di
Claudia Bruno
23-09-2011
Sono in partenza i due treni, uno da Palermo e uno da Milano, che domani - sabato 24 settembre - si incontreranno a Roma per congiungere simbolicamente Nord e Sud Italia in difesa della Costituzione. All'interno dei vagoni ci saranno "le donne". Donne in relazione tra loro all'interno di associazioni e movimenti che hanno deciso di manifestare insieme in difesa della Costituzione repubblicana circondando il Parlamento.
Sono in partenza i due treni, uno da Palermo e uno da Milano, che domani - sabato 24 settembre - si incontreranno a Roma per congiungere simbolicamente Nord e Sud Italia in difesa della Costituzione. All'interno dei vagoni ci saranno "le donne". Donne in relazione tra loro all'interno di associazioni e movimenti che hanno deciso di manifestare insieme in difesa della Costituzione repubblicana circondando il Parlamento.
Ma non saranno le uniche a mobilitarsi, con loro ci saranno "compagni di viaggio" più e meno giovani per riprendersi lo spazio dei diritti, quelli fondamentali garantiti dagli articoli 1 (il lavoro), 41 (che l’iniziativa privata che non contrasti con il bene sociale), 51 (le pari opportunità), e 11 (il ripudio della guerra) della Costituzione italiana. Un segnale forte, l'ennesimo, della voglia di cambiamento che pervade la società civile.
"Davanti alla proposta di Legge, presentata di recente alla Camera, per modificare l’Articolo 1 della Costituzione - spiegano le organizzatrici - le donne della società civile si sono immediatamente mobilitate in un’iniziativa che ha trovato la pronta adesione di numerose associazioni e gruppi organizzati (dalla Rete Viola all’Onerpo, dal Forum Ambientalista all’Aidos, dall’Udi all’Arcidonna, dai Centri Antiviolenza all’Associazione per la Democrazia Costituzionale)".
"Noi donne, oggi più che mai, avvertiamo l'obbligo di accompagnare la società verso un futuro diverso - si legge nel manifesto dell'iniziativa-. Riteniamo, infatti, che la nostra presenza e la nostra partecipazione attiva potranno restituire tutto quanto fino a oggi è mancato alla cultura politica del Paese. Siamo numericamente la maggioranza in Italia e nessuno deve pensare di poter modificare la Costituzione senza la nostra compartecipazione". E poi il richiamo alla violazione della democrazia: "Gli Italiani hanno già bocciato a maggioranza, con il Referendum del 25 e 26 giugno 2006, le riforme che cambiavano l'assetto istituzionale nazionale della seconda parte della Costituzione - continua il manifesto -. Oggi non si può far finta che ciò non sia successo e tornare allegramente a stravolgerla".
Le adesioni all’iniziativa, spiegano le ideatrici, sono aumentate e la lista è oggi di 90 associazioni e migliaia di persone aderenti.
Nata da un annuncio su Facebook di Nella Toscano, promotrice della manifestazione che fa parte della Rete Donne siciliane per la rivoluzione gentile, l’iniziativa ha coinvolto tanta parte della società civile che sarà davanti al Parlamento nella mattinata di sabato. Oltre a stringere il Parlamento in un cerchio umano a difesa dei fondamenti costituzionali, le Donne si recheranno al Quirinale, sede del Capo dello Stato, istituzione massima che per legge deve garantire il rispetto della Costituzione e la sua inviolabilità.
La manifestazione si sposterà poi, nel pomeriggio, a Piazza Santi Apostoli, dove interventi di autorevoli costituzionalisti ed esponenti della cultura (tra loro: Michele Ainis, Silvia Calamandrei, Paola Marsocci, Daniela Brancati, Shukri Said ) spiegheranno il valore della nostra Carta costituzionale esaminandone i vari articoli.
Il tutto proseguirà con la partecipazione alla Marcia per la Pace che si terrà ad Assisi il giorno seguente, domenica 25 settembre.
Tra le associazioni di donne che hanno aderito all'iniziativa, anche l'Udi Nazionale, Unione donne in Italia. "La Costituzione rappresenta il punto più alto del patto tra i cittadini - ha ricordato Pina Nuzzo, delegata nazionale Udi, in una nota -. Rivolgere lo sguardo alla Costituzione, agli uomini e alle donne che l’hanno fatta entrare nella Storia, ci aiuta a non smarrire i principi di una convivenza civile in un momento particolarmente grave per noi tutti".
"L'iniziativa - ha continuato Pina Nuzzo - partita da donne di una città lontana dal 'centro' come Palermo, si è diffusa velocemente attraverso il web e questo sta ancora una volta a dimostrare che il virtuale consente di costruire la piazza reale quando mette in comunicazione pratiche e relazioni".
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