di
Alessandra Profilio
31-01-2012
Nonostante la crisi, la speranza ancora una volta viene riposta nelle grandi opere. È questo il commento del movimento No Tav alla notizia dell'accordo bilaterale ratificato ieri da Italia e Francia per la realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione.
“Questo è il modo che i governi hanno di rispondere ai problemi del paese, nonostante la crisi, nonostante ci si sia avviati verso il sicuro fallimento finanziario dell’Italia, la speranza ancora una volta viene riposta nelle grandi opere”.
È questo il commento del movimento No Tav alla notizia dell'accordo bilaterale ratificato ieri da Italia e Francia per la linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione.
A sottoscrivere l'intesa, che sarà ratificata dai Parlamenti nazionali, sono stati ieri il viceministro alle Infrastrutture Mario Ciaccia e il ministro francese ai Trasporti Thierry Mariani.
L'accordo definitivo prevede che la direzione strategica e operativa del progetto venga affidata ad una società paritetica italo-francese con ufficio direttivo a Torino e sede legale in Francia.
Il costo complessivo dell'opera sarà di 8,2 miliardi. Italia e Francia intendono chiedere alla Commissione europea il massimo importo finanziabile, ovvero il 40% del costo totale, pari a 3,3 miliardi di dollari. Il resto (5,1 miliardi di euro) verrà ripartito tra i due paesi: il 57,9% (2,7 miliardi di euro) all'Italia ed il restante 42,1% alla Francia (2,2 miliardi di euro).
Il viceministro alle Infrastrutture ha dichiarato che nel 2012 verranno realizzate le prime opere al tunnel della Maddalena, mentre nel 2013 ci sarà l'inizio vero e proprio dei lavori. Il completamento dell'opera, ha affermato Ciaccia, è previsto per il 2023.
“Sono convinto – ha concluso Ciaccia - che l'opposizione che in passato si è espressa con manifestazioni intollerabili, si attenui progressivamente a fronte di una più matura comprensione dei vantaggi che comporterà l'opera”.
Sarà... al momento, però, i cittadini che da anni portano avanti la loro battaglia per la difesa della Val di Susa non sembrano intenzionati ad arrendersi. L'ultima manifestazione del movimento No Tav si è svolta sabato scorso a Torino. Carriole con le 'macerie' del cantiere della Maddalena di Chiomonte, filo spinato, pezzi di reti metalliche e di legno e bossoli di lacrimogeni hanno aperto il corteo No Tav partito da piazza Carlo Felice e al quale hanno preso parte migliaia di persone.
Si è trattato di una manifestazione di solidarietà per le persone arrestate per gli scontri della scorsa estate in Val di Susa.
“Chi pensava che il popolo No Tav si sarebbe spaventato per gli arresti non ha capito niente. Sono vent'anni che abbiamo messo in conto di poter venire arrestati - ha affermato Alberto Perino, uno dei leader del movimento -. La manifestazione di oggi era prevista da oltre un mese per riportare a casa loro le macerie che hanno fatto in Valle”.
Contro la repressione impiegata dalla Stato italiano nei confronti del movimento No Tav e per chiedere il rilascio immediato dei 26 attivisti arrestati si è espresso anche l' europarlamentare Paul Murphy il quale ha sottolineato che “il progetto della linea ad Alta Velocità deve essere cancellato” in quanto “totalmente inutile e distruttivo per l’ambiente”.
“Gli unici che ne trarrebbero dei benefici – ha aggiunto Murphy - sono gli speculatori, le grandi aziende di costruzione e la mafia degli appalti”. Murphy ha poi spiegato che, in visita in Val di Susa lo scorso agosto, ha avuto modo di “toccare con mano la rabbia e l’opposizione diffusa della popolazione locale” contro la linea ad alta velocità Torino-Lione. “Tuttavia lo Stato italiano sta cercando di imporlo attraverso l’uso di una repressione brutale nei confronti delle comunità della Valle e di chi le sostiene”.
Secondo Murphy è una vergogna che questo progetto venga finanziato dall’Unione Europea. “Chiedo ancora una volta alla Commissione di ritirare i finanziamenti”.