Tagli degli alberi, eliminato l’obbligo di autorizzazione paesaggistica

Con un emendamento approvato dal Governo che modifica un articolo del Codice dei beni culturali, è stato eliminato l’obbligo dell’autorizzazione paesaggistica anche per boschi, parchi, giardini e alberi monumentali. Numerose le critiche che si sono levate contro questa decisione.

Tagli degli alberi, eliminato l’obbligo di autorizzazione paesaggistica

 «Il partito della Premier Meloni ha approvato un emendamento che prevede di tagliare alberi senza autorizzazione, nei boschi, nei parchi, nei giardini e non risparmiando nemmeno gli alberi monumentali» scrive il Verde Angelo Bonelli, come riportato da Europa Verde
E il GUFI, Gruppo Unitario per le Foreste Italiane, ha diffuso una nota molto critica sulla decisione. «È stato approvato, in sede di conversione del Decreto legge “Asset” che trattava di tutt’altra materia, un emendamento presentato da FdI che cancella totalmente la tutela paesaggistica dei boschi nei confronti dei tagli boschivi, manomettendo il Codice Urbani e il senso originario della legge Galasso: la tutela dei boschi nelle aree vincolate con decreto ed il concetto di taglio colturale – si legge nella nota - La difesa dei boschi ha subito, negli anni, vari attacchi del mondo forestale, sia da parte delle ditte, che dei politici degli enti locali, che di alcune rappresentanze dei dottori agronomi e forestali, che di una frazione del settore accademico, contro il parere prevalente di biologi, botanici e studiosi dell’ecologia e del paesaggio. Le Regioni, in modo incontrollato, hanno esteso il concetto di taglio colturale a ogni possibile ed immaginabile trattamento selvicolturale, anche il taglio a raso, che si applica ai nostri boschi ceduo. Il motivo questa volta è chiaro, come dice letteralmente l’art. 5–bis del decreto, senza tanti giri di parole: incentivare la filiera del legno, aumentare la concorrenza sui mercati esteri (specialmente quelli balcanici e nord europei, che tagliano boschi a raso su grandi superfici) e accrescere l’approvvigionamento interno di legno, rallentando l’evoluzione degli ecosistemi forestali. Si annulla quindi la tutela paesaggistica, di rango costituzionale primario, al fine di incrementare l’economia. Del resto, non è la prima volta che principi costituzionali vengono violati pur di aumentare i tagli boschivi: pensiamo per esempio al Testo Unico per le Filiere Forestali, che consente alle Regioni di obbligare i proprietari a tagliare i loro boschi».
«Questo la dice lunga non solo sull’attuale politica di tutela ambientale e dei beni culturali, ma sulla stessa cultura costituzionale, tra l’altro recentemente arricchita dalla tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e della biodiversità, gravemente fraintesa da chi ha proposto e votato questo articolo. Una scelta del tutto anticostituzionale – prosegue la nota del GUFI - Questa non vuole essere una critica politica all’attuale maggioranza, visto che tale volontà politica, che covava dal 2018, anno di approvazione del controverso Testo Unico Forestale, è trasversale ai maggiori partiti, con asse privilegiato PD-Lega, cui si è aggiunta anche FdI. Dietro questa decisione ci sono molte lacune culturali, scientifiche e concettuali da parte dei proponenti, nonché palesi ragionamenti illogici e aberranti tra i sostenitori, la cui applicazione apre allo smantellamento di ogni tutela ambientale e paesaggistica. Innanzi tutto da parte di coloro che sostengono che l’opera dell’uomo ha formato il paesaggio, e quindi anche i tagli, in quanto opera dell’uomo, fanno parte del paesaggio. Con questo ragionamento, potremmo sostenere che anche le case e i palazzi fanno parte delle opere umane, e quindi costruire qualsiasi casa o palazzo non danneggi mai il paesaggio».
«Chi sostiene poi che l’autorizzazione paesaggistica danneggi l’economia forestale in quanto inutile orpello burocratico, ammette di conseguenza, con tale ragionamento, che anche l’autorizzazione paesaggistica per costruzioni, apertura di cave, e ogni altra opera, essendo oggettivamente un orpello alle attività produttive, potrà essere superata a richiesta degli operatori e dei professionisti del settore (imprese edili, ingegneri, architetti, che invece non si sognano nemmeno lontanamente di farlo) – prosegue ancora la nota -  Il prossimo passo sarà quindi, conseguentemente e coerentemente, l’abrogazione dell’art. 9 della Costituzione? Adesso finalmente parte del settore dei tagliatori e dei dottori forestali avrà mani libere sui boschi che, coi loro 11 milioni di ettari, rappresentano il più vasto patrimonio culturale della nazione».

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Commenti

Le dichiarazioni riportate nell'articolo non sono esatte, la tutela di boschi e alberi permane. Bonelli è stato informato da un membro del comitato scientifico di Europa Verde dell'inesattezza delle sue parole (primo ospite della trasmissione di questo link https://www.raiplaysound.it/audio/2023/10/Tutta-la-citta-ne-parla-del-06102023-e0cc223e-d5a7-4a7c-a2d8-49edb4863a74.html ) Qui la notizia meglio riportata https://www.ildolomiti.it/ambiente/2023/addio-al-doppio-vincolo-paesaggistico-sulle-foreste-per-bonelli-e-un-golpe-contro-la-natura-ma-gli-esperti-spiegano-nessuna-%E2%80%98deregulation-si-tratta-solo-di-buon-senso Qui un articolo tecnico https://www.rivistasherwood.it/t/novita-e-notizie/addio-al-doppio-vincolo-paesaggistico.html?fbclid=IwAR0fkQ7F86bEQnwRTKz-yfY0pT4VJ4f8odWfkNbj4Vi5t3emRgruKcP0OvY
Giuliano Gridelli, 12-10-2023 01:12

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