di
Paolo Merlini
11-01-2011
Il nostro esperto di vie traverse, Paolo Merlini, ci racconta di Trieste, città ricca di fascino e storia dalla forte impronta mitteleuropea. Un luogo dove sentirsi a casa nonostante la sua collocazione di confine.
Forse il viaggio, tramite l’osservazione di ciò ch’è ovvio e ordinario, può essere una terapia, un mezzo per far si che l’occhio esterno apra l’occhio interno. I vecchi segnali presso gli attraversamenti incustoditi dei binari ammonivamo: FERMATI, GUARDA, ASCOLTA. È ciò che Whitman ha definito: il profondo insegnamento della ricezione.
William Least Heat-Moon Strade Blu - Einaudi
Lo dichiaro in partenza: io amo Trieste! Nonostante il fatto che sia lontanissima da dove abito, è uno di quei posti dove mi sento a casa. Sarà che anch’io davanti ad un fiasco di vino faccio le feste come il celebre cane di Trieste della canzone di Lelio Luttazzi. Oggi sono nel punto più panoramico della città: l’Obelisco di Opicina. Mi ha guidato qui il libro Viaggio in Dalmazia di Hermann Bahr edito dalla triestina MGS Press: “Siamo accanto all’Obelisco. Sotto di noi la città, il porto con le navi e le barche, i fumaioli che sbuffano e le vele rosse, gialle, brune, il mare azzurro, la tenera insenatura di Muggia, la costa che si staglia aspra fino a Pirano, e a destra invece il golfo scintillante fino alle lagune, bianca risplende Grado, bianco il campanile di Aquileia. Pini marittimi, ulivi e vigne. Dietro di noi la neve delle Alpi Carniche e Giulie: svetta il Mangart, scura la Selva di Tarnova, chiari i paesetti sparsi qua e là. Intorno a noi, invece, il Carso pietroso e grigio, il deserto. Siamo a trecentoquaranta metri d’altitudine, ci giunge il respiro del mare, l’aria profumata come di fiori di isole lontane, e dalle montagne un vento che sa di neve. Un pascolo alpino sul mare”. Sfido chiunque di voi a non mettersi in viaggio dopo aver letto una descrizione così avvincente. Più o meno sono venuto qui 4 o 5 volte in sogno, prima di arrivarci fisicamente.
È inverno pieno, c’è la bora e fa molto freddo, ma resto a godere dello sguardo d’insieme del Golfo di Trieste. Sono arrivato qui con il famoso tram di Opicina. Trattasi di una tramvia che collega il centro di Trieste con la frazione di Opicina situata interamente sull’altopiano carsico a 330 m.s.l.m.
Il tram parte da Piazza Oberdan sita a pochi passi dalla bella stazione ferroviaria del capoluogo giuliano. Il Tram di Opcina è gestito dalla Trieste Trasporti, l’efficiente società di autolinee cittadine.
Chiarisco subito che non è un’attrazione turistica, bensì un efficiente mezzo di trasporto pubblico molto amato dai Triestini. Dalle 7 fino alle 20 ci sono 3 tram all’ora ed il biglietto da 0.90 centesimi è il modico prezzo per salire su questo pezzo di storia della mobilità pubblica (austroungarica). Tenete d’occhio la Trieste Trasporti, offre anche degli ottimi servizi marittimi. A detta degli utenti dovrebbe intensificare le corse per raggiungere le località dell’altopiano (guardando l’orario concordo con i triestini). Nel 2002 si sono festeggiati i primi cent’anni di questa tramvia.
Fa freddo ed io sono vestito troppo leggero. Ecco il tram. Lascio l’Obelisco e accolto dal tepore della mia carrozza di legno magnificamente restaurata, scendo a Piazza Oberdan godendomi la vertiginosa discesa. Vado a riscaldarmi al Caffè Tommaseo, uno dei tanti Caffè storici della città, adiacente alla piazza più bella d’Italia: Piazza Unità d’Italia.
Dopo un te caldo ed una generosa fetta di strudel ripercorro mentalmente tutta la strada fatta oggi.
Nel primo pomeriggio sono arrivato all’Autostazione di Trieste, attigua alla monumentale Stazione Ferroviaria. Ho viaggiato a bordo dei bus della SAF e della APT Gorizia. Ho percorso magiche strade statali come la SS.19 e la SS 14. Con autobus di linea sono entrato nella riserva naturale regionale della Foce dell’Isonzo e tutto questo sarà il materiale per prossime puntate della mia rubrica. Oggi mi urge raccontarvi dell’Autostazione di Trieste che è un posto ricco di fascino atto ad evocare fortissime suggestioni nei viaggiatori. L’autostazione è ricavata nel magnifico edificio in stile neo-rinascimentale della Stazione Ferroviaria, nella centralissima Piazza della Libertà.
Trieste Centrale, è stato il capolinea della 'asburgica' linea ferroviaria Vienna-Trieste, cioè della Ferrovia Meridionale (Südbahn) e conserva nella sua struttura tutto l’amore dell’Imperatore d’Austria per la città, allora porto franco in Adriatico. Tutt’oggi, all’interno della Stazione si respira un'atmosfera mitteleuropea, valser di Straus e sacher torte. All’Autostazione è tutto molto più eccitante perché c’è un’atmosfera da film di Emir Kusturica; immaginate l’energia di 'Gatto nero, gatto bianco' oppure la musica di Goran Bregovic.
Nel sito dell’autostazione vengono ben descritte tutte le autolinee che vi fanno base e tutte le destinazioni Extraurbane ed Internazionali che si possono raggiungere.
Sbizzarritevi ad organizzare viaggi in Slovenia, Croazia, Bulgaria, Romania ecc. I monitor alle pareti annunciano destinazioni, il richiamo delle quali è più forte del canto delle sirene di Ulisse.
Ebbene si, l’Autostazione di Trieste è la mia personalissima porta per l’Asia!
Ma quanto sono comodi i tavolini del Tommaseo? Ho sparso tutte le mie carte e raccolgo questi appunti con un sorriso che denota il mio stato d’animo sereno (di certo influenzato dall’enorme quantità di endorfine che il mio corpo ha prodotto oggi), quando un distinto signore che sta uscendo dal locale mi saluta e mi dice: “guarda che è ora”. Non ho neanche il tempo per chiedergli per che cosa è arrivata l’ora che è già fuori. Lo seguo con lo sguardo e vedo che entra in un bel palazzo adiacente al Caffè. Raccatto la mia roba, pago e sono fuori. Mi accorgo che il bel palazzo adiacente al Tommaseo è una chiesa. Entro. Ma va che roba….. mi trovo nella Chiesa di San Nicolò e Santissima Trinità sede della Comunità Greco Orientale di Trieste.
Che magnificenza!
Il pensiero va a 'La Gerusalemme Perduta', imperdibile reportage del triestino Paolo Rumiz.
Sono in estasi ma debbo andare perché sono atteso ad Udine per cena. Il mio treno regionale è pronto sul binario. Parto!