di
Andrea Degl'Innocenti
04-04-2011
La Commissione europea ha approvato un regolamento che stabilisce i criteri per cui i rifiuti metallici di ferro, acciaio e alluminio smettono di essere classificati come tali. La Direttiva si inserisce in un quadro di gestione dei rifiuti che mira a raggiungere negli stessi stati membri livelli molto più elevati di riciclaggio e a ridurre al minimo l'ulteriore estrazione di risorse naturali.
Che cos'è che rende tale un rifiuto? Quali criteri, e di che genere, ci permettono di etichettare, riconoscere, additare la più odiosa invenzione della società moderna? Intuitivamente tutti siamo in grado di distinguere un rifiuto da una materia prima: un rifiuto è qualcosa di già usato, che non serve più.
Legalmente, a livello europeo, un rifiuto è definito dalla Direttiva n.2008/98 del 19 novembre 2008 come “qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l'intenzione o l'obbligo di disfarsi”. Dal 31 marzo 2011, però, esiste un modo per alcuni rifiuti di disfarsi ufficialmente del loro status discriminante e tornare all'inizio della catena in qualità di materie prime secondarie o altri prodotti. La Commissione europea ha infatti adottato il primo regolamento su quando i rifiuti cessano di essere tali, che stabilisce i criteri per i rottami di ferro, di acciaio e di alluminio.
Il regolamento entrerà in vigore dopo la sua pubblicazione e sarà direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri, dopo un periodo transitorio di 6 mesi; esso mira a raggiungere, negli stessi, livelli molto più elevati di riciclaggio e a ridurre al minimo l'ulteriore estrazione di risorse naturali. “Dobbiamo iniziare a trattare i rifiuti come una risorsa preziosa – ha dichiarato a tal proposito il Commissario per l'ambiente Janez Potočnik – e oggi l'adozione di questi criteri rifiuti-zero per flussi di materiale può davvero aumentare la nostra industria del riciclaggio e dei servizi. Si segna un altro importante passo verso l'obiettivo dell'Europa di diventare un'economia efficiente delle risorse e una società del riciclaggio”.
Nel dettaglio il regolamento prevede che i rottami metallici puliti e sicuri smettano di essere classificati come rifiuti e che i produttori applichino un sistema di gestione della qualità e dimostrino la conformità a tali criteri attraverso una dichiarazione di conformità per ciascuna partita di rottami metallici. Prima che i rottami di metallo perdano lo status di rifiuti devono essere completati tutti i trattamenti necessari, come il taglio, la frantumazione, la pulizia e il disinquinamento. Ad esempio, le vecchie auto devono essere smantellate, fluidi e composti pericolosi rimossi e la parte in metallo trattata in modo da recuperare pezzi di metallo puliti che soddisfino i criteri del regolamento.
La direttiva in questione si inserisce in un quadro più generale di gestione dei rifiuti che a livello europeo si basa su cinque punti chiave, gerarchicamente disposti: prevenzione, preparazione per il riutilizzo, il riciclaggio e altre forme di recupero. In questo senso, lo smaltimento dei rifiuti tramite discariche, che ad oggi è ancora la forma più comune di smaltimento dei rifiuti urbani nella maggior parte degli Stati membri, dovrebbe essere considerata solo come ultima risorsa. La Commissione sta attualmente elaborando i criteri per altri flussi di materiali che sono particolarmente importanti per i mercati UE riciclaggio, come il rame, carta, vetro e compost.