Spie nucleari: in Francia EDF costretta a pagare due milioni di euro

La compagnia francese EDF, il più grande produttore di elettricità al mondo e proprietario dei 58 reattori nucleari francesi, è stata condannata per complicità in attività di spionaggio ai danni di Greenpeace Francia. La compagnia dovrà pagare all’organizzazione cinquecentomila euro di risarcimento per danni morali, oltre a una multa di un milione e mezzo di euro.

Spie nucleari: in Francia EDF costretta a pagare due milioni di euro
Ieri la compagnia elettrica francese Electricité de France SA (EDF) è stata condannata per complicità in attività di spionaggio ai danni di Greenpeace Francia. La corte condanna EDF a pagare all’organizzazione cinquecentomila euro di risarcimento per danni morali, oltre a una multa di un milione e mezzo di euro. Condannate, con pene che vanno dai due ai tre anni di reclusione, quattro persone: tra queste due alti dirigenti della compagnia responsabili per la sicurezza nucleare. Nel 2006 EDF, il più grande produttore di elettricità al mondo e proprietario dei 58 reattori nucleari francesi, era stata accusata di complicità in attività di spionaggio ai danni di Greenpeace. In particolare le veniva contestato il reato di complicità con chi aveva violato la rete informatica dell'organizzazione e rubato oltre 1.400 documenti dal computer del direttore delle Campagne di Greenpeace. Nel 2004 EDF aveva assunto un hacker e un investigatore privato per spiare il lavoro di Greenpeace, proprio quando l’organizzazione stava criticando i piani del Regno Unito di rafforzare l'accordo con EDF sul nucleare. “Siamo molto soddisfatti dell’esito di questa sentenza; per una volta l'industria nucleare è costretta a pagare le conseguenze del credersi al di sopra della legge – commenta Giuseppe Onufrio, Direttore Esecutivo di Greenpeace Italia -. Il fatto che questa industria si sia ridotta all’uso di tecniche illegali per contrastare un movimento di opinione che ha sempre operato in modo pacifico e all’interno delle regole democratiche, dimostra ancora una volta che non è in grado di difendere la scelta nucleare in altro modo”. La storia dell’industria nucleare è costellata da casi poco trasparenti e da scelte prese per soddisfare interessi economici a discapito di quelli della collettività. Anche nell'incidente di Fukushima in Giappone, Greenpeace ha denunciato più volte la mancanza di informazioni e trasparenza per la popolazione e come la situazione si sia aggravata senza che i cittadini ne fossero stati messi al corrente. Solo pochi mesi fa EDF ha visto sfumare la possibilità di costruire – insieme ad Enel - le prime quattro centrali nucleari in Italia. “Con il referendum di giugno, gli italiani hanno dimostrato di avere molto più giudizio del loro governo, rimandando al mittente gli interessi ed i pericoli del nucleare francese”, conclude Onufrio.

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