; lo dimostra il fatto che, dopo quasi tre anni di crisi, si trova ancora al suo posto. Laddove ha potuto, Assad ha portato progresso e personalmente lo stimo sia come presidente che come politico. Sicuramente qualche errore lo ha commesso, come può accadere a ogni essere umano: in primis, non ha ripulito il paese dalla corruzione in modo soddisfacente e questo è un male, forse il più grosso male della Siria.
Inoltre, dal 2005 ha concesso aperture commerciali verso occidente, in particolar modo verso l’Unione Europea, e questo ha comportato l’ingresso di capitali stranieri in Siria senza i paletti adeguati; a seconda dei casi, sono stati aboliti o diminuiti i dazi doganali e di conseguenza si sono creati nel paese gruppi di banche private, assicurazioni e altri istituti. Questi capitali sono stati concentrati nei servizi e non nei settori di produzione del sistema siriano, lasciando così a quella fetta di borghesia parassitaria e corrotta la possibilità di approfittarsi della situazione e creando un certo malcontento tra la popolazione, indignata per queste politiche neoliberiste delle quali chiedeva la cessazione già nel marzo 2011, durante le prime proteste, rivendicando una nuova linea politica, l’abolizione delle leggi di emergenza, il pluralismo politico e altre istanze.
Purtroppo però, questo malcontento è stato sfruttato, manipolato e canalizzato dai terroristi estremisti, che insanguinano il paese perseguendo la distruzione della Siria e del suo sistema socio-economico, introducendo armi e mercenari stranieri e dando così vita alla tragica situazione che permane tuttora. Assad è rimasto alla guida del paese, ha concesso il pluralismo politico, ha abolito le leggi di emergenza concedendo aperture fin da subito, ha cercato di soddisfare tutte le richieste delle prime proteste. Ma non erano le riforme ciò che chiedevano i gruppi estremisti finanziati dall’estero che stanno guidando quella che in Italia è stata definita falsamente e per troppo tempo “opposizione pacifica”. Fortunatamente, buona parte del popolo siriano ha compreso subito cosa stava accadendo realmente e si è schierata a difesa della nazione e del suo Presidente al grido di “Dio, Siria, Bashar e basta”.
L’importanza dei mass media in questa contesa è fondamentale; cosa consigli a un italiano che voglia documentarsi su ciò che sta succedendo realmente in Siria? A quali fonti può affidarsi per ottenere informazioni imparziali e veritiere?
Come ho già detto, i mass media italiani sono di “regime”, almeno quelli del mainstream, ed è evidente che il loro scopo – e qui mi riferisco in particolare alle redazioni e a chi le gestisce – non è informare sui fatti, ma fare propaganda di guerra ingannando gli italiani. A chi è interessato, consiglio di cercare in rete siti di controinformazione, visto che i principali media italiani ed esteri sono inaffidabili e in malafede. Io, nel mio piccolo, gestisco un gruppo Facebook dove vengono postate tutte le notizie di controinformazione che è possibile reperire sulla crisi siriana.
L’opinione pubblica italiana è spaccata, alcuni ministri hanno aderito all’appello pacifista del Papa, ma il Governo ha già deciso di inviare due navi da guerra verso la Siria. Come valuti la posizione dell’Italia?
Innanzitutto sono critico nei confronti dell’appello del Papa: penso che invece di proporre un digiuno per la pace avrebbe dovuto rivolgersi più esplicitamente alle nazioni e ai Governi coinvolti – tra i quali, a mio parere, c’è anche l’Italia –, intimando loro di smettere di armare e sostenere in un modo o l’altro i terroristi. La posizione dei ministri italiani che aderiscono all’appello del Papa è palesemente falsa e ipocrita secondo la mia visione dei fatti: ricordo ancora l’atteggiamento a mio parere contraddittorio dell’ex ministro degli esteri Frattini – oggi alla Nato – nei confronti della Siria, le interrogazioni parlamentari per la blogger lesbica siriana Amina – che in realtà era un uomo Cia che scriveva dalla Turchia – o alcuni parlamentari esponenti di partiti italiani, dai Radicali al PD, che protestavano davanti all’ambasciata siriana a Roma, facendo finta di non vedere il massacro ad opera del terrorismo internazionale e attribuendo ogni colpa o crimine ad Assad.
Come dimenticare poi il caso dell’espulsione, da parte dell’ormai ex ministro degli esteri Terzi, dell’ambasciatore Khaddour Hasan dopo un massacro in Siria compiuto dallo stesso terrorismo internazionale e le sanzioni economiche imposte anche dall’Italia che uccidono il popolo siriano. La politica italiana in Siria è stata a senso unico, come del resto la posizione dei media: ha chiuso le porte a ogni possibilità di dialogo, per esempio negando i visti ai parlamentari siriani che volevano venire in Italia per spiegare la loro visione dei fatti e, al contrario, spalancandole ai capi delle opposizioni all’estero, non riconosciute in patria, che sono espressione dei gruppi terroristici in Siria, corrotti o marionette e servi delle potenze occidentali e che vorrebbero essere messi al potere per fare gli interessi dei loro sponsor e non quelli dei siriani. Adesso il ministro Bonino, a nome dello Stato italiano, ha pure il coraggio di parlare di una soluzione politica mentre, come hai detto, sono già state inviate due navi militari sul teatro della possibile guerra.
Puoi fare un breve profilo dei militanti dell’opposizione siriana (i rapporti che hanno con la popolazione, l’appartenenza religiosa, la preparazione militare ecc.)?
Questa risposta preferisco non darla, è meglio che le persone si documentino da sole e valutino con la loro testa. A mio vedere chi uccide, ruba e violenta donne, attacca villaggi, distrugge le infrastrutture, saccheggia i musei rubando reperti archeologici e ogni genere di bene e minando la sicurezza e la pace nazionale in nome della libertà o di qualche religione, non è altro che un terrorista criminale. Oltretutto, queste persone hanno venduto le loro coscienze – se mai ne possedessero – agli interessi stranieri in cambio di qualche petrodollaro, hanno ucciso chi semplicemente non la pensava come loro in nome di una sbandierata democrazia o credo religioso.
Per concludere, come speri che si evolva la situazione nelle prossime settimane? E cosa credi che accadrà effettivamente?
Non è facile fare previsioni su una possibile terza guerra mondiale, ma credo che non ci sarà nessun intervento diretto da parte degli americani, vista l’opposizione di Russia, Cina, Iran e di altri paesi della regione e non. Almeno questo è il mio auspicio. Auguro inoltre ai siriani e all’esercito arabo siriano di riuscire nell’eroica impresa di ripulire il paese dal terrorismo internazionale e dagli integralisti estremisti. Mi auguro – e sono convinto che sarà così – che i Governi e i monarchi di Arabia Saudita, Turchia e Giordania, alcuni politici libanesi, ma sopratutto lo Stato di Israele, debbano presto rendere conto delle loro posizioni nei confronti dei siriani.
Ho inoltre notato che, dopo quasi tre anni, l’opinione pubblica internazionale si sta lentamente svegliando dallo stato di inconsapevolezza indotto dalla farsa mediatica della quale è stata vittima per tutto questo tempo e sono certo che questo influirà sulle decisioni dei Governi ostili al popolo siriano. Oggi le potenze occidentali minacciano di attaccare militarmente la Siria proprio perché ormai il velo è caduto e, visti i continui fallimenti dei mercenari al loro soldo, non possono più continuare a mentire all’opinione pubblica e agli altri Stati sovrani di tutto il mondo come hanno fatto sino ad oggi.
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