Soluzioni concrete per non morire di inquinamento in città

Se c’è un terrorismo costante, una sciagura paragonabile alla peggior epidemia o guerra e che colpisce ogni anno, questa si chiama inquinamento. Possiamo attrezzarci per non morire?

Soluzioni concrete per non morire di inquinamento in città

Essendo il prodotto di interessi economici vari, non è molto osteggiato; anzi, si fa poco e nulla per combatterlo, nelle città al massimo si aspetta il vento che porti lo smog altrove e si continua come se nulla fosse. Mica si vorranno intaccare i sacri e inviolabili interessi dei costruttori di automobili e degli spacciatori di energia fossile? I quali avendo in mano gran parte dei media, non solo minimizzano il problema ma ad esempio continuano a sfornare costantemente pubblicità di auto nonostante siamo già strapieni e non si capisce chi le deve comprare e dove le dobbiamo ancora mettere.

Le soluzioni per evitare molte delle 70 mila morti premature in Italia sono assai facili da applicare ma non lo si vuole evidentemente fare. Si dovrebbe iniziare da subito, spiegando chiaramente con una diffusa e puntuale informazione e formazione, che il miglior modo per non morire nelle nostre camere a gas cittadine è usare il meno possibile l’automobile. Se c’è un mezzo inefficiente per spostarsi in città dove tutto è relativamente vicino è proprio l’auto. Anche perché se poi tutti si spostano con l’auto ovviamente si rimarrà perennemente imbottigliati, così come puntualmente succede. Proprio per come sono strutturate le città, è ottimale l’uso dei mezzi pubblici e della bicicletta nelle sue varie forme e declinazioni. Ad Hannover in Germania stanno addirittura studiando progetti di mobilità di carico con le biciclette per poterle utilizzare anche se si devono fare trasporti di oggetti.

E’ evidente che per scoraggiare l’uso dell’automobile in città, i mezzi  pubblici devono essere potenziati e circolare in maniera capillare, efficace, coprire ogni fascia oraria ed essere molto frequenti. Inoltre devono avere tariffe agevolanti per chi li prende spesso. E per aumentarne decisamente l’uso bisogna  informare i cittadini sui benefici e chiudere al traffico di mezzi privati sempre più ampie zone del centro o di altre zone che verrebbero appunto massicciamente coperte dai mezzi pubblici. Il quartiere Vauban di Friburgo in Germania è un esempio efficacissimo, dove le automobili sono una percentuale estremamente bassa se rapportate a coloro che usano i mezzi pubblici e la bicicletta. Ricordiamo che non usare l’auto ha benefici non solo ambientali ma anche sanitari ed economici considerando i costi dei ricoveri, delle medicine e cure, dei carburanti, delle assicurazioni e della costante manutenzione dei mezzi.

Altro elemento di emissione di inquinamento sono gli impianti di riscaldamento. Basterebbe un'azione di coibentazione di tutti gli edifici per dimezzare da subito i consumi e relative emissioni. Il Comune dovrebbe fare da regia per queste azioni e dare le linee guida e assieme alle associazione di categoria , le imprese e le banche fornire tutte le informazioni e agevolazioni possibili affinchè qualsiasi cittadino di qualsiasi reddito sia messo in grado di coibentare la sua casa.

Con un'attenta opera di formazione bisognerebbe andare nelle case di tutti i cittadini, negozi e strutture di ogni tipo pubbliche e private e spiegare loro come diminuire i consumi di acqua, elettricità e riscaldamento. Agendo in questo modo si ridurrebbe l’inquinamento, i costi e si aumenterebbe l’occupazione.

Tra le decine di esempi negativi in città, è un insulto allo spreco e un ode alla stupidità vedere costantemente negozi che hanno in estate il condizionamento a tutta forza e in inverno riscaldamento al massimo, il tutto sempre con le porte aperte.

