di
Alessandra Profilio
27-10-2010
È tregua momentanea a Terzigno. Dopo i violenti scontri delle scorse settimane, ieri la protesta ha scelto una fiaccolata pacifica. Ancora una volta, gli abitanti dei comuni vesuviani hanno chiesto la cancellazione di cava Vitiello e la chiusura di cava Sari. Intanto, mentre la Procura di Nola apre un'inchiesta sul possibile inquinamento della falda acquifera sottostante alla discarica, sul caso di Terzigno serpeggiano i sospetti.
Dopo settimane di accesa protesta, nelle ultime notti un velo di quiete ricopre il cielo di Terzigno. Nessun camion di rifiuti diretto verso cava Sari, nessuno scontro sulla rotonda Panoramica. Gli unici mezzi nella strada verso la discarica sono quelli che trasportano il terreno vegetale con cui si sta cercando di limitare quegli insopportabili miasmi che negli ultimi tempi hanno nauseato la popolazione.
Si tratta, tuttavia, soltanto di una sospensione momentanea degli sversamenti, così come stabilito nel corso del vertice tenutosi il 23 ottobre socorso. Tra qualche giorno la discarica tornerà attiva (probabilmente nella notte tra domani e venerdì) così come, probabilmente, la protesta dei cittadini che non accettano di scendere a compromessi quando in gioco c’è la qualità della loro vita e la salute propria e dei figli.
I sindaci dei comuni vesuviani non hanno infatti firmato il documento stilato al termine dell’incontro di qualche giorno fa con il capo della Protezione civile Guido Bertolaso, il presidente della Regione Stefano Caldoro, il prefetto Andrea De Martino e il questore Santi Giuffrè. I primi cittadini hanno così ribadito il netto 'no' alla apertura di una nuova discarica nel Parco Nazionale del Vesuvio, il mega sversatoio in Cava Vitiello.
"Il momento più delicato sarà quando riprenderanno gli sversamenti in cava Sari", afferma Gennaro Langella, sindaco di Boscoreale, prevedendo scontri futuri.
A tal proposito è intervenuto Roberto Maroni, annunciando la linea dura contro i facinorosi. L’attenzione del ministro e molti riflettori sembrano infatti essere puntati esclusivamente sulla violenza di pochi mentre a restare nell’ombra è la pacifica protesta dei molti che, instancabilmente, urlano per difendere la loro vita, e non "cercano il morto" come ha insinuato il ministro Maroni. Tantissimi i cittadini provenienti da tutti i paesi del vesuviano che ieri hanno preso parte ad una manifestazione, accesa esclusivamente dal lume delle fiaccole, per chiedere ancora una volta di cancellare cava Vitiello e risanare cava Sari.
Tali richieste sono state rivolte anche alla Procura di Nola, che in seguito all’esposto presentato dai comitati dei cittadini ha aperto una inchiesta su una ipotesi di possibile inquinamento della falda acquifera dell'area circostante e sottostante la discarica di Terzigno.
Intanto sulla discarica serpeggiano i sospetti. Tra questi, l'ipotesi avanzata da Waste Emergency (una piattaforma web che ospita il progetto per un documentario sulle emergenze rifiuti in Italia) secondo cui Terzigno sarebbe il palcoscenico di un disastro ambientale creato a tavolino.
"Dopo le dichiarazioni choc dell'Amministratore dell'ASIA di Fortini, che ammette di essere stato costretto a causare il disastro ambientale a Terzigno, risulta chiara la presenza di un piano segreto per saturare il prima possibile la discarica Sari e dare il via alle altre discariche previste nella legge 123/2008, 'scaduta' il 31 dicembre 2009, ma non risulta per nulla chiaro chi dovrebbe avere architettato il piano" scrive Waste Emergency. L’ipotesi di Waste Emergency riguardo alle motivazioni di questo presunto 'piano segreto' è quella che si sia trattato di una mossa finalizzata a "reintrodurre in Campania la Protezione Civile di Guido Bertolaso e dare maggiore potere alla Multiutility Bresciana-Milanese A2a (che gestisce anche l'ex impianto CDR di Caivano e l'inceneritore di Acerra) per la gestione di una nuova enorme discarica a Terzigno e probabilmente nuove discariche nel resto della regione".