Staglianò: Il cellulare? "Toglietevelo dalla testa"

Cellulari e rischi per la salute, una questione che periodicamente torna all'attenzione, anche se mai abbastanza. Ne abbiamo parlato con Riccardo Staglianò, giornalista e autore del libro Toglietevelo dalla testa, edito da Chiarelettere.

Staglianò: Il cellulare?
Sono strumenti che usiamo tutti i giorni. Ci chiamiamo chiunque anche se sta a pochi chilometri da noi. In metropolitana ormai tutti hanno le cuffiette per ascoltarci la musica. Parliamo dei cellulari, degli smartphone e di tutti quei telefoni di vecchia o nuova generazione che ci permettono di essere in contatto, rintracciabili in qualsiasi momento della giornata. E se il nuovo migliore amico dell’uomo, potesse anche far male, nuocere alla salute se utilizzato senza criterio? È il quesito a cui ha risposto Riccardo Staglianò, giornalista di Repubblica, nel suo libro inchiesta Toglietevelo dalla testa. Per avere una fotografia di quello che è stato un lungo lavoro di ricerca, durato quasi un anno, abbiamo rintracciato telefonicamente l’autore il quale, ci ha raccontato di un tema che i media stanno tralasciando e sul quale servirebbe “un’opera di informazione seria”. Sfogliando le prime pagine di questo tuo libro inchiesta, si capisce subito che l’idea di scriverlo è nata un po’ per caso, no? È proprio così. Quando un mio amico, un giorno, mi ha segnalato come sul libretto d’istruzioni del mio cellulare c’era scritto di tenerlo a un centimetro e mezzo dal corpo, non ci volevo credere. Sono andato a controllare ed ho visto che era effettivamente così. Da lì la curiosità ha preso il sopravvento ed ho cominciato a verificare se era una precauzione che riguardava esclusivamente il mio cellulare o se era un problema diffuso. Ho scoperto che, per esempio, modelli di smartphone appetibili e presenti sul mercato, avevano stampato sul libretto di istruzioni di tenerli addirittura a due centimetri e mezzo dal corpo. Per avere un’idea di quanti siano due centimetri e mezzo, vi dico che corrispondono alla costola del mio libro che è di 350 pagine. Chiaramente nessuno sano di mente terrebbe il proprio cellulare a questa distanza e il problema è proprio che nessuno lo fa e che – cosa più importante – nessuno lo SA! Come avrai capito, questo è stato solo il là per una ricerca che è durata quasi un anno e che mi ha portato dagli Stati Uniti alla Svezia, passando per il nostro ‘Bel Paese’. Rimaniamo proprio in Italia: tra le tante testimonianze che hai inserito in “Toglietevelo dalla testa” c’è quella di Innocente Marcolini. Ce ne vuoi parlare? Certamente. Ho voluto inserire la storia di Innocente Marcolini nel libro, perché quest’uomo detiene un record, seppur non proprio “felice”. Il signor Marcolini è un ex manager bresciano che lavorava in un’azienda molto importante che produce macchine utensili e dà lavoro a circa 400 persone. L’azienda in questione, bisogna dirlo, aveva molti rapporti con l’estero ed è proprio per questo che Innocente parlava al telefono - tra cordless e cellulare aziendale – 5/6 ore al giorno. Ad un certo punto, a quest’uomo viene diagnosticato un tumore al nervo trigemino. Viene operato di urgenza, gli asportano il tumore, insomma tutto risolto (sebbene porti segni ancora visibili). La questione però non finisce qui perché Innocente fa causa all’INAIL per farsi riconoscere una pensione di invalidità per malattia professionale ed è questo il record a cui facevo riferimento: per la prima volta al mondo un tribunale (in appello), quello di Brescia, riconosce che c’è un rapporto di concausalità tra l’utilizzo abnorme del telefono e lo sviluppo di una patologia come quella riportata dal signor Marcolini. Definisco questo “lieto fine” come un record italiano perché ci sono alcune cause giudiziarie aperte nel mondo – soprattutto negli Stati Uniti –e nessun giudice ancora, eccetto quelli di Brescia, è riuscito ad emettere una sentenza del genere e a stabilire un rapporto tra cellulare e malattia. Nel libro tu parli di “lobbies” che commissionano falsi studi per nascondere gli effetti nefasti dell’uso abnorme del telefono e comunque spieghi come, in varie situazioni e in vari modi, si sia sempre cercato di occultare la verità su questo tema. Lo scenario però spero che non sia così nero. Ci sono dei paesi che stanno tentando di fare un po’ di prevenzione? Fortunatamente sì. In Francia, per esempio, esiste da un paio d’anni (se non mi ricordo male) una legge che si chiama Loi Grenelle che prevede diverse misure di prevenzione, tra le quali: una maggior sensibilizzazione dei ragazzi per spingerli ad usare il cellulare il meno possibile o quasi niente, impone ai produttori di vendere i cellulari con auricolari comprese nella confezione e proibisce alle compagnie di fare pubblicità ai cellulari per gli under 14. Anche se ci spostiamo in Inghilterra la situazione – in termini di cautele governative sul tema dell’utilizzo dei cellulari – sono pressappoco simili. In Israele, visto il forte uso che i cittadini fanno delle nuove tecnologie e dei cellulari, era stata proposta una legge per impiantare delle regole e delle misure ben precise. Purtroppo però non ce l’ha fatta ad essere approvata. Una misura su tutte però è rimasta molto impressa: la legge in questione, se fosse stata approvata, avrebbe previsto il mandare – ogni qual volta il cliente accendeva il cellulare – un sms con questo testo: “attenzione, l’apparecchio che avete tra le mani emette radiazioni. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che tali radiazioni potrebbero essere cancerogene”. Dico tutto questo solo per farvi capire quanto gli altri stati si stanno muovendo. E l’Italia, in tutto questo? In Italia, purtroppo, non è stato fatto poi molto ma c’è da registrare una nota positiva. Il 15 novembre 2011, il Consiglio Superiore di Sanità, su richiesta del Ministero della Salute precedente (non quello di Balduzzi ma quello del Governo Berlusconi), ha detto una cosa a cui è stata dato poco risalto e molta poca pubblicità. In questo studio di sette pagine commissionato dall’autorità ministeriale, il comitato scientifico del Consiglio di Sanità, ha dichiarato che l’uso del cellulare non deve essere indiscriminato e, soprattutto per i giovani e per i bambini, l’uso deve essere limitato a casi di estrema necessità. Mi chiedo come mai non se ne parli a sufficienza di questo rapporto e degli effetti nocivi che, un uso comunque prolungato del telefono, possono provocare. Informare è la prima regola di questo mestiere. Con Toglietevelo dalla testa, tento di togliere un velo ad una realtà ai più sconosciuta e sulla quale bisognerebbe fare un’opera di informazione seria.

Commenti

E' vero, come mai non se ne parla di questo problema?
Marta, 06-12-2012 03:06
Ancora domande retoriche? Lo sappiamo tutti come mai :(
Marco, 07-12-2012 07:07
E' possibile accedere al Documento del Istituto Superiore di Sanità?
Giuliano R., 09-12-2012 10:09

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