di
Claudia Bruno
26-07-2011
La polizia norvegese sta tentando la via dell'accusa per "crimini contro l'umanità" nei confronti di Anders Behring Breivik, il norvegese arrestato per le stragi di venerdì ad Oslo e Utoya. L'unico modo che permetterebbe, secondo il codice penale norvegese, di prescrivere 30 anni di reclusione invece che 21.
Il suo volto sembra uscire dallo schermo di un videogame di combattimenti all'ultimo sangue. Ad Anders Behring Breivik, il norvegese arrestato per le stragi di venerdì ad Oslo e Utoya, e che ieri in udienza preliminare ha ammesso di esserne l'autore, spetteranno 21 anni di reclusione con l'accusa di atti di terrorismo. La polizia norvegese sta tentando la via dell'accusa per "crimini contro l'umanità", che all'interno del codice penale norvegese è l'unica in grado di prescrivere un numero di anni di reclusione superiore ai 21, 30 per la precisione. Ma si tratta solo di "un'eventualità" secondo quanto dichiarato dal procuratore Christian Hatlo alla stampa norvegese.
L'ultimo bilancio delle vittime della strage di Utoya e dell’esplosione di Oslo, avvenute venerdì scorso in Norvegia, è stato ridotto dalla polizia da oltre 90 a 76 persone. Anche se l'ipotesi di complici nelle stragi non è ancora esclusa, la polizia norvegese crede più probabile la versione secondo cui il giovane avrebbe agito da solo, nonostante ieri durante l'udienza Breivik abbia parlato di altre "due cellule" che avrebbero fatto da supporto agli attentati. Su quest'ultima ipotesi continuano le indagini.
Le ideologie estremiste di Breivik contro il multiculturalismo dell'Europa attuale e l'apertura alle diversità, da venerdì 22 stanno girando il mondo online su siti e blog, tratte dal manifesto-memoriale di 1500 pagine diffuso prima delle stragi e in cui il giovane ha dichiarato di far parte di un'organizzazione transnazionale di "cavalieri templari" attiva da tempo per salvare l'Europa dal dal "marxismo culturale" e dall'"invasione musulmana". In questo senso, la strage al campeggio laburista estivo di Utoya - dove sono morte oltre 60 persone, per la maggior parte ragazzi - può essere interpretata come il simbolo della distruzione preventiva della futura classe dirigente norvegese, una punizione esemplare per il partito laburista e le sue visioni. Il quotidiano Aftenposten avanza l'ipotesi che nel mirino dell'attentatore ci fosse anche Gro Harlem Brundtland, ex premier laburista norvegese, che avrebbe lasciato l'isola di Utoya solo qualche ora prima dell'attentato.
La Norvegia, che ha davanti agli occhi la tragedia umana peggiore dopo la seconda guerra mondiale, non può che apparire ora un paese in lutto.
Intanto, mentre Breivik spiega che le stragi sono state "necessarie" per trasmettere "un segnale forte alla Norvegia" e procedere verso la "salvezza" europea, l'Europa grida al ritorno delle ideologie di estrema destra che incarnano la banalità del male in modo troppo simile a quanto fecero i nazi-fascisti della Shoah, e punta il dito contro i piccoli e radicati partiti di estrema destra che ancora incitano all'odio razziale, all'intolleranza, alla preservazione della purezza, alla riduzione delle differenze a rischiosa contaminazione.
Commenti