Ma prima di fare considerazioni di questo tipo bisognerebbe chiedersi: quali mercati e quali investitori? Sembra infatti che vada bene tutto, basta che qualcuno ci compri qualcosa o ci lasci vendere qualcosa. Con questa logica perversa e suicida, si stanno regalando più o meno intere fette del paese a chi ha soldi, senza preoccuparsi di altro. Ma chi sono questi investitori o leader del mercato che hanno soldi? Per esempio investitori cinesi che fino a una ventina di anni fa erano considerati i “terribili comunisti”, che provengono da un paese dove non c’è piena libertà di espressione, la pena di morte è largamente praticata, diritti umani e minoranze sono represse, ci sono lager pieni di lavoratori trattati come cavie umane, inquinamento alle stelle, sono responsabili di land grabbing nel sud del mondo e distruttori dell’ambiente come pochi ma, quando aprono il portafoglio, tutti si inchinano. Oppure investitori di monarchie e dittature arabe dove le donne fino a poco tempo fa non potevano nemmeno guidare le auto. Arabi che da una parte disprezziamo e che dall’altra, se comprano le nostre armi, le Ferrari e i nostri marchi di lusso, ovviamente vengono definiti eccezionali clienti da trattare con i guanti dorati. Chi se ne frega del Feroce Saladino, delle donne velate senza diritti, se quelli hanno i soldi? Benvenuti! Investitori pirati della finanza e dell’industria con sedi nei paradisi fiscali, Dei dell’informatica, super mega ricchi del web che hanno imperi di soldi più di interi paesi e che pagano tasse irrisorie facendo guadagni stratosferici alla faccia di noi umili mortali sommersi di tasse, balzelli di ogni tipo, burocrazia torturatrice, regolamenti, codicilli e leggi assurde. Investitori che, proprio perché devono fare enormi profitti, non guardano certo per il sottile all’ambiente o alla salute delle persone. La politica troppo spesso chiude uno o, meglio, entrambi gli occhi, perché l’importante è che si faccia rinsavire il moribondo PIL e si possa dire che il nostro paese cresce.
Quali sono i mercati e gli investitori che invece andrebbero tranquillizzati e incentivati? Sicuramente quelli a cui dire che l’Italia vuole ridiventare il giardino che era, che l’ambiente e la salute delle persone sono al primo posto, che c’è da investire e pure tanto nella tutela del territorio, nella riqualificazione energetica di tutto il patrimonio edilizio, in agricoltura biologica, in mobilità sostenibile, nelle energie rinnovabili, nel risparmio idrico, nella lotta alla desertificazione, nella depurazione naturale delle acque, nella salvaguardia della biodiversità, nella riforestazione massiccia, nella riscoperta, salvaguardia e valorizzazione delle innumerevoli eccellenze locali, artistiche, culturali, alimentari. Chi vuole investire per accelerare ancora di più la devastazione di quello che una volta era il Bel Paese, è meglio che se ne stia a casa sua, anzi che chiuda proprio bottega, così non fa danno nemmeno a casa sua. Si può fare “mercato”, si possono coinvolgere investitori in tantissimi campi e settori che hanno una grande necessità ma non sono quegli investitori che normalmente si vanno a tranquillizzare con il cappello in mano. Una vera politica ha valori umani e ambientali profondi, sui quali costruisce anche l'economia che non è quella che ci sta portando all’autodistruzione ma quella che ci aiuterà a risorgere dalle macerie che stiamo seminando ovunque.
Se c’è poi qualcun’altro che davvero va tranquillizzato, quelli sono i cittadini nei confronti di quel mercato e quegli investitori senza scrupoli che si preoccupano esclusivamente del segno più dei loro conti e che l’azionista abbia i suoi dividendi, asfaltando tutto quello che trovano davanti. E non ci si faccia prendere in giro da ridicole campagne fatte apposta per dare quella mano di verde o umanitaria a prodotti e ditte che il verde e l’umanità non sanno nemmeno cosa siano.
Di fronte a una situazione sempre più grave, il tempo dei distinguo e dei compromessi che non portano a nulla di positivo è finito. Chiudere gli occhi di fronte ad evidenti gravi delitti ambientali e umani in nome di un falso progresso, non è più possibile, bisogna costruirlo per davvero un mondo più giusto e vivibile o non ci sarà più nessun mondo dove vivere.