di
Claudia Bruno
22-04-2011
'Talee', domani a Genova, è un progetto di propagazione dei libri, un lavoro sulla scrittura e la lingua che parte dalla comprensione della germinazione vegetale. Innestando continuamente parole e piante, significati e organismi vegetali, due donne stanno girando l'Italia con una performance itinerante che procede di libreria in libreria, di spazio in spazio, di piantumazione in piantumazione, e che inevitabilmente richiede la partecipazione di lettori, ascoltatori, librai, abitanti.
Due donne, attrezzi per zappare in una mano, libri e parole nell’altra. In testa capelli spettinati da una moltitudine di idee e desideri pronti per essere condivisi con altri. Con questo aspetto Beatrice Meoni e Sandra Burchi sono arrivate ieri a Pomezia, città in cui vivo, per portare Talee: un progetto di propagazione dei libri, un lavoro sulla germinazione della scrittura e della lingua che ‘letteralmente’ chiama in causa la germinazione vegetale.
"Forse vi spiego un attimo cos’è una talea", Sandra Burchi - filosofa e sociologa di Pisa che sta curando la performance itinerante ideata dall’artista Beatrice Meoni, scenografa e accanita lettrice di Sarzana, un paesino al confine tra Liguria e Toscana – lo dice a chi arriva, a chi domanda, a chi viene a conoscenza, per un motivo o per l’altro, dell’esistenza di questo viaggio per l’Italia, che si articola di libreria in libreria, di piantumazione in piantumazione, di spazio in spazio. "No, perché in effetti anch’io prima non sapevo bene cosa fosse". La talea, spiega Sandra, è una porzione di organo vegetativo di una pianta che, distaccata da questa, opportunamente preparata e sottoposta a determinati stimoli in specifiche condizioni ambientali, riesce a dare un nuovo organismo vegetale completo in tutte le sue parti.
Facendo leva su questo concetto di ri-generazione feconda, Beatrice Meoni ha pensato bene di sperimentare un vero e proprio 'innesto' tra parole e piante, significati e organismi vegetali. Da un lato dando vita a delle opere tridimensionali, a metà tra il libro d’artista e il mini giardino, capaci di tenere insieme le pagine di un libro, la terra, le radici, le foglie. Dall’altro portando in giro per le librerie e gli spazi pubblici delle città italiane, una performance di lettura collettiva che sempre richiede una partecipazione attiva degli abitanti del posto in cui si approda: lettori, librai, auditori, passanti.
Così è stato ieri a Pomezia, cittadina dormitorio alle porte di Roma, composta da palazzi squadrati che si alternano ad ampi campi incolti, cielo e cemento, stradoni dritti e tutti uguali. È stata la prima volta in cui Talee ha avuto luogo in uno spazio aperto e pubblico, dopo le tappe di Sarzana, Fucecchio, Bolzano, Bologna, Firenze e Roma. Dopo una mattinata passata a "zappettare" nei campi verdi che portano al mare, Sandra e Beatrice hanno 'arredato' la piazzetta davanti alla biblioteca comunale sistemando tra un albero e l’altro tre giardini composti da piante selvatiche (camomilla, cardo, spighe di grano, erba di campo) e piante aromatiche locali, terra e sassi. Il tutto steso su citazioni tratte dai bianchi Einaudi.
"Ecco che nascono les jardins dèlaisses, i giardini residui – spiega Beatrice Meoni – dei veri e propri giardini in cui la poesia e la letteratura dialogano con quelle che Gilles Clement, paesaggista, scrittore, agronomo, chiama le piante vagabonde”.
La gente si ferma, osserva, chiede. I bambini esprimono entusiasmo: "queste piante sono davvero bellissime". Sono le piante del posto in cui vivono, eppure forse non le hanno mai viste davvero. Ora le guardano con altri occhi: messe lì in una composizione insolita di fronte alla biblioteca, accanto alle parole di uomini e donne che ci sono ancora, che non ci sono più.
Alle 18.30 inizia la performance. Un gruppo di lettori improvvisati e improvvisanti, tutti abitanti del posto, ognuno con il suo libro preferito in borsa o nello zaino, iniziano a leggere camminando lungo la strada che dal palazzo del Comune porta alla biblioteca. Rallentano, si fermano un attimo accanto ai bimbi che giocano, le mamme che li controllano, gli anziani seduti che guardano la chiesa con il giornale in mano, i lavoratori che affrettano il passo per portare a termine l’ultima commissione della giornata. I lettori riprendono a camminare sotto gli sguardi un po’ curiosi, un po’ insospettiti, un po’ indifferenti di questa piazza che saluta gli ultimi raggi di sole prima di cena. Con loro c'è anche chi vuole ascoltare, ripetersi in testa le parole sussurrate e immaginarsele con lo sguardo fisso su un punto indefinito.
Una volta arrivati ai 'giardini residui', davanti alla biblioteca, ognuno cerca il suo posto nello spazio, e continua a leggere. Leggono per sé, tra sé e sé, e per gli altri, chi vuole ascoltare e chi no. Non tanto per far capire le frasi esatte, quanto per dire che la lettura è un qualcosa di fertile, di mai uguale a se stesso, di non solitario ed individuale, di non separato dal mondo. Qualcosa di rizomatico, di non lineare, da cui continuamente nasce altro, qualcosa capace di generare e ri-generare. "Tutto questo rafforza l'idea della radice che non va necessariamente in profondità, ma del rizoma che si muove in superficie e crea germinazioni multiple. Un'operazione di omaggio alle relazioni, alla lettura in presenza, ai legami vivi e alla propagazione di questi legami" spiega Sandra Burchi.
E infatti c'è chi durante la performance scopre un libro fino ad allora sconosciuto, lo toglie gentilmente dalle mani del lettore e diventa lettore a sua volta. Chi trova la sua poesia preferita, chi capita su una pagina che non aveva previsto, chi accoglie parole nuove degli altri e le mette insieme alle sue, spalla contro spalla, bocca contro orecchio.
"Se mietessimo le nuvole... resteremmo sorpresi di raccogliere imponderabili semi mischiati di loess, le polveri fertili. Già in cielo si disegnano paesaggi imprevedibili", Beatrice Meoni cita Gilles Clement per chiudere la lettura collettiva. Poco dopo, lei e Sandra, saranno già in viaggio – 'piante vagabonde' anche loro – per far ritorno a casa. Un ritorno breve, però, perché domani (sabato 23 aprile) Talee sarà già a Genova, per una plant-a book street reading.
Per saperne di più: talee-talee.blogspot.com