di
Stop al Consumo di Territorio
07-03-2011
Il Movimento Stop al Consumo di Territorio esprime il massimo disappunto nell’analizzare il decreto sulle rinnovabili, approvato giovedì scorso dal Consiglio dei Ministri, e si associa all’appello rivolto dalle principali associazioni imprenditoriali del settore e da tutte le organizzazioni ambientaliste al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, affinché non firmi l'irricevibile atto legislativo.
Il Movimento Stop al Consumo di Territorio aveva ritenuto indispensabile, nel Novembre 2009, avviare la campagna nazionale Sì al fotovoltaico, ma non su terreni liberi evidenziando il manifestarsi di gravi squilibri nell’indirizzo di una politica energetica nazionale che, se da un lato promuoveva ed incentivava i nuovi impianti di produzione di energia da fonti finalmente non fossili, allo stesso tempo non teneva conto dell’esigenza di dirigere gli investimenti e, macroscopicamente, favoriva l’esproprio di immense distese di terreni fertili (e di agricoltori …) per far spazio a grandi investimenti a terra.
Avevamo sollecitato la Conferenza Stato/Regioni a voler discutere ed approvare, finalmente, apposite linee guida di regolamentazione del fenomeno, ferme dal 2003.
Avevamo sollecitato la necessità di non incentivare economicamente i nuovi impianti a terra e, all’opposto, di stimolare la capillare realizzazione dei nuovi impianti sui tetti di capannoni, abitazioni, strutture edilizie già esistenti, piazzali ed ogni altra situazione già 'compromessa' da cemento ed asfalto. Convinti che migliaia (milioni …) di piccoli interventi fossero anche una garanzia per un diffuso vantaggio della intera popolazione e non l’ennesimo atout per esclusive grandi speculazioni.
Ci eravamo detti delusi per il poco coraggio con cui la Conferenza Stato/Regioni ed il Governo avevano deliberato l’agognata regolamentazione nell’estate dello scorso anno, demandando alle singole Regioni i criteri attuativi di queste linee guida insufficienti nel tutelare – con forza - terreni e paesaggi.
Oggi, con grande amarezza, annotiamo questo ennesimo spiacevole atto da parte di un Governo che, in modo sempre più evidente, mostra di voler azzerare qualunque intelligente e pianificata strategia per traghettare il Paese verso l’energia alternativa alle fonti fossili, per un ritorno al nucleare domestico, evidentemente obiettivo primo degli intendimenti del Governo stesso (ma l’imminente voto referendario siamo certi saprà fermare questo insano desiderio) .
Non possiamo non leggere in questo modo la nuova ravvicinata scadenza del Conto energia in vigore, con due anni di anticipo e ridefinendo in forma retroattiva le sovvenzioni già promesse e praticamente assegnate; la decisione di ridurre drasticamente gli incentivi futuri; l’assenza di un’intesa con le Regioni.
Il Movimento Stop al Consumo di Territorio, nel ribadire il suo "Sì al fotovoltaico, ma non su terreni liberi", il suo fermo invito a votare Sì al prossimo referendum contro il nucleare ed in attesa dell’auspicata presa di posizione del Presidente della Repubblica, chiede al Governo di ripensare alle decisioni assunte e ritirare il 'vergognoso' Decreto sulle rinnovabili, con cui si condanna a morte certa il futuro di un comparto economico ed occupazionale che, al contrario, andrebbe ampiamente valorizzato.