L’universo si sta dilatando?

“La quotidianità straordinaria che ciascuno è costretto a dirimere è un prezioso tempo di azione, il solo in cui possiamo partecipare al movimento dei pianeti, delle galassie, alla trama di una Storia imprevedibile più che inevitabile”.

L’universo si sta dilatando?
“Il bambino è depresso… improvvisamente non riesce più a far niente… è per qualcosa che ha letto!”. “ L’universo si sta dilatando”, risponde Alvin, alter ego infantile di Woody Allen nel film ‘Io e Annie’. Sua madre non capisce che cosa gliene importi di quel che capita all’universo dal momento che loro vivono a Brooklyn e soprattutto che cosa c’entri quest’affermazione con il rifiuto di fare i compiti. Il medico da cui lo ha portato rinfranca il piccolo paziente assicurando che tutto finirà ma in un futuro così lontano che loro non ci saranno più: tanto vale continuare a godersela. È inevitabile simpatizzare con il bambino e ammirare il suo precoce sentimento di connessione con la totalità dell’esistente. Alla sua età converrebbero spensieratezza e incoscienza, un microcosmo di amici, giochi e tabelline e invece la sua piccola persona è sconvolta all’idea dell’enorme e ineluttabile destino di un mondo che tende al proprio disfacimento. Eppure anche sua madre ha ragione, e tutto quel che può fare un bambino, e ciascuno di noi, è continuare a fare i compiti ogni giorno senza deprimersi; non per indifferenza nei confronti di quel mondo, per far contenti i genitori o evitare i patetici buoni consigli dei più esperti, ma perché la quotidianità straordinaria che ciascuno è costretto a dirimere è un prezioso tempo di azione, il solo in cui possiamo partecipare al movimento dei pianeti, delle galassie, alla trama di una Storia imprevedibile più che inevitabile. Fare i compiti è precisamente l’esercizio da svolgere per imparare che tutto questo forse un giorno non finirà, se invece di guardarlo succedere ne assumeremo la responsabilità facendo quel che dobbiamo. Proprio il pensiero di Alvin, che qualcosa di devastante accada fuori dal nostro controllo, lo distrae dalla reale possibilità di incidere in modo significativo sul macrocosmo: attraverso minimi spostamenti che iniziano con la pratica - al confronto dell’apocalisse terribilmente inutile - di quel dovere, e procedono verso il cambiamento di se stesso e perciò di infiniti altri ‘spazi’. Che l’universo si stia dilatando è un’affermazione dello status quo, non va accettata passivamente né respinta in maniera banale. Bisognerebbe affiancarla ad altre affermazioni, costruirle attorno ipotesi di come certe cose potrebbero o già possono diversamente andare e, magari intanto, piazzare un bel punto interrogativo in fondo alla frase.

Commenti

E' scritto bene e chiaro, a me non piacciono i racconti complicati mentre questo è semplice. Lo dice un ragazzo che è stato in COMA per 2 anni per due Rumeni e la mancanza di rispetto di tutti delle Strisce Pedonali.
Sacchetti Cristian, 05-09-2013 11:05

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