«Basta bugie! Dopo settimane in cui il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini e l'ex premier, ora segretario del Pd, Matteo Renzi hanno raccontato la storiella dei rifiuti romani in Emilia, ora mettiamo la parola fine a questo teatrino dal sapore meramente pre-elettorale – spiegano i parlamentari 5 Stelle emiliani Michele Dell’Orco e Vittorio Ferraresi - Nessun rifiuto da Roma arriverà a Modena, Parma o Bologna. Con l'accordo tra Ama S.p.A e la laziale Rida Ambiente, le 40mila tonnellate di rifiuti di Roma saranno trattate in un impianto di Trattamento Meccanico Biologico avanzato del Lazio.
«Ma facciamo un po’ chiarezza. La Regione Lazio governata da Zingaretti (a guida PD) ad oggi non ha un piano rifiuti aggiornato (ebbene sì, la gestione dei rifiuti è di competenza delle Regioni) così appena la Toscana (a guida PD) a causa di una grave inchiesta (ricordate l’intercettazione shock “I bambini? Che muoiano tutti, non mi importa!”, ecco quell’inchiesta) ha dovuto sospendere gli accordi sullo smaltimento con il Lazio tutta la Regione è andata in tilt. Anche perché dal 2013, anno di chiusura della discarica di Malagrotta, sempre il Pd si è dimenticato di pianificare un’alternativa per accogliere le tonnellate di indifferenziata prodotte da cittadini e imprese. Al momento Roma raccoglie i rifiuti e prova a conferirli nelle poche strutture della Regione che, però, sono evidentemente insufficienti – proseguono Dell’Orco e Ferraresi - La Regione Lazio è dovuta quindi correre ai ripari con una richiesta fatta ad altre regioni, richiesta resa possibile dall’approvazione dello “Sblocca Italia” (votato da PD e Forza Italia in questa legislatura) che ha permesso l’export di rifiuti in tutto il Paese, dando vita a un considerevole business attorno alla questione».
La situazione rifiuti a Roma
Roma ad oggi tocca il 45% di raccolta differenziata, più di Berlino, Vienna, Parigi, Londra, Madrid e la giunta 5 Stelle ha avviato un piano di gestione rifiuti 2017-2021 con l’obiettivo del 70% di differenziata e riduzione rifiuti.
È partita la raccolta differenziata porta a porta con sacchetti elettronici intelligenti con tag nel quartiere ebraico (85%) mentre a fine febbraio verrà estesa a quasi 500mila persone in due Municipi per arrivare nel 2018 a 1,1 milioni di abitanti. Inoltre, in collaborazione con Comieco, da fine dicembre è partito un servizio di raccolta porta a porta carta-cartone per 4500 utenze commerciali dei principali quartieri capitolini. Infine, sempre a Roma, è iniziato l’iter per costruire 2 impianti di compostaggio e 1 impianto di riciclo. Entro gennaio verranno depositati da Ama Spa progetti e richieste autorizzative.
«Ovviamente i problemi creati da decenni di malgoverno di destra e sinistra sui rifiuti non possono essere risolti in un anno ma richiedono più tempo – aggiungono Dell’Orco e Ferraresi - Che i 5 Stelle nella capitale siano sulla strada giusta lo afferma anche il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, che, intervistato da Avvenire, ha sottolineato come a salvare Roma sia stato l’accordo preso in ottobre dall’amministrazione Raggi con Anac e Ama Spa e il commissariamento di Colari, sostenuto a gran forza dal Movimento 5 Stelle. Lo stesso Cantone ha ribadito che proprio il sistema di commissariamento dell’appalto Colari ha permesso di evitare il disastro. Parole che elogiano non solo il lavoro del sindaco Raggi, ma anche dell’assessore Montanari e dell’amministratore delegato di Ama Bagnacani e che ricalcano quelle espresse a ottobre quando disse “La firma del contratto-ponte di 18 mesi fra AMA e il commissario prefettizio per l’utilizzo degli impianti di Trattamento Meccanico Biologico di Malagrotta è un momento importante per il ripristino della legalità”».
«Ora è necessario proseguire in questa direzione, promuovendo un nuovo appalto e superando il monopolio, incentivando la raccolta porta a porta e gli impianti di compostaggio di riciclo e selezione avanzata – concludono i parlamentari 5 Stelle - Cosa che la giunta Raggi, a differenza dei loro predecessori, sta già facendo. Detto ciò anche questo caso è emblematico di come la macchina della disinformazione sia al lavoro come non mai per provare a tirare acqua al malconcio mulino Pd. Le ultime gocce si spera, visto che ormai anche i muri hanno capito quante parole al vento escano da quel partito».
Emilia Romagna autosufficiente o no?
La disputa politica ha investito anche la gestione dei rifiuti in Emilia Romagna. Il presidente Bonaccini e l’assessore Paola Gazzolo, quando sostengono che l’Emilia-Romagna è totalmente autosufficiente per lo smaltimento dei rifiuti «evitano accuratamente di spiegare che fine fanno i rifiuti speciali prodotti nella nostra regione», commenta la pentastellata Silvia Piccinini. «Altrimenti dovrebbero ammettere qualcosa che non tutti sanno, ovvero che i nostri rifiuti, per esempio, finiscono oltre che nelle regioni vicine come la Lombardia, il Veneto e la Toscana, anche in Cina, in Germania e in India, e che ne importiamo degli altri anche da Stati Uniti, Svizzera e Francia. Parliamo di milioni di tonnellate ogni anno, non certo di briciole».
«Leggendo l’ultimo report sulla gestione dei rifiuti in Emilia-Romagna stilato dalla Regione ed Arpae si può scoprire che dei quasi 14 milioni di tonnellate di rifiuti speciali ben 2,2 milioni finiscono fuori regione, prevalentemente in Lombardia, Veneto e Piemonte, ma anche all’estero con più di 170mila tonnellate che vanno a finire anche in Germania, Cina e Austria". Un flusso continuo, denuncia l'eletta, "che avviene anche in entrata visto che l’Emilia-Romagna importa rifiuti speciali (principalmente legno, zinco e imballaggi di vetro) per 241mila tonnellate soprattutto da Svizzera, Francia, San Marino ma anche dagli Stati Uniti. Carichi che arrivano nelle nostre strutture attraverso camion, aerei e navi. Insomma un business a cui evidentemente la Regione non riesce, e soprattutto non vuole, rinunciare».
L’assessore Gazzolo ha replicato confermando che i rifiuti speciali sono a libero mercato e a libera circolazione. Di fatto, quindi, rappresentano un grosso business per i gestori degli impianti e gli azionisti delle spa alle quali è affidato lo smaltimento dei rifiuti.