di
ENPA
30-08-2011
Il Consiglio federale della Svizzera ha rigettato la proposta di cancellare la norma che consente di sparare ai gatti randagi. L'Enpa auspica che i singoli Cantoni si assumano la responsabilità legislativa e si adoperino per vietare questa pratica tanto barbara quanto inutile.
Stupisce che nella civile Svizzera non sia stata accettata la modifica, proposta da Luc Barthassat (deputato del Cantone di Ginevra), di una legge obsoleta e crudele che consente di poter sparare ai gatti inselvatichiti o randagi nei boschi. Il Consiglio federale Svizzero ha rifiutato la proposta ma ha demandato ai singoli Cantoni la possibilità di potersi esprimere a riguardo.
Per questo l'Enpa auspica che i singoli Cantoni si assumano la responsabilità legislativa e si adoperino per vietare questa pratica tanto barbara quanto inutile. Con lo stesso stupore, tuttavia, leggiamo i commenti che dipingono la Svizzera come un luogo nel quale tutti sono impegnati nella caccia al gatto randagio.
Dai dati forniti dall'Associazione Centrale Svizzera per la protezione degli animali - fondata nel 1861 - salta all'occhio come essa sia attivissima: 27.463 sono gli animali accolti nel 2010 nei rifugi delle settanta sezioni dell'associazione. Questo significa che la Svizzera non è un Paese nel quale errano milioni di gatti randagi pronti ad inselvatichirsi nei boschi.
Siamo certi che i singoli Cantoni provvederanno al superamento di quello che appare un residuato normativo, ormai senza alcun riscontro con la sensibilità dei nostri tempi, così come recentemente accaduto in Francia.
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