di
Alessandra Profilio
15-07-2011
Il Tar del Lazio ha respinto ieri il ricorso presentato dalla Comunità montana Valle Susa e dal comune di Giaglione contro il cunicolo esplorativo della Maddalena. Da oggi intanto 150 alpini del 3° battaglione Susa affiancano carabinieri e polizia nella difesa di quello che ancora oggi non è un cantiere ma un vero e proprio fortino militare.
Il Tar del Lazio ha respinto ieri il ricorso presentato dalla Comunità montana Valle Susa e dal comune di Giaglione contro il cunicolo esplorativo della Maddalena, i cui lavori sono programmati in autunno, non ravvisando la necessità di bloccare i lavori per il tunnel geognostico della nuova linea ad alta velocità in attesa della discussione nel merito del ricorso presentato dai legali dei No Tav che contestano la legittimità della delibera Cipe che autorizza il cantiere di Chiomonte.
Nell'ordinanza i giudici hanno osservato come il cunicolo rappresenti “un supporto esplorativo a scopo geognostico, necessariamente integrato con il progetto principale riguardante la realizzazione della tratta ferroviaria, la cui compiuta definizione di carattere progettuale non risulta, allo stato, ancora perfezionata”.
Il Tar del Lazio ha inoltre deciso sull'eccezione di incompetenza territoriale formulata in udienza dall'Avvocatura dello Stato, che sosteneva la competenza del Tar Piemonte sulla vicenda: i giudici romani hanno riconosciuto la competenza del Tar del Lazio “in ragione della rilevanza di carattere nazionale dell'opera”.
Da oggi intanto 150 alpini del 3° battaglione Susa affiancano carabinieri e polizia, presenti già in 1200 uomini, nella difesa di quello che ancora oggi non è un cantiere ma un vero e proprio fortino militare, come rilevato anche dall'eurodeputato Gianni Vattimo. Quest'ultimo, in visita al sito dove dovrebbe partire il cunicolo esplorativo della Torino-Lione ha infatti riferito di aver constatato che i lavori non sono neanche iniziati.
“Parlare di militarizzazione allora oggi ha un senso diverso dei giorni scorsi – afferma il Movimento No Tav in una nota - perché se già lo stato aveva deciso di gestire militarmente la Torino Lione, oggi lo fa con i suoi soldati. Un’ottica di guerra dichiarata che si trasforma in una vera e propria occupazione militare di un territorio che non può essere tollerata”.
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