di
Marco Cedolin
11-07-2012
Mentre i media e la politica tradizionale si sforzano di definire a tutti i costi la manovra "tagli e sangue", anche detta spending review, come la medicina amara ma necessaria da mandar giù in questo momento, le critiche più dure arrivano dal Presidente di Confindustria e non dal sindacato. Momenti di puro parossismo.
Il teatrino dell'assurdo nel quale siamo immersi quotidianamente, ci offre momenti di parossismo in grado di trasportarci ai confini della realtà.
Di fronte alla manovra tagli e sangue conosciuta come spending review, che fra le altre cose eliminerà quasi 20mila posti letto negli ospedali e produrrà il licenziamento di qualche decina di migliaia di dipendenti della pubblica amministrazione, le critiche più dure arrivano da Squinzi, Presidente di Confindustria e non della Cgil. Proprio durante un faccia faccia con Susanna Camusso, Squinzi ha esternato le proprie perplessità riguardo alle ultime mosse del governo, sottolineando che "dobbiamo evitare la macelleria sociale". Spiazzando in primo luogo i vertici sindacali, dal momento che se Confindustria critica l'operazione del governo usando il loro stessi toni, significa in tutta evidenza che la "morbida" posizione tenuta fin qui non è più sufficiente a sotenere l'immagine d'integerrimi difensori dei diritti dei lavoratori ed occorre fare di più, con il rischio d'incorrere nell'ira dei banchieri....
L'ira di Mario Monti, colpito nel vivo dalle dichiarazioni, si è per ora indirizzata nei confronti di Squinzi, reo di avere esternato perplessità e critiche nei confronti di una manovra che i media mainstream ed il mondo politico stanno sforzandosi di presentare sotto le mentite spoglie di una medicina amara ma necessaria, che garantirà la guarigione del paziente. Dimenticando colpevolmente che il paziente ucciso da un farmaco potrebbe tornare in vita solamente in conseguenza di un miracolo e le virtù taumaturgiche dei banchieri sono estremamente scarse, dal momento che stanno fallendo anche nel tentativo di "salvare" gli istituti di credito da loro stessi creati.
Il banchiere di Goldman Sachs ha attaccato Squinzi affermando che "Dichiarazioni di questo tipo, come è avvenuto nei mesi scorsi, fanno aumentare lo spread e i tassi a carico non solo del debito ma anche delle imprese, e quindi invito a non fare danno alle imprese". Tutti zitti, insomma, altrimenti lo spread (che è sempre in ascolto) potrebbe indispettirsi e ricominciare a salire in maniera forsennata, perdendo la fiducia nell'operato del governo.
A rincarare la dose, in soccorso di Mario Monti, è arrivato anche l'immarcescibile Luca Cordero di Montezemolo, ex Presidente di Confindustria e novello "benefattore" in procinto di scendere nell'agone politico per difendere il futuro degli italiani. Il Presidente della Ferrari, di estrazione Fiat e da sempre campione nell'arte di privatizzare i profitti e socializzare le perdite, ha testè affermato "Dichiarazioni come quelle di Squinzi, sia nel merito che nel linguaggio, non si addicono a un presidente di Confindustria, fanno male e sono certo che non esprimono la linea di una Confindustria civile e responsabile".
Insomma la Confindustria di Squinzi sta diventando un organismo "rivoluzionario" che si distacca da una linea civile e responsabile, per sposare l'acciottolato sconnesso della protesta. Ed i risultati non stanno tardando a manifestarsi, lo spread è già risalito oltre i 480 punti (Berlusconi fu "licenziato" per molto meno) e potrebbe continuare ad arrampicarsi con risultati disastrosi.
Tutta colpa di Squinzi, lo spread ci ascolta ed è indispensabile tacere, se proprio intendete sfogarvi fatelo in un bugigattolo nascosto dall'ombra, dopo esservi assicurati che il nemico non è in ascolto.
Articolo tratto da Il Corrosivo
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