Sofisticazioni alimentari. Il cibo che mangiamo in mostra

Cibi artificiali, sofisticati e geneticamente modificati. Siamo abituati a nutrirci ignorando la provenienza e la qualità degli alimenti che mangiamo, svuotando così la tavola del suo più grande valore. Da tali considerazioni è nato Sofisticazioni alimentari, progetto fotografico di Emiliano Zanichelli che indaga il sottile limite tra l'orribile ed il meraviglioso.

Sofisticazioni alimentari. Il cibo che mangiamo in mostra
L'importanza dedicata al cibo ed alla sua qualità sta diminuendo drammaticamente, fatta eccezione per alcune nicchie, così come cala la percentuale di spesa delle famiglie Italiane riservata ad esso. Questo contribuisce, se possibile, ad accelerare il processo di industrializzazione dell'agricoltura con il corollario di conseguenze negative che conosciamo. Unico obiettivo: minimizzare il costo del prodotto finito. Siamo arrivati a considerare normale produrre, acquistare e mangiare cibi artificiali, sofisticati, geneticamente modificati, a patto che questo non comporti la violazione di alcuna legge. Ci scandalizziamo solo (per qualche giorno) quando i media ci ingozzano (per qualche giorno) con i dettagli dell'ultima indagine che ha portato alla luce qualcosa di troppo grande per essere ignorato. Poi continuiamo a disinteressarci alla qualità e alla provenienza di ciò che mangiamo, o semplicemente a delegare a sconosciuti o a macchine la sua preparazione. Così facendo svuotiamo la tavola del suo più grande valore. Da queste considerazioni è nato Sofisticazioni alimentari: un progetto fotografico sul cibo che indaghi il sottile limite tra l'orribile ed il meraviglioso, quando scienza e tecnologia alterano il naturale tramutandolo in qualcosa di artificiale. Il risultato di tale processo può portare a qualcosa di tanto più ripugnante quanto più assomiglia, solo nella forma, a ciò da cui è nato. I soggetti ritratti, frutti e verdure oggetto di interventi che hanno introdotto un elemento estraneo, sono 'reali', creati appositamente per il progetto e fotografati con attrezzatura analogica senza elaborazioni digitali. Lo scopo è quello di evitare la rappresentazione di una realtà palesemente 'virtuale' associabile ad un futuro lontano ed indefinito, ma al contrario collocare i soggetti nel presente costringendoci a pensare di poterceli trovare nel piatto questa sera a cena. L'invito è a fermarsi un istante, con la forchetta sospesa, a riflettere su cosa stiamo per mettere in bocca. Il progetto fotografico si completa con una performance costituita da letture a cura di Elisa Lolli accompagnate dal vivo dalla musica di Alessandro De Nito. Note Una galleria delle immagini è visibile sul sito www.emilianozanichelli.com. Per informazioni sul progetto e per richiedere mostra e performance inviare una mail a info@emilianozanichelli.com Emiliano Zanichelli, nato a Reggio Emilia nel 1978, vive e lavora a Correggio. Ingegnere, si occupa dal 2005 di ambiente ed energia collaborando con diverse realtà tra cui l'Associazione PAEA, ed il progetto EnergeticAmbientale. La fotografia è un'attività parallela a queste che sta occupando sempre più tempo e spazio. LA FOTOGALLERY

Tutte le foto sono di Emiliano Zanichelli

Commenti

noi siamo ciò che mangiamo, per questo ci stiamo trasformando in macchine senz'anima. Cominciamo a riprenderci la possibilità di comprare materie prime e cucinare e mangiare piatti semplici preparati da noi stessi. Massima semplicità e attenzione a ciò che compriamo. Anche ridurre le quantità per la qualità ci rende più sani nel corpo e nella mente. Ragioniamo e non lasciamoci trascinare da spot pubblicitari e false comodità.
maria, 13-03-2012 11:13
davvero bravo e di spessore, complimenti al fotografo per l'idea
alle, 14-03-2012 09:14

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