Cronache da Ankara. Turchia in rivolta per libertà e democrazia

Desiderio di libertà e di una vera democrazia. Queste le principali ragioni della protesta anti-governativa che da giorni va avanti in Turchia. Pubblichiamo una testimonianza della manifestazione che si è tenuta l'8 giugno nella città di Ankara.

Cronache da Ankara. Turchia in rivolta per libertà e democrazia
L’8 giugno è stata una giornata intensa. Yuksel è venuto a casa nostra a dirci che molta gente si stava radunando nella piazza centrale di Kizilay, così verso le 15 ci siamo diretti là lungo la strada principale e abbiamo incontrato una folla che andava da quella parte, urlando slogan, reggendo striscioni e bandiere e suonando fischietti. Ci siamo uniti a loro e arrivando in piazza abbiamo visto che c’era già molta gente che suonava, cantava e gridava slogan. L’atmosfera era allegra e pacifica; la gente si divertiva, ma esprimeva anche in vari modi la sua rabbia nei confronti del governo. Abbiamo parlato a lungo con un gruppo di simpatici giovani di Cipro che studiano ad Ankara e fatto foto e video. Dopo un po’ Yuksel ha dovuto andare al lavoro e noi abbiamo deciso di passare dall’Ardic Cafe, dove Florent non era ancora stato. Là abbiamo incontrato diversi nuovi amici e parlato con loro per ore, bevendo tè e mangiando qualcosa. Naturalmente l’argomento principale della conversazione era la situazione attuale: loro parlavano con foga e speranza ed erano sicuri che i giovani sarebbero andati avanti con la protesta, fino a ottenere un cambiamento in direzione di una democrazia reale. Sostenevano che la ragione principale della rivolta è il desiderio di libertà e di una vera democrazia. Abbiamo parlato anche della partecipazione alla protesta dei partiti dell’opposizione e dei sindacati: un buon segno, ma nessuno permetterà loro di “impossessarsi” della rivolta. L’atmosfera era scherzosa e piena di energia e ad un certo momento abbiamo potuto toccare il tema del bisogno di una nuova mistica sociale. Queste chiacchierate molto vivaci sono andate avanti fino alle 22, quando abbiamo deciso di tornare in piazza Kizilay, dopo aver ricevuto la notizia che migliaia di persone si stavano dirigendo là per unirsi a quelli che occupavano già la piazza. Era uno spettacolo impressionante: una fila infinita di persone che cantavano, ballavano e facevano rumore, le strade e la piazza traboccanti di gente, fuochi d’artificio, acclamazioni e applausi. L’atmosfera era allegra, meravigliosa e forte. Poi all’improvviso, dopo una mezz’ora, sono apparsi da varie direzioni dei veicoli della polizia con i cannoni ad acqua; si muovevano lentamente e facevano un orribile rumore stridulo. Sapendo cosa sarebbe successo, la gente ha cominciato a scappare da tutte le parti. Alcuni gridavano di rimanere nella piazza e c’era una grande confusione.  Dopo una breve ritirata, tutti si sono fermati e hanno cominciato a urlare “Booooh” e a tornare indietro lentamente. I veicoli della polizia continuavano ad avanzare minacciosi e all’improvviso gli idranti hanno investito molte persone. Alcuni eroi hanno tenuto duro, riparandosi con gli ombrelli, ma a quel punto la polizia ha iniziato a sparare lacrimogeni in tutte le direzioni. Abbiamo ripreso tutto fino all’ultimo, poi siamo scappati insieme agli altri. Si è sparsa una nuvola tossica, che rendeva difficile respirare e bruciava occhi e gola, ma per fortuna eravamo preparati e abbiamo messo delle mascherine che ci hanno aiutato. Scappando siamo rimasti divisi, ma dopo varie telefonate e ricerche ci siamo ritrovati, dirigendoci in un caffè dove ci aspettava un’amica, Handan. Per strada un turco ci ha sentiti parlare in inglese e ci ha chiesto da dove venivamo. Abbiamo cominciato a parlare della follia della situazione e lui ci ha accompagnato al caffè. Proprio là di fronte è comparso un gruppo di poliziotti, uomini e donne: cercavano gruppi di manifestanti e hanno cominciato a sparare lacrimogeni. Ci siamo rifugiati nel caffè, dove abbiamo trovato Handan, ma dopo un po’ il fumo dei lacrimogeni ha cominciato a penetrare all’interno, anche se si riusciva ancora a respirare. Quando siamo usciti per tornare a casa un folto gruppo di poliziotti è sbucato dall’angolo, diretto in una zona pedonale piena di caffè e locali e ha ricominciato a sparare lacrimogeni contro un assembramento di manifestanti. Abbiamo preso la direzione opposta e siamo riusciti a evitare altri lacrimogeni, ma per tutto il tempo si sentivano grida e si vedeva la gente che correva nelle strade laterali. È stata una giornata lunga e movimentata. Domani ci sarà di sicuro molta gente per strada, in occasione dell’arrivo di Erdogan ad Ankara. Nei due video di oggi potete vedere una breve intervista a una manifestante, che spiega i motivi della protesta e immagini dell’imponente manifestazione che è andata avanti per tutto il giorno. Sono le 22 e mentre sto scrivendo la polizia ha ricominciato a reprimere con violenza le manifestazioni. Dalla casa sentiamo il sibilo dei lacrimogeni e le grida della gente che passa qui vicino. Tra poco usciremo per vedere cosa succede, stando attenti a tenerci alla larga dai lacrimogeni. Per favore, fate circolare il più possibile i due video: la gente qui ce lo chiede, perché il governo ha cominciato a bloccare l’uscita dal paese di video e altre informazioni inviate dai cittadini turchi. Naturalmente noi ripetiamo a tutti quelli con cui parliamo che tutto il mondo sta guardando e che molte persone li stanno aiutando in tanti modi diversi. Sono sempre molto grati e ci chiedono di fare in modo che il mondo non si dimentichi di loro. Sanno bene che i mass-media ufficiali manipolano le informazioni. Oggi Erdogan ha fatto un discorso tenendosi accanto una ragazza con il velo e ha detto che  quelle come lei sono brave ragazze e che tutte dovrebbero andare in giro così, senza mostrare i capelli. C’è molta paura che Erdogan prevalga e trascini il paese in una direzione di fanatismo islamico. La gente però continua a scendere in strada e nelle manifestazioni si sente un’enorme energia positiva. Di giorno i caffè all’aperto sono affollati come al solito, come se non stesse succedendo niente. Naturalmente l’argomento principale delle conversazioni è la situazione attuale e molti sono sempre sul chi vive per sapere cosa sta succedendo, dove si tengono manifestazioni ecc. Ieri a Istanbul un milione circa di sportivi ha raggiunto piazza Taksim per sostenere la protesta. C’erano i club sportivi più famosi e questo è un appoggio molto importante, perché Erdogan non può dire che questi tifosi sono vandali da reprimere. Le manifestazioni continuano anche in altre città, ma da qui riusciamo ad avere poche informazioni, giusto quelle che si trovano in Facebook. Nell’Ardic cafè, dove ci troviamo spesso con vari amici, si sta creando una grande connessione emotiva. Il padrone e i camerieri sono sempre contenti di vederci e noi li abbracciamo entrando e uscendo. Articolo tratto da Pressenza

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FRA POCO,ANCHE IN ITALIA.
Maria-Rossella Maccolini, 11-06-2013 04:11

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