di
Andrea Degl'Innocenti
17-06-2011
Il rapporto annuale della Agenzia Europea dell'Ambiente fa crollare le quotazioni delle spiagge del nostro paese. Solo sedicesimi nella classifica annuale riguardante le acque costiere balneabili. Il risultato è il frutto di anni di politiche ambientali che hanno messo in secondo piano il rispetto e la valorizzazione del nostro patrimonio paesaggistico.
In Italia fare il bagno non è poi così sicuro. Lo dice il rapporto annuale Ue sulla balneabilità curato dall’Agenzia Europea dell'Ambiente che posiziona il nostro paese al sedicesimo posto nella classifica degli stati costieri europei. Il rapporto ha stabilito che la palma d’oro va a Cipro, che risulta perfettamente balneabile anche con i nuovi criteri restrittivi di analisi introdotti dalla commissione, che entreranno in vigore per legge a partire dal 2012.
Il 'Bathing Water Report', è un rapporto annuale che analizza in maniera approfondita lo stato delle acque, costiere ed interne, dei paesi membri dell'Unione. Si basa su una serie di dati relativi ad oltre 21mila aree di balneazione inviatigli dalle varie nazioni. Circa il 70% sono zone costiere; il resto sta nell'entroterra. La classificazione prevede che le zone possano essere conformi ai valori obbligatori, conformi ai valori guida piu' rigorosi o non conformi.
In generale in Europa 9 spiagge su 10 raggiungono o superano la sufficienza: un trend leggermente negativo rispetto agli anni passati. La posizione arretrata dell'Italia è dovuta soprattutto al fatto che, si legge nel rapporto, "il 61,8 per cento delle spiagge italiane risulta insufficientemente campionato".
Soltanto 4 spiagge su 5, nel nostro paese, arrivano al livello di sicurezza e 3 su 4 arrivano ai valori guida. L'Italia, da sola, vanta circa un terzo delle coste europee, di gran lunga il paese con più chilometri di spiagge nell'unione. Si trova nel nostro paese il 33,7 per cento delle acque costiere balneabili; la Grecia, seconda, ne ha meno della metà, il 14,8.
Questo immenso patrimonio pare non sia più valorizzato, se è vero quanto mostrato dai dati europei. La qualità dell'acqua, il rispetto dell'ambiente e del paesaggio sono tutte tematiche che nel nostro paese sono spesso state oscurate dalle grandi speculazioni e dall'abusivismo. Grandi costruzioni a pochi metri dalla spiaggia, industrie che scaricano in mare i propri liquami: pochi ingredienti ed ecco la ricetta per far precipitare in basso uno dei patrimoni paesaggistici più preziosi al mondo.
Il resto della classifica vede al primo posto Cipro, con il cento per cento di acque conformi agli standard, seguito da Croazia (97,3%), Malta (95,4%), Grecia (94,2%) e Irlanda (92,6%).
Il commissario Ue per l'ambiente Janez Potocnick, prendendo atto del leggero calo rispetto ai dati degli scorsi anni ha ricordato che "l'acqua pulita è una risorsa senza prezzo e non dobbiamo darla per garantita" incitando gli stati membri "a trasformare il leggero declino che abbiamo misurato quest'anno in un trend di miglioramento".