In Italia tanti lamentano una povertà a livelli da terzo mondo eppure sono vari i segnali che indicano che la morte per fame di milioni di italiani non è prossima.
Il lamento maggiore è che non ci sono più soldi, la qual cosa potrebbe anche essere un bene visto come normalmente vengono utilizzati. Ma ammettendo che i soldi adesso non ci siano più o comunque ne girino di meno, facciamoci una domanda: quando i soldi c’erano come sono stati utilizzati?
È illuminante da questo punto di vista citare un recente film del regista Daniele Ciprì intitolato È stato il figlio che fornisce un panorama eloquente di come gli italiani, da nord a sud, abbiano utilizzato i propri soldi negli ultimi decenni.
Il film descrive una storia realmente accaduta negli anni '70 a una famiglia “povera” del Sud Italia, una famiglia cioè che tira a campare e alla quale improvvisamente in seguito all’uccisione incidentale di una figlia per mano della mafia, arriva un risarcimento di vari milioni delle allora lire. Come decide di utilizzare i soldi il capofamiglia? Comprando una Mercedes fiammante per dimostrare a tutti finalmente che loro ce l’hanno fatta.
Quante montagne di soldi hanno buttato gli italiani inseguendo il mito dell’automobile nuova da mostrare ad amici e parenti? Tanti piccoli Fantozzi che hanno raggiunto il grande risultato di fare diventare il nostro paese un immenso garage e fargli raggiungere l’invidiabile posizione numero due al mondo per numero di automobili ogni mille abitanti. E poi è entrato in scena l’altro grande protagonista del nostro tempo: il mutuo per la casa. Scusa valida a se stessi e al mondo per incatenarsi a una vita fatta di sacrifici, routine, lavori mediocri, miti pretese. Argomento perenne che assieme al “tengo famiglia” è l’architrave della sofferenza autoimpostasi di milioni di persone. Grazie anche ai mutui abbiamo cementificato ogni angolo del paese per soddisfare un singolare bisogno di sicurezza laddove la percentuale di case di proprietà è fra le più alte in Europa con oltre il 70%.
E chi ha arricchito a dismisura Berlusconi e i vari magnati d’Italia guardando le sue televisioni e comprando i loro prodotti superflui e/o inutili?
Veniamo ai commercianti. Qualcuno ha mai sentito dire a un commerciante che gli affari vanno a gonfie vele? Io mai. Eppure in tempi di vacche grasse hanno guadagnato assai, sperperato in ogni modo, comprando e spendendo a più non posso: case, Suv e macchine di ogni tipo, vacanze in giro per il mondo, vestiti di marca, acquisti folli, investimenti sballati ecc.
Questi soldi non si potevano utilizzare meglio o risparmiare anche in previsione dei cosiddetti periodi di vacche magre?
E adesso si ha pure il coraggio di dire che non ci sono più soldi? Dopo tutto quello che si è sperperato?
Ma in fondo è lo stesso sistema della pazzia economica che induce a spendere, altrimenti l’economia non cresce; peccato che poi quando il sistema va inevitabilmente in crisi non si sa come fare per continuare a spendere come e più di prima.
Si pensava forse che fosse Natale tutto l’anno per sempre? Chi aveva i soldi in passato, tanti o pochi che fossero, e li ha utilizzati in maniera direi alquanto discutibile, ritengo che oggi non possa lamentarsi, quindi in teoria ben pochi sarebbero autorizzati a farlo.
Quando non si vedranno più esempi come l’acquisto di insalata lavata in busta di plastica a 15 euro al chilo o quando la moda diminuirà le vendite del 90% e centinaia di altri esempi simili, inizierò a credere che forse siamo in crisi. Fino al momento in cui gli acquisti fatti senza alcuna razionalità e senso avranno il sopravvento, parlare di crisi mi sembra decisamente fuori luogo.
In questa sagra del lamento si distinguono le istituzioni pubbliche, campioni assoluti del pianto e che dicono ovviamente che soldi in cassa non ce ne sono. Lo dicevano comunque anche prima ma adesso hanno una scusa pronta all’uso: c’è la crisi. Soldi non ce ne sono nello Stato, in qualsiasi istituzione, nelle Regioni, nelle Provincie e nei Comuni di ogni grandezza e latitudine.
Peccato però che non passi giorno dove in queste stesse istituzioni altre montagne di soldi vengano rubati, sprecati o non utilizzati. Scandali, corruzioni e ruberie a non finire, cantieri, cattedrali nel deserto ovunque con costi che lievitano ogni giorno di più, archistar pagate a peso d’oro per opere vergognose da ogni punto di vista estetico ed economico, affitti stratosferici pagati ai privati quando ci sono strutture pubbliche inutilizzate, sprechi di qualsiasi materiale, energia, lavoro, da nord a sud senza grosse differenze e con qualche macroscopica problematica come gli eserciti di dipendenti pubblici pagati per non fare letteralmente nulla o per misurare i metri di neve in Sicilia o mille alte diavolerie inventate solo per spillare soldi alla collettività e quindi anche a se stessi.
E le amministrazioni pubbliche oggi si svendono tutto (e spesso li beccano con le mani nella marmellata subito dopo che hanno parlato di tagli e sacrifici) con la scusa della crisi ma poi ben poche di queste amministrazioni approntano programmi di lotta senza quartiere allo spreco e quindi risultano del tutto non credibili in quello che dicono, per quanto falsamente possano piangere miseria.
Che dire poi dei soldi dell’Unione Europea che non vengono utilizzati e ritornano indietro, spesso per colpa della stessa burocrazia che avendo appunto eserciti di servitori, rende gli interventi difficili da realizzare.
Alla luce di questi fatti sotto gli occhi di tutti quotidianamente, il ragionamento è assai semplice, direi matematico: come si fa ad affermare che non ci sono soldi quando questi vengono sistematicamente sprecati, rubati o inutilizzati?
Soldi ce ne sono, e pure tanti, ma gli italiani, sia nel loro privato che nelle loro istituzioni, hanno deliberatamente deciso, senza che nessuno gli puntasse una pistola alla tempia, che i soldi dovevano e devono essere utilizzati sempre nel peggiori dei modi.
Prima di dire che siamo alla fame si facciano i conti in tasca davvero agli italiani e si chieda loro quanto hanno speso per farci diventare il paese/garage di cui sopra, quanto cibo commestibile buttano, quanti soldi vanno nelle slot machine e in giochi d’azzardo, quante decine di cellulari hanno collezionato in questi anni e quante comunicazioni inutili che costano si fanno attraverso gli stessi, quanti quintali di vestiti “alla moda” giacciono inutilizzati nei loro armadi, quanta energia è quotidianamente sprecata e pagata per non avere voluto mai pensare a come risparmiare una delle spese più alte nell’abitazione e così via in un elenco assai lungo.
Tutta questa lamentela, questo modo di agire distorto e insensato non cambierà di un millimetro la situazione perché qualora la crisi finisse, e speriamo invece che si aggravi così forse per davvero saremo costretti a non sprecare, si riprenderebbe tutto come prima e paesi che in teoria non sono in crisi come la Germania sono lì a dimostrarlo dove la corsa all’acquisto e quindi allo spreco è più sfrenata che mai, basta farci un giretto proprio in questi giorni di orgia natalizia.
Altro che crisi economica: spreco, opportunismo, ladrocinio, ipocrisia, tutto ciò deve essere messo in discussione e rifiutato alla radice, solo allora inizierà l’uscita dalla vera crisi che è quella ben più grave dei valori e della perdita di senso.
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