Le persone che abitano in città e che vivono in luoghi artificiali, circondati da manufatti artificiali, non notano molto cosa succede in natura. Spesso poi lavorano in luoghi chiusi dove la luce artificiale è accesa anche di giorno. Che fuori piova, tiri vento o ci sia il sole è a malapena percepito, di certo non è cosa importante. L’importante è che ad esempio quando aprono un rubinetto, l’acqua esca.
Da dove arriva quell’acqua, se ce n’è abbastanza, di che qualità sia, non importa, non interessa, è sempre arrivata e credono che sempre arriverà. Del resto il sistema imperante è quello della crescita infinita in un mondo dalle risorse finite, dove tutto come per magia ricresce e arriva dal nulla, la merce nei supermercati, l’acqua dai rubinetti, la corrente elettrica dalle prese.
Chi vive a stretto contatto con la natura ha per forza una diversa percezione delle cose: se non piove le piante soffrono, i raccolti scarseggiano, le vene si inaridiscono, i pericoli di incendi aumentano, gli animali (quei pochi sopravvissuti miracolosamente alle stragi dei cacciatori) non possono abbeverarsi, sostanzialmente una catastrofe.
Quello passato è stato un intero inverno praticamente senza pioggia come io non avevo mai visto (ma nemmeno gli anziani del posto dove abito), qualcosa di spettrale e innaturale. Con la terra dura come cemento, tanto che sembra pieno agosto. Per chi sa che si vive di quello che produce la terra e non di algoritmi, la domanda ovvia è: cosa succederà ad agosto?
Il Parlamento è anch’esso in città, molto lontano dalla vita della natura. Pensare che chi lo frequenta abbia anche solo una vaga percezione di cosa è importante per la vita è una pia illusione. Inoltre i loro rubinetti, con tutto quello che guadagnano, potrebbero benissimo essere dorati; nei loro hotel o abitazioni lussuose non manca mai nulla, figuriamoci quanti anni luce sono lontani dalla realtà. Eppure è strano che agli inquilini del Parlamento non interessi per nulla la situazione, perché in questi due anni ci hanno bombardato con informazioni “scientifiche” e, a livello scientifico, non c’è tesi più unanime di quella per la quale l’azione umana è direttamente responsabile dei cambiamenti climatici che ci stanno arrostendo.
Come se i problemi non bastassero, esistono ancora i negazionisti, cioè coloro che dicono che a livello climatico non sta succedendo sostanzialmente nulla, che è tutto in ordine, che l’attività umana non è responsabile di nessun aumento di temperatura e se c’è qualche aumento è normale, ciclico, determinato dalla fata turchina, dalle attività solari, dagli extraterrestri o simili.
Accade che chi nega il cambiamento climatico possa essere magari qualcuno pagato dalle multinazionali del fossile, che conoscono perfettamente il problema dato che già negli anni Settanta sapevano cosa sarebbe successo a causa del loro agire; sono comunque andate avanti a schiacciasassi così come fa ogni multinazionale che si rispetti. Ma in fin dei conti non servono né la scienza né i dati per accorgersi dell’ovvio, che però chi non ha praticamente più contatti con la natura, non percepisce. Forse c'è chi percepirà il problema quando dal rubinetto non uscirà più nulla, ma chissà se nel frattempo non saremo stati trasformati tutti in automi senza più bisogno di acqua...?
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