Stop al carbone: blitz di Legambiente a Vado Ligure

“Il futuro energetico italiano passa per una generazione distribuita da fonti rinnovabili e la riqualificazione del patrimonio edilizio, le uniche vere scelte nell’interesse dei cittadini”. È quanto sostiene Legambiente che oggi ha organizzato una giornata di protesta contro il carbone davanti alla centrale di Vado Ligure, che si vorrebbe ampliare.

Stop al carbone: blitz di Legambiente a Vado Ligure
“Stop al carbone”. Una giornata contro la fonte fossile più inquinante: un blitz davanti alla centrale dove ha srotolato lo striscione, una conferenza stampa, un convegno e una festa a Savona con la Goletta Verde. Oggi Legambiente ha organizzato una giornata di protesta contro il carbone davanti alla centrale da 660 MW di Vado Ligure, cui si vorrebbe aggiungere un ulteriore gruppo sempre a carbone da 460 MW, per dire Stop alle centrali più inquinanti e bloccare l’utilizzo della fonte fossile più impattante per il clima. “Non esiste alcuna ragione economica o ambientale per continuare a utilizzare il carbone in Italia” - ha dichiarato Edoardo Zanchini, Vice presidente nazionale di Legambiente, nel corso della conferenza stampa che si è svolta sul lungomare della cittadina -. La crescita continua della produzione da fonti rinnovabili, infatti, permette oggi di poter finalmente chiudere o riconvertire le centrali elettriche più vecchie e inquinanti. Per questo chiediamo al Governo e alle Regioni un impegno chiaro in questa direzione, per continuare a investire nella generazione distribuita da fonti rinnovabili e nella riqualificazione energetica del patrimonio edilizio. Ossia, chiediamo un vero segnale di cambiamento nell’interesse dei cittadini e delle imprese”. Nel corso della conferenza stampa sono state messe in evidenza proprio le nuove condizioni della produzione elettrica in Italia: il contributo delle fonti rinnovabili nei primi 8 mesi del 2013 è stato pari al 40,5% della produzione netta e al 35,7% della domanda nazionale. Ma non solo. Proprio la produzione da energia pulita ha permesso di ridurre, come non accadeva da anni, il prezzo di acquisto dell’energia elettrica nella borsa italiana (PUN). “Invece di capire la portata di questo cambiamento, per aiutarne la prospettiva e generare vantaggi per le famiglie, il governo italiano concentra tutta la sua attenzione sui tagli agli incentivi alle rinnovabili e nell’introdurre nuovi sussidi per le fonti fossili”, ha sottolineato ancora Zanchini. “La nostra regione paga un contributo salatissimo all’economia del carbone con una industria tra le più grandi in Europa per la produzione di coke siderurgico a Cairo Montenotte e le tre centrali termoelettriche di La Spezia, Genova e Vado Ligure - ha aggiunto Santo Grammatico, Presidente di Legambiente Liguria -. Il grande successo del Festival Contro il Carbone che si è svolto nel mese di agosto a Vado Ligure, con la mobilitazione di numerosi volontari e il coinvolgimento di migliaia di persone, ha dimostrato chiaramente qual è il punto di vista e la preoccupazione dei cittadini liguri. Una preoccupazione che dovrebbe essere fatta propria dalla Regione, ché sollecitiamo perché indirizzi il nuovo Piano Energetico Ambientale verso l’azzeramento delle politiche di promozione del carbone e la riduzione dell’utilizzo delle fonti fossili, permettendo il raggiungimento degli obiettivi europei del il 2020”. Per cambiare lo scenario energetico in Italia Legambiente chiede una moratoria, con lo stop di tutti i progetti di costruzione e ampliamento di centrali a carbone, e l’introduzione di una carbon tax sulle centrali sulla produzione termoelettrica, sulla base delle emissioni di CO2 prodotte dagli impianti, che permetterebbe di premiare le produzioni più efficienti (come le centrali a gas a discapito di quelle a carbone o a olio combustibile) generando nuove risorse. In parallelo, per l’associazione ambientalista, si può intervenire subito sulle bollette tagliando la spesa di oltre 5 miliardi di Euro - tra sussidi alle fonti fossili, oneri impropri, sconti in bolletta ai grandi consumatori di energia elettrica - e spingere sia la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente che tutte le forme di autoproduzione di energia elettrica e termica, sviluppando così le rinnovabili senza incentivi e concretizzando i risparmi in bolletta per imprese e famiglie. Leggi il dossier “Stop al carbone: fermiamo le centrali più inquinanti d'Italia”

Commenti

L'unica cosa da fare seriamente più che parlarne è "stop al carbone"vieni a viveri tu sotto un fumaiolo del l'enel che brucia e scarica schifezze di ogni tipo
Salvatore, 17-09-2013 11:17
Purtroppo, ancora una volta, l'ispiratore di questo articolo elenca un insieme di luoghi comuni e di pregiudizi che portano il lettore meno informato ad equivocare e male interpretare la realtà e l'importanza dei fatti qui narrati. Bisognerebbe per esempio evitare di farsi confondere con l'argomento: "emissioni di CO2 in atmosfera", perchè se l'argomento fosse davvero importante e di una qualche concretezza, allora bisognerebbe considerare tutte le emissioni di CO2 dovute alle diverse fonti combustibili utilizzate per questo scopo: la produzione elettrica, per esempio. Ed allora sarebbe utile ed obiettivo che non ci si fermasse (come fa l'estensore dell'articolo) alle sole emissioni "post-combustione" (cioè quando si bruciano i diversi combustibili negli impianti di generazione), ma si andassero ad analizzare e conteggiare anche le emissioni della stessa molecola: CO2 dovuta alla fase di estrazione e trasferimento dei vari combustibili a destino (per la combustione, appunto), sia per Petrolio, Carbone e Gas. Interessante sarebbe allora scoprire che nei giacimento gli idrocarburi (Petrolio e soprattutto Metano) sono molto spesso presenti rilevanti percentuali di CO2 naturale, che viene ovviamente estratta dal sottosuolo insieme al Gas: fase di "pre-combustione". Cosa poi succede a questa CO2? Semplicemente, viene separata dal flusso dei vari Gas (Metano, CO2, H2S, ecc.) estratti e, perchè indesiderata, semplicemente "LIBERATA IN ATMOSFERA nei luoghi di estrazione. Qual'è quindi la differenza? "Stranamente", queste rilevantissime quantità di CO2 non vengono ne misurate ne attribuite ad alcuno (sic)! Vi è poi la molecola del Metano (CH4) che ha un'incidenza in termini di "Global Warming Potential" notevolmente maggiore della CO2 in atmosfera. Anche tale CH4 che in discreta misura sfugge al controllo ("fugitive methane emissions") stranamente non viene conteggiato e così si ... equivocano o mistificano le cose. Cui prodest ??? Al riguardo ed in relazione all'importante argomento dello "Shale Gas" che ha rivoluzionato il sistema energetico degli USA, vi è un'interessantissimo studio pubblicato dalla "Cornell University - Ithaca/NY" dal titolo GHG footprint from Shale formation che vi invito a cercare e leggere, per scoprire molte interessanti cose, tra le quali, prima di tutto, il mistificato fattore di conversione (in termini di GWP) nell'arco temporale di 20 o 100 anni. Poi ne possiamo seriamente parlare, sempre che lo si voglia seriamente fare!
Rinaldo Sorgenti, 13-09-2013 08:13

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