A livello energetico bisogna passare alle famose smart grid (sul serio non solo in teoria) e fare di ogni condominio, gruppo di case o  quartiere un produttore di energia, attraverso l’uso di fonti rinnovabile e sistemi di produzione energetica ad alta efficienza come la micro cogenerazione.  Occorre invertire totalmente la logica che bisogna pagare necessariamente la bolletta a qualcuno, meglio produrre e scambiare le eccedenze con la rete. Tutto ciò è tecnologicamente possibile già da tempo e sono pronte tutte le conoscenze e le applicazioni.

Inoltre, per dare una reale ripulita all’aria e creare microclimi favorevoli, senza aspettare o sperare che arrivi il vento che porti l’inquinamento altrove, si devono piantare più alberi possibile. Alberi di non eccessive dimensioni  e soprattutto alberi da frutta di antiche cultivar locali e più resistenti delle varietà moderne che, non si sa mai, visto che in futuro andiamo verso la sempre maggiore autosufficienza, potranno sempre servire.

Ricapitolando, quindi le azioni da fare per ridurre realmente l’inquinamento in città sono tre e assai semplici:

1)     Puntare sui mezzi pubblici, sull’uso della bicicletta e sulla drastica riduzione dell’uso dell’auto privata

2)     Almeno dimezzare i consumi degli edifici pubblici e privati attraverso un'efficace opera di coibentazione e farli diventare dove possibile auto produttori di energia elettrica e termica

3)     Piantare alberi, produttori di ossigeno, di verde e di cibo.

Tutto ciò non va sognato e fatto forse nei prossimi decenni, perché nel frattempo saranno morte altre centinaia di migliaia di persone. Speriamo che prima di girare con le bombole di ossigeno, gentilmente offerteci dalle case automobilistiche come gadget, magari firmate da qualche stilista, ci si convinca che è la strada da seguire e si agisca. A meno che non si faccia nulla perché con l’inquinamento alle stelle anche solo le spese sanitarie sono così alte che danno una bella spinta al PIL e se non sia mai si dovesse ripulire l’aria, il PIL con meno ricoverati e malati ne risentirebbe.  Ma non sarà che i paladini della crescita siano i veri sponsorizzatori dell’inquinamento? Che poi questi significhi la morte di migliaia di persone, ai paladini interessa poco, trattandosi di un trascurabile effetto collaterale.

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Commenti

Buongiorno Paolo, ho letto con molto interesse il tuo articolo di cui condivido appieno la tesi. In particolare, sono d’accordo con te sul fatto che si faccia poco per migliorare la situazione, nonostante le soluzioni ci siano e costituiscano un’alternativa migliore anche in termini economici e non solo ambientali/sanitari. A proposito dei costi sanitari dell’inquinamento, ti vorrei segnalare questo studio della WHO che stima in 90 mld di euro il costo delle morti premature per inquinamento atmosferico in Italia nel 2010: http://www.qualenergia.it/sites/default/files/articolo-doc/Economic-cost-health-impact-air-pollution-en.pdf. La formazione e l’informazione sono fattori di cambiamento fondamentali. Leggo quindi con piacere in questo articolo il riferimento alla microcogenerazione, tecnologia ancora poco conosciuta in Italia ma dalle grandi potenzialità per ridurre consumi e inquinamento nel residenziale. Questo studio offre una stima delle ricadute positive di una sua maggior diffusione nel nostro Paese: http://www.totem.energy/wp-content/uploads/Le-ricadute-della-diffusione-della-microcogenerazione-in-Italia.pdf. Nel caso in cui fossi interessato ad approfondire la questione della microcogenerazione per un prossimo articolo, sarei felice di condividere con te del materiale che ho raccolto sul tema, lavorando nella comunicazione di una delle poche aziende italiane che si stanno facendo strada in questo mercato di nicchia. Grazie, Fabio
Fabio Pezzuto, 02-11-2017 02:02

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